Prete pedalilo, la diocesi pagherà 200 miliardi di Franco Pantarelli

Prete pedalilo, la diocesi pagherà 200 miliardi USA La causa promossa da 10 ex chierichetti molestati e dalla famiglia di un undicesimo morto suicida Prete pedalilo, la diocesi pagherà 200 miliardi Dallas, i superiori giudicati colpevoli di aver coperto i crimini NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Risarcite le vittime e, please, confessate i vostri peccati. Dopo aver discusso per due giorni e mezzo la giuria del tribunale di Dallas, chiamata a pronunciarsi sugli abusi sessuali compiuti per anni da un prete cattolico ai danni dei suoi giovani chierichetti, ha «fatto giurisprudenza» con una sentenza insolita due volte: una, per l'ammontare enorme della somma da pagare (120 milioni di dollari, oltre 200 miliardi di lire); l'altra, per la «dichiarazione» allegata al verdetto, con l'esortazione alla gerarchia, colpevole di avere «coperto» in modo spudorato le gesta del prete, a «confessare i vostri peccati per consentire a questi giovani di trovare una propria strada nella vita». Il prete si chiama Rudolph Kos, ha 52 anni e una storia di incontri sessuali con i ragazzini cominciata sin da quando era in seminario. Nel 1992 Kos è stato sospeso dal sacerdozio e si è trasferito a San Diego, in California, dove ora si guadagna la vita come assistente di uno studio legale. Ma fino ad allora ha avuto modo di «rovinare» un gran numero di ragazzini. Ora che sono di¬ ventati grandi, dieci di loro (più la famiglia di un altro, che si è suicidato quando aveva 20 anni) hanno denunciato la cosa e trascinato la diocesi di Dallas in tribunale. Per settimane la giuria ha ascoltato, sempre più morridita, i loro racconti. Uno ha detto di essere stato portato la prima volta nel letto di Rudolph Kos quando aveva nove anni e poi la cosa si è ripetuta due o tre volte alla settimana per un lungo tempo. Un altro ha detto di essere stato «adottato» dal prete quando era tredicenne e che per due anni è stato indotto a fare con lui «quelle cose», vendute come una prova dell'amore di Dio. Ma il problema principale, a un certo punto del processo, è diventato che cosa avevano fatto i superiori di «padre» Kos, e la risposta del tribunale è stata: niente, si sono limitati a spostarlo di parrocchia in parrocchia, estendendo in questo modo il numero delle sue vittime. E sì che gli elementi li avevano per una «ragionevole indagine» sul suo conto, come il processo ha dimostrato. In anni lontani, era stato condannato a dodici mesi di prigione per avere molestato il figlio dei suoi vicini. Più tardi, prima di scoprire la sua vocazione religiosa, aveva sposato una si¬ gnora di nome Kathleen Hetzel, ma il matrimonio era stato annullato dalla stessa Chiesa proprio perché la moglie aveva scoperto la propensione di Kos per i ragazzini (e, ha detto al processo, ne aveva informato i suoi superiori). Infine, molti altri sacerdoti avevano segnalato le tendenze di quel loro «fratello», ottenendo solo di vederlo nominare «pastore» nel 1988. Mentre il processo era in corso, la diocesi ha cercato in qualche modo di fare ammenda. Il vescovo di Dallas, Charles Grahmann, in un pubblico discorso ha detto che «a volte ci capita di abbassare la guardia» e che «dobbiamo alle vittime le nostre sincere scuse», rendendo in questo modo ancora più arduo il lavoro già difficihssimo che la difesa stava compiendo in tribunale. I 120 milioni di dollari da pagare sono stati così «ripartiti» dalla giuria: il 40 per cento a carico di Kos e il 60 a carico della diocesi. Ma nel caso che lui risulti «insolvente», il dispositivo della sentenza prevede che sia la diocesi a pagare tutto. Non andrà comunque in bancarotta: i suoi beni, da quanto se ne sa, ammontano a 290 milioni di dollari. Franco Pantarelli

Persone citate: Kathleen Hetzel, Rudolph Kos

Luoghi citati: California, Dallas, New York, San Diego