L'«Unità» a caccia di un socio di Giuseppe Caldarola
IL CASO Dopo «il manifesto» e «Liberazione» anche il quotidiano fondato da Gramsci in cattive acque: verso la ristrutturazione L^Unità» a caccia di un socio Nell'attesa, si temono tagli per 50 giornalisti IL CASO I GIORNALI DELLA SINISTRA SROMA EMBRA un paradosso o un tiro mancino giocato dal destino, fatto sta che proprio sotto il governo dell'Ulivo i giornali di sinistra sono entrati in crisi. «Il manifesto», «Liberazione», e adesso anche il quotidiano del pds, «l'Unità». Su quest'ultimo, nei giorni scorsi, si erano susseguite le voci più disparate che ora rischiano di concretizzarsi: i primi «tagli» che Massimo D'Alema dovrà affrontare non saranno quelli allo Stato sociale, ma all'«Unità». Consci di questo rischio i giornalisti della testata sono in «stato d'agitazione» in attesa dei «dovuti chiarimenti». I quali «chiarimenti» dovevano venire ieri, al termine di una serie di riunioni che hanno visto come protagonisti lo stesso segretario della Quercia, i membri del consiglio d'amministrazione dell'Arca, la società editrice dell'«Unità», e il comitato di redazione. Ma da tutti questi incontri sono giunte poche delucidazioni. Nemmeno il linguaggio un po' paludato del comunicato stampa diffuso da Botteghe Oscure è riuscito a fugare le preoccupazioni dei giornalisti. Tant'è vero che le indiscrezioni che circolavano la settimana scorsa - e che parlavano di una cinquantina di licenziamenti - hanno ripreso a correre. Ma come è possibile che un giornale quale è l'«Unità», con la sua storia, la sua tradizione, i suoi giornalisti, si ritrovi in un simile frangente? La verità è che la crisi non è di oggi. E' venuta solo adesso allo scoperto in modo eclatante perché solo adesso il pds si è deciso a vendere il quotidiano, affidandosi ad una banca d'affari olandese. L'operazione è stata però sospesa in corso d'opera, perché quelli che D'Alema chiama i «potenziali compratori» non sembrano intenzionati a muoversi finché non si procede a una ristrutturazione del giornale. E ristrutturazione significa «tagli». Una parola che si può leggere persino tra le righe delle dichiarazioni ufficiali del segretario del pds. «Esiste - dice D'Alema - una concreta disponibilità di capitali privati a concorrere alla proprietà del giornale condizionata ad un'azione, che noi dobbiamo mettere in campo nei prossimi mesi, capace di rendere credibile il rilancio dell"'Unità". Tali azioni, da intraprendere con senso di responsabilità, sono indispensabili per creare le condizioni per uscire da uria situazione ormai insostenibile». Sarà perciò il pds ad assumersi direttamente gli oneri della ristrutturazione del quotidiano e non i «potenziali compratori», sulla cui identità circolano molte voci. Si fanno, tra gli altri, i nomi di Carlo De Benedetti e di Calisto Tanzi, anche se il timore dei giornalisti dell'«Unità» è che in realtà non vi sia nessuno seriamente intenzionato a comprare il quotidiano. Per la Quercia questa operazione non sarà indolore. Toccherà al tesoriere del partito, Franco Riccio, e al nuovo amministratore delegato che verrà nominato martedì (e che dovrebbe essere Giovanni Laterza), occuparsi del risanamento finanziario del giornale nella fase di transizione, prima della vendita. Risanare significa, per usare un eufemismo, «asciugare gli organici». Il che vuol dire, in parole povere, che potrebbero essere chiusi tutti gli uffici di corrispondenza del quotidiano, e anche alcune sedi distaccate in Italia. Non solo: c'è da risolvere anche il problema dei precari che lavorano all' «Unità». I nodi da sciogliere, o meglio, da tagliare sono molti. E il cdr del giornale annuncia battaglia sottolineando che le risposte fornite ieri dai rappresentanti della proprietà «non contribuiscono purtroppo a chiarire i futuri sviluppi della trattativa». L'unico elemento di rassicurazione, per la redazione, viene dall'annuncio dato dallo stesso D'Alema che «il pds resterà comunque nella proprietà a garanzia della collocazione politica del giornale». E ruota proprio attorno a questo elemento l'editoriale che il direttore del quotidiano, Giuseppe Caldarola, pubblica oggi. Da quell'articolo si deduce che Caldarola potrebbe rimanere al suo posto fino a quando il giornale risanato non verrà messo in vendita. Saranno poi i compratori, in accordo con il pds, a ridisegnare il vertice dell'«Unità». Maria Teresa Meli La redazione «in agitazione» Tra i «potenziali acquirenti» Tanzi e De Benedetti. D'Alema: «Ci sono capitali privati interessati ma il giornale va risanato» Il direttore responsabile dell'Unità Giuseppe Caldarola
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