L'incantata isola di Alberto

L'incantata isola di Alberto L'incantata isola di Alberto Quel giamo in cui Moravia tornò a Capri E; STATE '87. Ero I seduto al bar Tiberio nella piazzetta di Capri, verso le sette e mezzo di sera. A Moravia piaceva il rito dell'aperitivo in piazza «Campari soda». Parlavamo di Malaparte e di Elsa Morante, della guerra, di quando lì a Capri $ui scriveva «Agostino» e Elsa Morante scriveva «Menzogna e sortilegio». : «Abitavamo ih due grandi stanze di una villa napoleonica ad Anacapri, la mattina presto scrivevamo una o due ore, poi scendevamo a piedi fino a Marina Piccola. C'era la guerra, non avevamo soldi, ma la povertà in quegli anni non era pesante, erano altri tempi». Moravia parlava, e muoveva le grandi mani nodose deformate leggermente da quello che lui chiamava «morbo di Poutrin». Era contento di ritrovare l'isola dove aveva trascorso tante estati, scritto tanti libri. Quando aveva lasciato Elsa Morante per Dacia Maraini, Dacia aveva voluto cambiare luogo ed erano andati prima a Ischia e poi a Sabaudia. Carmen la sua seconda moglie, era islofobica e non poteva venire a Capri così lui se n'era piano piano allontanato. Ma quella volta era lì per presiedere il Premio Malaparte ed era contento, molto contento, di ritrovre quei luoghi a lui così cari sia nella vita sia nella letteratura. Insomma, mentre si parlava del passato, due anziane signore della borghesia napoletana che camminavano adagio, vedendoci al bar ci guardavano e una delle due, indicando Moravia con l'indice, disse all'altra: «Lucia, hai visto, quello è Montanelli!». Moravia sorrise, si divertì. Era amico di Montanelli, erano stati insieme in Grecia nell'inverno che precedette la Seconda guerra mondiale. Entrambi erano amici di Filippo Anfuso, un diplomatico che si era occupato di loro in quella circostanza. Il giorno prima arrivando all'albergo dove alloggiava, Moravia si fermò alla «reception» e il portiere gli disse: «Lei non è prenotato». «Ma come? Sono il presidente del Premio», «Qui non risulta!», «Ma come, sono Moravia!», «Scusi, sulla sua carta d'identità è scritto Pincherle-Moravia!». «Ma io sono Moravia!». Moravia era timido e irascibile. Non si sentiva un'autorità, non anelava a privilegi o trattamenti speciali, ma insomma, sapeva bene il valore della sua opera. Quell'estate il Premio Malaparte veniva dato a John Le Carré, e tra gli ospiti di Graziella Leonardi, organizzatrice del Premio, aveva invitato anche Bernard Pivot, il mitico conduttore di «Apostrophe», c'erano Marina e Carlo Ripa di Meana, Umberto Tirelli e Dino Trappetti, Giordano Bruno Guerri e Inge Feltrinelli, Diane Furstenberg, Leonardo e Katherine Mondadori, Raffaele La Capria, Enzo e Flaminia Si- cibano, Patroni Griffi... Era l'ultimo week end della stagione e giù ai Faraglioni, «da Luigi», c'erano in superficie meduse rosse portate dalla corrente. Assunta, la madre di Luigi, che aveva trascorso gran parte della vita lì ai Faraglioni ricordava bene Moravia, Barzini, Malaparte, Monelli, Palma Bucarelli: «Moravia era zoppo, ma non stava fermo un minuto. Salticchiava impaziente da un tavolo all'altro e risaliva le scale a piedi. Eh, altra gente, altri tempi!». A casa di Tirelli e Trappetti alla vigilia del premio ci fu una grande cena illuminata a candele: gàteau di patate, friarielli, ravioli capresi, pastiera, mozzarelle meravigliose, vino bianco di Capri, vino rosso francese, limoncello e vodka. Si parlava di quando quella villa «Il Canile», una piccola meraviglia che si affaccia sui Faraglioni, era ancora da rimettere a posto, da restaurare, di quando Tirelli, Esa De Simone, Trappetti e Lucia Bosè l'avevano comperata per pochi soldi. Loro erano persone che d'estate a Capri si vestivano di bianco, salvo talvolta introdurre un guizzo, una macchia di rosso come un foulard, un pullover o anche un paio di calze se le scarpe erano bianche con la para rossa, americane naturalmente. Romilda Bollati ricordava ancora le serate con Giorgio De Lullo e Romolo Valli, le visite a Visconti che invece abitava ad Ischia. Era l'epoca in cui c'era ancora il grande gioielliere Chanteclair che si diceva fosse l'amante di Edda Ciano, altra grande appassionata di Capri. Era curioso come in quell'isola si annullassero i conflitti politici, destra, sinistra, fascisti, comunisti, americani, francesi, svedesi, tedeschi diventavano capresi. Era un'isola inespugnabile e antica dove via via veniva gente importante, speciale, creativa, che si mescolava a gente bella ancora sconosciuta o misteriosa. Donna Assunta custodiva i Faraglioni con ì suoi occhi neri curiosi, attentissimi, e tavolta sorridenti. Enzo Siciliano preferiva la villa Brunella, Vincenzo il padrone si occupava dei suoi clienti come amici e molti erano passati di lì per riposarsi o per scrivere. A Moravia rimaneva impresso Anacapri. Andavamo in barca con i Mondadori o a pranzo alla «Canzone del mare» e lui parlava di Anacapri. Un giorno gli chiesi di accompagnarmi a vedere la famosa villa dove aveva passato la guerra. Salimmo su un taxi, una vecchia Fiat decapottabile, erano le 5 del pomeriggio, arrivammo in piazza per poi scendere a piedi verso la villa. Ricordo benissimo che lo scrittore portava una camicia di Brooks Brothers senza maniche a quadretti bianchi e azzurri e aveva pantaloni leggeri, beige e un paio di sandali. Si appoggiava ad un bastone nero con il pomello d'argento. Alcune donne uscirono improvvisamente con dei vassoi coperti di petali di rose. Presero i petali e li lanciarono su Moravia come coriandoli. Le sentivo gridare in lontananza «U librista» «u librista, è tornato u librista!». Alain Elkann a In quell'estate il premio intitolato a Malaparte fu assegnato a John Le Carré jjjj a Lucia Bosé aveva comprato per poche lire una bella villa ai Faraglioni^ quell'epoca c'era ancora il grande gioielliere Chanteclair amante della Ciano psp Malia sera si andava con Romilda Bollati a trovare Romolo Valli o a Ischia da Visconti pip ÉÉIÉÉÉS minata a candele: gàteau di patate, friarielli, ravioli capresi, pastiera, mozzarelle meravigliose, vino bianco di Capri, vino rosso francese, limoncello e vodka. Si parlava di quando quella villa «Il Canile», una piccola meraviglia che si affaccia A destra un'imagine della piazzetta di Capri. In alto Alberto Moravia al I LE VACANZE DELLA MEMORIA Camminava appoggiandosi a un bastone nero con il pomello d'argento. Quando le donne lo videro gli lanciarono petali di rose. «E' tornato u librista, u librista» «Gli piaceva il rito dell'aperitivo Due anziane signore si dissero indicandolo con un dito: "Vedi quel signore è Montanelli" e lui sorrise divertito» Una cena a lume di candela A destra un'imagine della piazzetta di Capri. In alto Alberto Moravia al