Riciclaggio indagato Dell'Utri di R. I.
Per i rapporti con il boss mafioso Mangano La Dia perquisisce alloggi a Palermo e Milano. I legali: processo politico Riciclaggio, indagato Dell'Utri Per i rapporti con il boss mafioso Mangano PALERMO. Alcune perquisizioni sono state eseguite ieri a Palermo e a Milano nell'ambito di un'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Palermo su un riciclaggio di denaro che vedrebbe coinvolto anche il deputato di Forza Italia Marcello DeU'Utri. L'indagine riguarda presunti rapporti intrattenuti dal boss Vittorio Mangano - l'ex fattore della villa di Berlusconi, detenuto per associazione mafiosa - con Dell'Utri, Berlusconi e Gaetano Cina, detenuto con l'accusa di mafia. Agenti della Dia hanno perquisito gli appartamenti di Vittorio Mangano, di Giovanna e Maria Citarda, vedove, rispettivamente, dei boss Girolamo Teresi e Pino Albanese, entrambi assassinati nella guerra di mafia degli Anni 80. Nel corso delle perquisizioni sarebbero state sequestrate alcune videocassette. L'inchiesta, condotta dai sostituti procuratori De Giglio e Gozzo, si avvale anche delle dichiarazioni dei pentiti Francesco Di Carlo, Salvatore Cancemi, Gioacchino Pennino, Antonino Calderone, Calogero Ganci, Francesco Paolo Anzelmo e Antonino Galliano su presunti rapporti tra Dell'Utri, già rinviato a giudizio per concorso in associazione mafiosa, e i boss Girolamo Teresi, Stefano Bontade e Vittorio Mangano. Sono allegate agli atti dell'indagine anche alcune dichiarazioni dell'imprenditore Filippo Alberto Rapisarda. Dell'Utri era stato rinviato a giudizio da Gioacchino Scaduto il 19 maggio. Secondo l'accusa i rapporti dell'ex presidente di Pubhtalia con la mafia sarebbero cominciati negli Anni 60 e proseguiti, in forma «non contingente ed occasionale», fino al 1995. Per la Dia di Palermo Dell'Utri sarebbe stato un «canale di collegamento» tra Cosa nostra, il mondo economico milanese e il sistema istituzionale. Questo ruolo di cerniera si sarebbe sviluppato in un contesto di relazioni con esponenti di spicco della mafia. L'atto di accusa raccoglie in 400 pagine le dichiarazioni di 22 pentiti, riscontri investigativi, trascrizioni di intercettazioni telefoniche. Il dossier ricostruisce i rapporti di Dell'Utri con Berlusconi (la cui posizione era stata già archiviata), con Cina e con Mangano. Quest'ultimo avrebbe avuto anche il compito di curare gli interessi economici dell'organizzazione. «Vogliono impostare un processo politico, che sia la continuazione del processo Andreotti», aveva detto Dell'Utri, commentando l'esito dell'udienza preliminare. «Restiamo sconcertati nel ripetersi del malcostume di apprendere dai giornali quello che si ha il diritto di conoscere prima degli estranei», ha dichiarato l'avvocato Trentino, difensore di DeU'Utri. «Ma essendo noi estranei ci sorprendiamo per il metodo ma restiamo indifferenti al merito della notizia per esserne lontani anni luce. Ci auguriamo solo che le videocassette sequestrate siano almeno divertenti». [r. i.]
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