La Svizzera apre i forzieri

11 Diffuso l'elenco delle vittime dell'Olocausto che depositarono fondi nella Confederazione la Svizzera apre i forzieri Via alla restituzione dei beni agli ebrei ROMA. L'associazione dei banchieri svizzeri (Abs) ha finalmente capitolato. E' partita la campagna di restituzione dei fondi in giacenza agli eredi delle vittime dell'Olocausto. E non solo: moltissimi cercarono di nascondere i loro beni in Svizzera durante la guerra, e poi magari le vicende belliche li travolsero. Anche in questo caso, gli eredi non sono mai riusciti a rientrare in possesso dei propri soldi. Dopo mesi di pressioni e di accuse roventi, ieri il primo passo. Su giornali di tutto il mondo, l'Abs ha fatto pubblicare un lungo elenco di nominativi. Sono i «titolari di conti in giacenza dall'epoca iella seconda guerra mondiale». In tutto, sono duemilacento nomi provenienti da ogni dove d'Europa. Per quanto riguarda gli svizzeri, seguirà un secondo elenco. Ma già insorge il segretario del Congresso ebraico europeo, Serge Cwajngenbaum: «Questo è solo un primo passo. Ci aspettiamo altri nomi a ottobre». E da Gerusalemme, il portavoce dell'Agenzia ebraica bolla l'iniziativa come «insignificante e tardiva». A Gerusalemme aspettano la pubblicazione di almeno altri quindicimila nominativi. E' abbastanza soddisfatto invece il rabbino capo di Roma, Elio Toaff: «Non è mai troppo tardi per fare giustizia e rimettere le cose a posto». Toaff due giorni fa s'era detto molto deluso della sentenza su Priebke. Ri- marca che anche in questo caso, ci sono voluti 50 anni per ottenere giustizia. «E se - dice Toaff non ci fossero state tante prese di posizione, non so se tutto ciò sarebbe stato reso noto. E' comunque positivo. Trovo giusto che gli eredi degli aventi diritto ritornino in possesso dei loro averi». L'Abs, in collaborazione con la speciale commissione indipendente presieduta da Paul Volcker, ex presidente della Federai Reserve (Usa), ha insomma avviato la procedura di restituzione. La definiscono «nuova e accelerata». Significa un complesso di misure: in 27 Paesi del mondo c'è un numero verde a cui chiamare per avere informazioni (in Italia, 167780496); si pubblicano le liste di titolari; si preparano addirittura un coupon postale e un sito internet (http://www.dormantaccounts.ch) per facilitare la comunicazione; infine si incarica una società internazionale, la «Ernst & Young», per aiutare il pubblico. L'Abs fa anche sapere che c'è un anno di tempo per liquidare le richieste, oltre il quale i fondi finiranno tutti in beneficenza. E conclude: «Non esitate a farvi avanti. Le vostre richieste saranno valutate con prontezza e se¬ rietà. Grazie». Su duemilacento nominativi, gli italiani sono meno di cento. Ottantatré, per l'esattezza. Spesso c'è un solo cognome. In moltissimi casi, non c'è nemmeno la città di residenza. E così da ieri, negli uffici al servizio delle comunità israelitiche si scartabella alla ricerca di indicazioni che possano portare a qualche erede. Particolarmente numerosi sono i triestini, i romani e i milanesi. D'altra parte erano le comunità ebraiche più numerose. Dice Michele Sarfatti, coordinatore delle ricerche nel Centro di documentazione di Milano: «Ci sono molte omonimie. Bisogna stare attenti. Comunque ci sono anche dei non ebrei, in questo elenco. C'è un certo dottor Cattaneo, che non è un cognome di origine ebraica. E non c'è, invece, un nome che mi aspettavo, visto che un suo presunto erede aveva interessato i1 nostro Centro qualche mese fa». Il valore di questi conti «in giacenza», secondo l'Abs, ammonta a 61,2 milioni di franchi svizzeri, pari a 73 miliardi di lire. E' molto di più di quanto si ammettesse finora. Francesco Grignetti Oltre duemila nominativi, di cui ottantatré italiani: gli eredi hanno un anno per reclamare la loro parte dei 73 miliardi Anche un «numero verde» per avere ragguagli. Proteste a Gerusalemme «Iniziativa insignificante, ci aspettiamo altri 15 mila nomi» guerra Mondiali? 1 :,:::r-■■■■>-...... -»■*«-. '****,>.v, ,;v}. "'r ■''■■'.vt:;„.„:. ■■/'«■'■vx.* <«.,,..,,:< Il presidente dell'associazione dei banchieri svizzeri Georg F. Krayer a Zurigo mentre mostra l'elenco delle presunte vittime dell'Olocausto i cui depositi giacciono tutt'ora negli istituti di credito elvetici. A sinistra, un'immagine della lista