Dai vescovi «veleni» sull'ex pm

Dai vescovi «veleni» sull'ex pm Dai vescovi «veleni» sull'ex pm Ironico l'Avvenire: quanto è bianca la sua veste? ROMA. La candidatura di Antonio Di Pietro nelle file dell'Ulivo non sembra riuscire gradita 01tretevere. L'Osservatore Romano l'ha criticata. Il 17 luglio ha garbatamente ironizzato sulle «turistiche esperienze» dell'ex magistrato di Mani pulite «in questa o in quella professione». E ieri il quotidiano della Santa sede ha sottolineato che l'appoggio a Di Pietro «continua a costare a D'Alema», riportando, con minuzia, tutte le accuse che sono state lanciate contro questa operazione. Ma a simili sortite l'Osservatore ha abituato da tempo i suoi lettori: fin dai tempi di Tangentopoli quel giornale non dimostrava eccessiva tenerezza nei confronti di Di Pietro. Suonano invece inusitate le critiche di altri organi di stampa delle gerarchie cattoliche. L'affondo di Famiglia.cristiana, per esempio. La rivista dei Paolini, «commissariata» dal Vaticano, nell'editoriale del suo prossimo numero, stigmatizza «lo stile assai poco democratico e traspa¬ rente» con cui l'ex pm ha deciso di candidarsi. Uno stile, sottolinea il settimanale, che «sembra fatto apposta per alimentare teorie su possibili congiure e golpe». Ma gli strali che dalla Chiesa giungono a Di Pietro non sono solo questi. Anche il Sir - il Servi¬ zio per l'informazione religiosa, ossia l'agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla conferenza episcopale italiana - dedica una nota tutt'altro che lusinghiera a Di Pietro. Il Sir si scaglia contro quella che definisce un «variante» dell'«egemonia gram- sciana», che «viene applicata dalle forze di governo» e che è «finalizzata ad ampliare il fronte della maggioranza assorbendo personalità e piccoli gruppi, senza affermazioni di principio». Ma l'attacco più sorprendente - nel senso che viene da un giornale che non ha mai avuto come bersaglio Di Pietro - è arrivato dall'Avvenire, il quotidiano della Cei. Un attacco che è nato per espressa volontà del direttore Dino Boffo, dopo alcuni colloquio con il Cardinale vicario Camillo Ruini. Il 19 luglio l'Avvenire ha pubblicato un commento durissimo, in prima pagina, sul conto dell'ex pm del pool di Mani Pulite. Niente, rispetto all'edizione del giorno prima: due pagine intere dedicate all'argomento. Corredate da un commentino dal titolo eloquente: «Quanto è bianca la veste di Di Pietro?». Durissimo il tenore delle scritto, in cui si sosteneva che a personaggi come l'ex magistrato «non può essere chiesta solo la fedina penale come test di ido¬ neità». «Il popolo - era il prosieguo - ha il diritto di essere rassicurato sulla trasparenza dei suoi comportamenti in ogni ambito della vita pubblica, professionale e privata. Ed è proprio qui che ormai è stata accertata l'esistenza di zone d'ombra». Insomma, un attacco in piena regola, quello dell'«Awenire», per nulla casuale. Nelle gerarchie ecclesiastiche, infatti, come raccontano gli ex de di ogni polo, Di Pietro viene visto con molta diffidenza. E non è solo Ruini a confidare, a chi lo ha visto e ci ha parlato in questi giorni, che c'è qualcosa di poco trasparente nella scesa in campo dell'ex pubblico ministero. Ma non ci sono solo le perplessità del vicario di Roma ormai in freddo da tempo con il governo del centro sinistra e con Prodi (che pure conosce da parecchi anni, tanto che il leader dell'Ulivo quando parla di lui lo chiama «Don Camillo»). Anche il cardinale Carlo Maria Martini, l'arcivescovo di Milano che piace al centro sinistra, non nasconde ai suoi interlocutori di nutrire qualche perplessità nei confronti del personaggio Di Pietro. Dunque le varie anime della Chiesa sembrano concordare su questo punto. E l'atteggiamento delle gerarchie ecclesiastiche spiega in parte la difficoltà in cui versa il ppi. Anche se Franco Marini è stato costretto a fare buon viso a cattivo gioco con i collaboratori e con altri leader del centro sinistra, il segretario popolare si è sfogato. «Questa cosa non mi convince e non mi piace» è stato il suo ritornello dopo la candidatura di Di Pietro. Maria Teresa Meli Il cardinale vicario Camillo Ruini Sarebbe lui l'ispiratore dell'attacco sul quotidiano cattolico «Avvenire» all'ex magistrato Antonio Di Pietro

Luoghi citati: Milano, Roma