Preso tra la folla il killer di Silvia

e a Caserta i sicari fanno fuoco su un giovane sospettato di essere affiliato alla camorra e a Caserta i sicari fanno fuoco su un giovane sospettato di essere affiliato alla camorra Preso Ira la folla il killer dì Silvia Era in Calabria l'uomo che uccise a Napoli NAPOLI. L'uomo e la donna passeggiano nella piazza del paese, si fermano a chiacchierare con un gruppetto di persone: sono abbronzati e si mostrano distesi, come una qualsiasi coppia in vacanza. Ma la scena cambia di colpo, quando tra la folla che prende il fresco della sera si materializzano i poliziotti in borghese. Finisce così a Marina di Cetraro, il paese di villeggiatura sul mare di Calabria dove con la convivente aveva preso in affitto una casa per 2 mifìoni, la latitanza del presunto killer di Silvia Ruotolo, la giovane casalinga uccisa l'I 1 giugno scorso a Napoli durante un conflitto a fuoco tra bande rivali. Per il questore Arnaldo La Barbera l'ipotesi che il proiettile che ha spezzato la vita di una madre di famiglia sia partito proprio dalla pistola del pluripregiudicato preso in provincia di Cosenza è «molto fondata». La cattura di Rosario Privato, 29 anni, ritenuto legato ad un'organizzazione camorristica che vuole il controllo del quartiere Arenella, rappresenta un punto a favore delle forze dell'ordine in un momento in cui l'emergenza criminalità segna la Campania. La notizia arriva poche ore dopo un altro omicidio in provincia di Caserta. In un agguato a Marcianise, finisce sotto i colpi dei sicari un giovane di 22 anni, Carlo Barone, incensurato ma, secondo gli inve- stigatori, affiliato al clan Mazzacane che da anni è in guerra con un'altra organizzazione. A gennaio era stato ferito con una pistolettata e denunciato per favoreggiamento: la polizia non credette al racconto con il quale giustificò il proiettile nella gamba. Ieri i killer non gli hanno dato scampo e lo hanno affrontato nella piazza del paese: hanno sparato una dozzina di colpi, nove sono andati a segno. Ma se la violenza non si ferma, la polizia ha potuto incassare nelle ultime ore un importante successo. Dell'arresto di Rosario Privato, indicato come componente del gruppo di fuoco che sparò all'impazzata sulla salita Arenella e probabile assassino di Silvia Ruotolo, è stata data notizia ieri pomeriggio con soddisfazione dal questore Arnaldo La Barbera e dal capo della squadra mobile Aldo Faraoni. Una vittoria sottolineata anche dal ministro Giorgio Napolitano che ha definito la cattura del pregiudicato «un importante risultato» frutto della «tenacia» degli investigatori. «Sentiamo di poter dire - ha detto Napolitano - che le forze dell'ordine hanno adempiuto ad un particolare dovere morale verso i familiari di Silvia Ruotolo ai quali desidero far giungere ancora l'espressione della nostra solidarietà». Ed il marito della giovane donna uccisa sotto gli occhi dei figli, Lorenzo Clemente, ha apprezzato gli sforzi con una sola riserva: «Ringrazio le forze dell'ordine per il lavoro che stanno facendo, ma ripeto anche in questa occasione le parole di mia figlia: devono prenderli tutti». Del fatto che il proiettile mortale sia stato sparato proprio dall'arma di Rosario Privato, sembra sicuro La Barbera: «Dalle descrizioni delle persone presenti quella mattina, della posi¬ zione di coloro che hanno fatto fuoco e delle armi, riteniamo che vi sia una corrispondenza tra la pistola impugnata da Privato e quella che ha ucciso Silvia Ruotolo». Per avere l'assoluta certezza, però, sarebbe necessario un accertamento impossibile: una perizia balistica tra il bossolo che è stato rinvenuto e l'arma che invece non c'è. In carcere, prima di Privato, sono finite già tre persone, tutte ritenute coinvolte a vario titolo nella sparatoria di salita Arenella. Destinatari di ordinanze di custodia, con il pregiudicato catturato in Calabria, sono Raffaele Rescigno e Gennaro Ciriaco, mentre Vincenzo Cacace, che si è autoaccusato di aver partecipato al conflitto a fuoco, è soltanto indagato. Ma nella lista - hanno spiegato ieri gli inquirenti - c'è un quinto uomo che risulta al momento latitante e che presto potrebbe finire nella rete: «Per questo siamo ancora qui - ha sottolineato il capo della Mobile - e non partiamo per le vacanze». Mariella Cirillo Napolitano: una cattura che rende giustizia alla famiglia Ruotolo A sinistra il luogo dove è stata uccisa Silvia Ruotolo (in alto)