Oggi Di Pietro all'esame dell'Ulivo

«pili Vertice con i leader, ma Manconi rifiuta l'invito. Lui spiega: «Mi candido per umiltà» Oggi Di Pietro all'esame dell'Ulivo Berlusconi lo attacca: è il campione delle manette ROMA. Giorno di esami per Antonio Di Pietro, «convocato» al suo primo «rendez-vous» con i leader dell'Ulivo quasi al completo: unica nota stonata, l'assenza polemica dei Verdi nella persona del portavoce Luigi Manconi, Il quale Manconi, non pago della «diserzione», ha dato notizia del «summit» (probabilmente ospitato presso il gruppo parlamentare del ppi), prendendo tutti in contropiede e suscitando non poca irritazione nei corridoi di Botteghe Oscure. Tanto che ieri sera si ipotizzava un rinvio. Un appuntamento che segue di poche ore l'elenco delle «condizioni» illustrate dall'ex pm nella abituale rubrica su Oggi (questa mattina in edicola), giudicate fondamentali per rompere gh indugi e debuttare in politica. Chiede garanzie, il novello candidato, a dispetto del sostegno che Massimo D'Alema ha voluto ribadirgli ancora ieri: «La candidatura di Di Pietro è un grande fatto democratico. Questa è un'altra delle cose sulle quali il tempo ci darà ragione». Tre i «diktat» di Di Pietro. Nel- l'ordine, «che la mia candidatura sia accettata dalla base degli elettori; che l'Ulivo.sia unitariamente d'accordo e convinto di tale scelta; che si chiarisca la questione giudiziaria dei rapporti Pacini-D'Adamo e dei soldi transitati tra i due». Trasparenza su tutta la linea, insomma, compresa la più delicata quella giudiziaria -, per una candidatura che «non è un tradimento» ma «un gesto di umiltà», come spiega in serata ai microfoni del Tg: «Nel momento in cui decido di scendere in politica, voglio partire dal gradino più basso». Soprattutto, Di Pietro auspica un rapporto fiduciario con gli elettori e la fine dei malumori nell'Ulivo: garanzie fondamentali per rompere gh indugi e sfidare il fuoco incrociato del Polo. «Non mi interessano le opinioni di questo signore, campione della giustizia violenta, sul cui conto avrei avuto molte altre cose da dire ai magistrati di Brescia... - lo ha incalzato anche ieri il Cavaliere davanti alle telecamere -. I giudici faranno le loro indagim». L'arrivo di Di Pietro in Parlamento potrebbe rafforzare l'ala giustizialista di Camera e Senato?, hanno rilanciato i giornalisti. «Credo che con il suo arrivo si svilupperanno degli anticorpi proprio nei confronti di chi è il campione della giustizia violenta, delle manette, dell'abuso della carcerazione preventiva. Anticorpi che provocheranno una reazione di segno contrario». Lungi dall'incrociare le lame, Di Pietro preferisce illustrare le sue linee di intervento. «Sono disposto - spiega su Oggi - a entrare in Parlamento con l'Ulivo per dare, da una parte, il mio contributo su alcune questioni di fondamentale importanza: la giustizia, il conflitto d'interessi e le riforme istituzionali. Dall'altra, per rafforzare - da indipendente e, in prospettiva, con un movimento autonomo - l'area moderata del centrosinistra». D'altra parte, si legge, «le persone responsabili devono mettere da parte le proprie ambizioni e schierarsi apertamente, anche a costo di perdere una fetta del proprio potenziale consenso elettorale». Un rischio che paradossalmente condivide con il suo nemico «storico». «Non farei il mio dovere e non potrei avere rispetto di me stesso dichiarava Berlusconi a Panorama in merito alle denunce contro l'ex magistrato - se non avessi il coraggio di fare ciò che sento di dover fare. Anche esponendomi alle critiche, alle accuse, alle irrisioni malevole». Così il Cavaliere. Quanto a Di Pietro, le riflessioni affidate alla sua rubrica erano già state anticipate ieri a Guido Sacconi - segretario del pds fiorentino - in una lettera faxata da Castellanza dopo gh esiti delle prime consultazioni sulla sua candidatura nel collegio del Mugello. «Se i rappresentanti locali dell'Ulivo preferissero un altro candidato, magari del posto, non è giusto che si ritrovino a dover votare una persona voluta e volata dall'alto», chiarisce l'ex pm. Non avrebbe senso, infatti, «entrare in una coalizione senza 0 consenso degli interessati». Come si dice, patti chiari... Alessandro Mondo «Ma scenderò in lizza soltanto se gli elettori mi diranno: ti accettiamo» Il leader del Polo «Non mi interessano le opinioni di questo signore. Su di lui avrei avuto altre cose da segnalare...» <Voglio partire dal gradino più basso della carriera politica» storie non esso rama o l'ex coragver fa critimale a Di e alla anticigreta lettepo gh i sulla o del locali altro non è er vovolata . Non are in nsenso dice, ndo «Ma scenderò in lizza soltanto se gli elettori mi diranno: ti accettiamo» Il leader del Pol«Non mi interessanle opinioni di questsignore. Su di luavrei avuto altrcose da segnalare..AntonDi Piet «pili Antonio Di Pietro

Luoghi citati: Brescia, Castellanza, Roma