Netanyahu disinnesca la «bomba» di Fiamma Nirenstein

Congelato Vinsediamento israeliano a Gerusalemme Est Il primo ministro sconfessa il sindaco della capitale e rasserena Arafat, che vola da Mubarak Netanyahu disinnesca la «bomba» Congelato Vinsediamento israeliano a Gerusalemme Est TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Netanyahu stavolta l'ha detto subito e chiaramente: quella parte di Gerusalemme non si tocca. Anzi, di più: ha esclamato che si è trattato di un annuncio «sfacciato e irresponsabile». Ras el Amud, una zona situata a Gerusalemme Est, nel mezzo di un'area interamente palestinese, avrebbe potuto davvero, se il progetto non fosse stato fermato, diventare una «bomba innescata», come l'aveva definito Feisal Husseini, il leader gerusalemmitano dei palestinesi. Il caso è scoppiato qualche giorno fa quando Ehud Olmert, il dinamico sindaco di Gerusalemme, ha annunciato che era stato approvato operativamente il vecchio piano per costruire 150 unità abitative ebraiche nella zona situata fra Kfar Shiloah e Har Ha Zeitim, ovvero a ridosso del Monte degli Ulivi. Si trattava, ha spiegato, di un terreno acquistato legalmente e con tutte le carte in regola da un ebreo americano, Edwin Moskovitch, lottizzata e progettata per l'abitabilità. Praticamente un'isola con un muro di cinta nel cuore dì un villaggio arabo di 11 mila abitanti. Netanyahu, dice chi gli è vicino, è rimasto per due giorni letteralmente scioccato dal motu proprio di Olmert, un uomo del Likud considerato a lui molto vicino, che a quanto sembra lo aveva avvertito solo velatamente dell'esistenza del progetto di Ras el Amud. Adesso Olmert risponde che non è affatto detto che si debba cominciare a costruire domani mattina, che si può aspettare, ma che l'accordo di Oslo non prevede che gli ebrei non possano costruire a Gerusalemme nelle zone interne ai confini della municipalità. Perché Netanyahu è stato a favore della costruzione di Har Homa ed è invece contro costruire a Ras el Amud? Prima di tutto per una ragione puramente politica: l'effetto Har Homa si è già sfogato su di lui come una sassaiola, l'Onuha votato una pesantissima risoluzione contro Israele solo una settimana fa; Arafat ha lanciato a causa di Har Homa una campagna che ha coinvolto l'intero mondo arabo; e la questione di Gerusalemme, invece di quietarsi, ancor prima di entrare in una fase di discussione effettiva, è diventata tanto incandescente da non potercisi avvicinare. Tutto questo non è nell'interesse del Primo ministro israeliano, che comunque, come si sa, vorrebbe andare ad una discussione complessiva sullo stato definitivo dei rapporti coi palestinesi piuttosto che consentire ad Arafat di sfogliare petalo dopo petalo. Nella sostanza, poi, Ras el Amud è davvero a poche centinaia di metri dalle grandi moschee, da cui la zona delle possibili costruzioni è visibile. Dalla grande spianata, se le cose evolvessero in senso negativo, il Muftì della moschea d'oro potrebbe scatenare grandi folle verso le costruzioni stesse, senza problemi. Inoltre la zona del Monte degli Ulivi è sacra a t ti quanti, e soprattutto ai cristiani. Si scatenerebbe uno scandalo internazionale di dimensioni colossali. Altro che Minara: la galleria che costeggiava il Monte del Tempio su cui Netanyahu battè la prima testata. Qui gli scontri potrebbero portare a una guerra. Har Homa si trova a Sud della città, molto lontano dalla Città Vecchia e dalla parte Est abitata dai palestinesi. Altra cosa è il Monte degli Ulivi, attaccato alla Città Vecchia, arabo nel paesaggio e nella struttura ambientale. Oggi Arafat si è urgentemente incontrato con Mubarak ad Alessandria. La sera ha potuto lasciare la città molto più tranquillo di quando era arrivato. Netanyahu infatti ha mostrato col suo gesto di aver apprezzato gli arresti che la polizia palestinese aveva compiuto ai danni di militanti di Hamas e di vari terroristi nel campo palestinese, dopo che nell'ultimo giro di scontri, tre uomini con la divisa militare della Palestina erano stati acciuffati prima di un attentato terroristico. Adesso Netanyahu ha dato ad Arafat un segnale di grande attenzione, e anche di sensibilità nei confronti delle sue esigenze proibendo le nuove costruzioni, e agendo anche contro uomini (Olmer in parti- colare) che sono nel suo stesso campo. E' un evento nuovo, che va al di là degli adempimenti dell'accordo di Oslo. Oltre che un atto politico infatti si tratta anche di un gesto di cortesia; proprio ciò di cui Arafat, a ragione, aveva sempre lamentato la mancanza. Fiamma Nirenstein Bloccato il progetto di costruire 150 appartamenti nella zona araba Ma dal governo è arrivato l'altolà «Annuncio sfacciato e irresponsabile» Operai palestinesi al lavoro in un insediamento israeliano