Una tomba tra i nobili
Aveva chiesto al Pontefice: mi stia spiritualmente vicino nel momento della mia morte La città con le bandiere a mezz'asta, ma tra la gente prevalgono indifferenza e scetticismo Una tomba tra i nobili Palermo attende le spoglie di O 'Dell PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E ora si aspetta di seppellire Joseph O'Dell nel cimitero di Santa Maria del Gesù, quello dei nobili di Palermo. La Confraternita di Benedetto il Moro, il santo eritreo eremita nel Medio Evo a San Fratello, il paese di Craxi, ha offerto una delle sue tombe monumentali, vicina a quelle di famiglie illustri, le più antiche dell'isola come i Chiaramonte. Così, con le bandiere a mezz'asta in segno di cordoglio, ma senza la minima mobilitazione popolare, Palermo si dispone ad accogliere le spoglie del Cherokee giustiziato in Virginia che non si sa quando né con quale mezzo potranno giungere sin qui. Prima dell'iniezione mortale, O'Dell aveva ribadito di voler essere sepolto nella capitale della Sicilia di cui il 20 gennaio era diventato cittadino onorario. Un'attenzione riservata dalla Giunta comunale di Leoluca Orlando fin dall'anno scorso ai condannati a morte di tutto il mondo, indipendentemente dalla loro colpevolezza o innocenza. Una decisione che ha avuto il duplice effetto di far balzare Palermo, insanguinata dalle stragi della mafia, fra le città dove ci si batte davvero per la difesa della vita e di far lievitare le coscienze dei palermitani in una dimensione planetaria, distogliendole una volta tanto dalle miserie locali. Un terreno di confronto sociale ed etico sul quale il caso O'Dell ha coinvolto - e non soltanto emotivamente - anche l'arcivescovo Salvatore De Giorgi che ieri mattina ha detto Messa in memoria del detenuto ucciso, dopo aver trascorso una notte agitata, quasi insonne, raccolto in preghiera. In mattinata l'arcivescovo ha fatto diramare ai suoi collaboratori una nota in cui si rileva che «l'orrore provocato dall'uccisione di O'Dell deve mobilitare le coscienze e far riflettere i legislatori di certe nazioni, che pur si dicono democratiche, sulla mostruosità della pena di morte perché sia ovunque abolita». La stessa nota assicura che il successore del Cardinale Pappalardo nella guida della Chiesa siciliana ha pregato «con l'amarezza e lo sgomento di chi considera la pena di morte un delitto contro la vita umana, della quale padrone è soltanto Dio a cui nessun uomo e nessuno Stato può sostituirsi». Leoluca Orlando, che in favore di O'Dell si era impegnato anche a Strasburgo al Parlamento europeo presentando una mozione con altri eurodeputati, in giornata ha anche parlato con Lori Urs, diventata sposa del condannato pochi minuti prima dell'esecuzione e che per suo conto in Municipio aveva ritirato sette mesi fa l'attestato della cittadinanza onoraria di Palermo. «Hanno ucciso un innocente», ha affermato Orlando che invano, negli Stati Uniti, per alcuni giorni aveva insistito per la grazia. Una dichiarazione con cui il sindaco s'è sbilanciato, visto che in gennaio aveva invece sostenuto che poco importava se O'Dell e tutti gli altri condannati a morte fossero colpevoli, essendo certo che fratello non deve uccidere fratello. Per il portavoce della Rete Franco Piro «la feroce esecuzione è il sintomo più evidente della paura che domina la società americana e pervade tutto il mondo occidentale: la paura di fare i conti con gli errori che queste stesse società generano». Ma da destra, sempre a Palermo, rullano i tamburi di Alleanza nazionale: il deputato Enzo Fragalà insinua che «Orlando ha cavalcato perfino la condanna a morte pur di far parlare di sé». Le iniziative del sindaco per O'Dell, secondo Fragalà, «rientrano in una campagna elettorale immorale, indecorosa, degna del sindaco più incapace che Palermo abbia mai avuto». E la città, la gente di Palermo? A parte il migliaio di persone che ha partecipato a ima veglia promossa dal Comune e da Amnesty International e a parte la frenetica attività «prò O'Dell» in Municipio, non è esagerato dire che, nell'afa di luglio, sembrano prevalere indifferenza e scetticismo. Il grande tema della pena di morte, così, rischia di essere sopraffatto dalle diatribe pre-elettorali in vista delle amministrative di novembre. Antonio Pavida Dalla destra An attacca il sindaco «Orlando ha cavalcato perfino la condanna a morte pur di far parlare di sé» Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che si è battuto per la grazia a O'Dell e le bandiere a mezz'asta sul palazzo del Comune
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