Castellamonte la ceramica di G. C.

Castellamonte, k ceràmica Castellamonte, k ceràmica In alto da sinistra comignoli in grès salato, una magnifica stufa e «Sputnik» (anni 50-60, Manifatture A/debaran di Torino) A sinistra la Rotonda diAntonelli e a destra «IlPo» di Mastroianni In basso un ceramista al lavoro SONO in tutto una ventina i lavori del celebre scultore Umberto Mastroianni esposti a Palazzo Botton nell'ambito della mostra «La scultura applicata: omaggio a Mastroianni». Come afferma la curatrice TRONEGGIAVA imponente, rossastra in penombra nel bel mezzo dell'ingresso della casa dei nonni. «E' una stufa di Castellamonte», affermava orgogliosa nonna Margherita. «Sapeste come c'è stata utile durante la guerra. Lì dentro abbiamo bruciato di tutto, e lei da sola riscaldava ogni stanza della casa». La cittadina canavesana di Castellamonte ha legato il proprio nome all'immaginario collettivo e affettivo di molti piemontesi con la sua rinomata produzione di grandi stufe in terracotta, ancor oggi ricercatissime per arredare (e all'occorrenza riscaldare) la casa di campagna. Nel tentativo di mantenere viva e far conoscere questa secolare tradizione, il comune di Castellamonte organizza anche quest'anno l'ormai consueta «Mostra d'arte e industria ceramica». A dire il vero, questa 37a edizione che s'inaugura il 18 luglio, si presenta meno consueta e più effervescente che in passato grazie anche all'impegno della Regione, diventata ente coorganizzatore. i ' l gAddirittura cinque sono quest'estate le mostre in programma. Alla Rotonda Antonelliana, otto artisti contemporanei, quattro italiani e quattro francesi, hanno costruito un «Tempio Ceramico: omaggio ad Alessandro Antonelh». Nell'attiguo Palazzo Botton sono allestite altre due mostre: «Ceramiche eccentriche: Torino 1948-1967» e «La scultura applicata: omaggio a Umberto Mastroianni», mentre il Cinema Teatro Sociale presenta «La ceramica fiabesca: all'ombra del Pitociu» e la palestra delle scuole elementari «Il Piemonte artistico industriale: ornamento, prodotto, progetto». Guido Curio ANTO NELLI É IL TÈMPIO DELLE ILLUSIONI Come è ormai consuetudine, anche questa 37a «Mostra d'arte e industria ceramica di Castellamonte» orbita intorno alla Rotonda Antonelliana, il vastissimo doppio emiciclo fatto erigere nel 1842 da Alessandro Antonelli come muro perimetrale per una nuova chiesa parrocchiale, che la megalomania del progettista della Mole avrebbe voluto seconda per dimensioni solo alla basilica di San Pietro a Roma. Tra queste imponenti mura il commissario artistico, Enzo Biffi Gentili, ha invitato otto artisti contemporanei a tentare una provocatoria «Riapertura del cantiere dell'Antonelli». Con la regia dell'architetto Toni Corderò, direttore degli allestimenti, gli artisti Sandro Lorenzini, Luigi Mainolfi, Ugo Marano, Aldo Rontini, Claude Champy, Bernard Dejonghe, Jacques Kaufmann, Daniel Pontereau hanno costruito un «Tempio ceramico» realizzando opere in terracotta, musivamente ispirate agli arredi sacri di quella chiesa mai costrui¬ ta: un altare, un confessionale, un fonte battesimale, un organo e alcune pietre sepolcrali. [g. e] Mostra d'Arte e Industria Ceramica di Castellamonte. Dai 19 luglio al 7 sett. Orario: 14-23 Sab. dom. e festivi 10/13-14,30/23. Biglietto cumulativo lire 10 mila lire Martina Corgnati, «la rassegna vuole mettere in risalto aspetti meno noti e studiati dell'attività del maestro», dalla scultura architettonica ideata in collaborazione con altri protagonisti dell'arte a Torino negli Anni Cinquanta, come l'architetto Carlo Mollino, sino alla sperimentazione di arte applicata, con progetti per arazzi, vetrate, gioielh e addirittura un autobus granturismo, il «Golden Dolphin». Molto spazio viene dato naturalmente alla produzione ceramica, materia con la quale Mastroianni ama spesso confrontarsi, sentendo quella tecnica non tanto come un esercizio minore, ma anzi come «madre della scultura», secondo l'atica definizione che fu data nel Cinquecento da Pomponio Gaurico. Non a caso era di terracotta il modello della cancellata realizzata due anni fa da Umberto Matroianni per il Teatro Regio di Torino. Ed è proprio in collaborazione con il Regio che a settembre verrà organizzato l'evento conclusivo dell'intera manifestazione: «Il concerto degli elementi», eseguito con un organo a fuoco, strumento unico nel suo genere, con una facciata di 20 metri di canne d'acciaio che funzionano anche come lanciafiamme. Verrà suonato in anteprima italiana dal suo inventore, il francese Michel Moglia, che è insieme geniale musicista e ceramista. [g. c.]