Pol Pot condannate all'ergastolo dai suoi

«Abbiamo rinnegato Gli ex fedelissimi sostengono di averlo fatto prigioniero (e dichiarano guerra al premier Hun Sen) Poi Pot condannate all'ergastolo dai suoi Processato nella giungla dai khmer rossi PHNOM PENH. I terribili khmer rossi cambogiani hanno annunciato ieri di aver vissuto il loro 25 luglio condannando all'ergastolo Poi Pot. Ma la folla in armi adunata nella giungla che ha emesso la «sentenza» si è dissociata dall'ex fondatore e capo carismatico del gruppo ben più di quanto osò fare 57 anni fa il Gran Consiglio del fascismo con Mussolini: sfoggiando l'abituale disinvoltura nel trattare la storia come le vite dei due milioni di persone ammazzate fra le «urla del silenzio», la radio dei guerriglieri è arrivata a dire che con «U traditore genocida Poi Pot» il movimento non ha mai avuto nulla da spartire, e che la formazione è da considerarsi sciolta o addirittura mai esistita visto che «non sappiamo nemmeno da dove venga l'espressione Khmer Rouge». Dove sia stata emessa precisamente la sentenza e dove si trovi Poi Pot la radio non ha detto. E' l'ennesimo mistero che circonda questo personaggio da sempre avvolto nell'ombra, anche quando dominava il Paese. Ma quanto al senso dell'operazione, sembra chiaro: i superstiti khmer rossi puntano a restituire un'improbabile verginità a un movimento sanguinario, screditato e aborrito in patria come all'estero, già padrone della Cambogia e ora ridotto a controllare qualche lembo di foresta ai confini con la Thailandia. A ridare la speranza di poter tornare in gioco è la situazione di nuovo fluida nella capitale Phnom Penh, dove il primo ministro Hun Sen ha defenestrato il co-premier Norodom Ranariddh nel colpo di stato di tre settimane fa. Hun Sen è alleato storico dei vietnamiti, che lo misero al potere invadendo il Paese negli Anni Settanta. L'ultimo messaggio dell'ex gruppo Khmer Rouge, rivolto evidentemente alla fazione di Ranariddh e ai Paesi occidentali, è che il movimento risorto dalle ceneri è pronto a battersi contro i vietnamiti. «Il 25 luglio - ha annunciato aUa radio il generale Khan Nun, capo militare del gruppo - migliaia di persone hanno tenuto una riunione e hanno emesso la sentenza di condanna del traditore Poi Pot e della sua banda, per atti di ribellione contro i patrioti. Noi, rappresentanti del popolo e dell'esercito, abbiamo deciso di condannare Poi Pot e la sua cricca genocida al carcere a vita». L'accusa di genocidio si riferisce alla deportazione e allo sterminio di due milioni di persone negli Anni 70 per realizzare l'utopia di una perfetta società comunista. L'ex leader risultava già prigioniero dei suoi compagni d'arme dallo scorso giugno, quando si verificò all'interno del movimento una violenta spaccatura, per discordie sulla trattativa con il governo in vista della pacificazione del Paese. Poi Pot aveva fatto uccidere quei suoi collaboratori che si erano pro¬ nunciati per la conciliazione con le altre parti combattenti, ma poi le sue forze erano state sopraffatte. Tutta questa ricostruzione si basa peraltro su notizie incerte, senza possibilità di riscontri in loco. Poi, dalla radio, il secondo annuncio-choc: «Il movimento del Khmer Rouge non esiste più, non solo ad Anlong Veng - il quartier generale, ndr - ma in tutto il Paese». E in sottofondo alla voce di Khan Nun si è sentito uno scroscio di applausi e di cori. Seguiti dal chiarimento: la fenice guerrigliera muore per risorgere dalle sue ceneri. «Volgeremo adesso le armi a combattere il nemico comune dei cambogiani», e cioè i soldati vietnamiti che, secondo i khmer rossi, si trovano ancora in Cambogia. «Noi lottiamo per liberare il nostro Paese. La comunità internazionale non può accusare questo movimento di essere il movimento del Khmer Rouge o il movimento di Poi Pot. Non sappiamo neanche da dove venisse l'espressione Khmer Rouge». [lui. gra.] «Abbiamo rinnegato il passato e cambieremo anche nome» Ma è solo una mossaper ottenere l'impunità L'ex leader del khmer rossi Poi Hot, abbandonato dai suoi

Persone citate: Hun Sen, Khan, Khan Nun, Mussolini, Norodom Ranariddh, Ranariddh

Luoghi citati: Cambogia, Phnom Penh, Thailandia