Il recluso Eta suicida violentato in carcere di Gian Antonio Orighi

Jaffa, arabo ferisce 11 turisti Spagna, ritorsione all'omicidio Bianco Il recluso Età suicida violentato in carcere Vendetta di alcuni detenuti comuni Il ministro degli Interni smentisce MADRID NOSTRO SERVIZIO Tempi duri per i 460 militanti dell'organizzazione indipendentista basco-spagnola Età (che ieri ha rivendicato con un comunicato sul suo giornale «Egin» l'assassinio dell'assessore comunale popolare Vasco Bianco) incarcerati nelle 52 galere spagnole: dopo l'esecranda esecuzione di Bianco il 12 scorso, per ritorsione vengono sistematicamente picchiati e sottoposti a ogni sorta di sevizie da parte dei detenuti comuni, come denuncia lo stesso «Egin». L'«etarra» Juan Carlos Hernando, nome di battaglia «Enike», si sarebbe impiccato la scorsa domenica nel carcere di Albacete (Castilla La Mancha, nel centro del regno) perché era stato nei giorni precedenti ripetutamente violentato da detenuti comuni. La rivelazione, pubblicata ieri da «El Mundo», è di un'amica intima di Enike, militante di Herri Batasuna (il partito politico, legale, di Età) nella stessa cittadina di Arrigorriaga in cui l'«etarra» nacque e dove è stato sepolto martedì sera accompagnato da ben 3 mila filoterroristi. L'amica di Hernando, che ha chiesto di rimanere anonima, ha parlato nel carcere di Albacete con il suicida e questi le avrebbe detto: «Dei detenuti comuni mi hanno sodomizzato più volte e mi hanno picchiato proprio perché ero di Età». «Questi sono i motivi che lo hanno portato al suicidio», afferma la donna. Il ministro degli Interni Jaime Mayor Oreja ha smentito ieri mattina quanto pubblicato da «El Mundo»: «Hernando non è stato violentato né ci sono stati episodi così terribili effet¬ tuati da detenuti comuni. La testimonianza non è verosimile». Intanto, mentre l'agenzia statale Efe rivelava che Mayor ha annullato «per ragioni di sicurezza nazionale» un viaggio ufficiale in Messico dal 28 al 30 prossimo «perché si teme un gravissimo attentato di Età a fine mese», l'organizzazione basca ha rivendicato l'assassinio (l'817° dal '59) del povero assessore. Parole spietate come le sue pallottole. Questa volta Età (Patria Basca e Libertà) ha fatto le cose in grande. A parte il comunicato pubblicato integralmente da «Egin», i terroristi basco-spagnoli hanno fatto pervenire il testo, tradotto, alle principali agenzie di stampa mondiali. «Età assume ed assumerà nel futuro, con la testa ben alta, le conseguenze che derivano dal conflitto armato tra i Paesi Baschi, e la Spagna, per cruentissime e dolorose che siano, come l'esecuzione di Bianco», iniziano gli «etarras». Poi ricordano che se il governo di Madrid riconoscesse il diritto all'autodeterminazione dei Paesi Baschi e accettasse anticipatamente il risultato del «dibattito democratico», proclamerebbe un «cessate-il-fuoco» immediato. Contemporaneamente, l'associazione Vittime del terrorismo ha chiesto ad imprese e banche di non fare più pubblicità su «Egin». E denuncia: «Nei primi sei mesi del '97, a parte la pubblicità statale obbligatoria, il giornale pro-Eta ha incassato da privati con 777 annunci ben 1,5 miliardi di lire». Tra le aziende figurano la Volvo e persino organizzazioni religiose come «Misiones Diocesanas». Gian Antonio Orighi

Persone citate: Albacete, Bianco, Jaime Mayor Oreja, Juan Carlos Hernando, Mayor, Mundo, Vasco Bianco

Luoghi citati: Madrid, Messico, Paesi Baschi, Spagna