D'Alema: voglio un milione di iscritti di Antonella Rampino
4% Il leader pds: ma la Cosa 2 non può sostituire Pulivo, che spero arrivi al 51 per cento P*Alema: voglio un milione di iscritti «Siamo già socialisti, lo saremo di più» ROMA. Mentre Occhetto e Bertinotti volano in Calabria per commemorare Gramsci, al residence Ripetta D'Alema e Ruffolo, con Valdo Spini e Giorgio Bogi, più tutta la direzione di Botteghe Oscure in platea, celebrano Saragat e i meriti della socialdemocrazia italiana. Saragat lo ricorda Ruffolo nella prolusione: D'Alema ascolta e annuisce. D'altro canto, il leader pds si era già recato a Palazzo Barberini, sede della storica scissione interna ai socialisti, per rendere omaggio alla vena piccola, e dai non nobili epigoni, della socialdemocrazia all'italiana. E non si meraviglia, naturalmente, neppure l'uditorio della riunione che deve portare a convocare, in autunno, gli Stati generali della Sinistra, definizione un po' pomposa del congiungimento delle due storiche correnti della sinistra italiana, ex socialisti ed ex comunisti, con quel che resta dei repubblicani, come Giorgio Bogi, con i Comunisti Unitari, con i Cristiano Sociali. Ma, anche solo a sentire la prolusione e la conclusione, l'intervento di Ruffolo e quello di D'Alema, le differenze non sono acqua, e restano. Ruffolo parla di «un partito dal volto umano», cita Keynes, chiarisce che la sfida della globalizzazione dei mercati impone una diversa cultura del lavoro, e differenti strumenti per affrontare la disoccupazione. Ma chiude il suo ellittico discorso richiamando l'immagine di un partito nuovo, «con la testa fredda e il cuore caldo», un partito che non cerchi la via del successo ma quella di una società diversa, e che persegua «il mito della piena occupazione», che è poi quel che i liberisti considerano il maggior capo d'accusa contro i keynesiani. D'Alema raccoglie e ribatte, punto per punto, e tra le righe di un programma per la guida del Paese: «Nulla come il successo dà forza e popolarità», «La globalizzazione si governa dando alla sinistra nuovi valori». E poi, difle di voler tranquillizzare Ruffolo, che chiede che la parola «socialista» sia prevista nel nuovo emblema della Cosa 2: «Noi siamo già socialisti: lo siamo in Europa, lo sa¬ remo anche in Italia». Anche se, precisa, «Voler rifondare qualcosa è sbagliato, anzi è proprio la parola Bjfondazione che, alle soglie del Terzo Millennio, non va. Qualunque aggettivo l'accompagni». D'Alema ha riconosciuto come «una profonda ingiustizia» la dannazione della memoria, nella storia degli ultimi 10 anni del psi. Porte aperte, dunque: anche per il cristianesimo sociale «liberato dal dogma dell'unità dei cattolici». A che scopo? «Il pds ha 800 mila iscritti: è un obiettivo ragionevole voler arrivare a un milione». E anche per quel che riguarda il 43 per cento di consensi che l'Ulivo ha raccolto alle ultime elezioni: «Si può arrivare al 51 per cento». Al centro del progetto, proprio la Cosa 2: «L'Ulivo ha vinto perché ha messo in campo ima strategia politica forte, senza illusioni nuoviste». Sarcastico, D'Alema rileva che in Gran Bretagna le grandi riforme le ha fatte Margaret Thatcher, e Blair ne ha raccolto i frutti: «In Italia dobbiamo fare noi cose che spetterebbero agli altri, perché nel nostro Paese la destra non è ancora pronta, non è ancora capace». Dunque, Stati Generali della sinistra in dicembre, e intanto alcune riunioni preparatorie, come quella di dopodomani, che sarà tutta dedicata a «Potere e rappresentanza delle donne in Europa». Poi, per tutto l'autunno, assemblee regionali. Ma intanto, il muro di Berlino della sinistra italiana è ancora in piedi. Boselli, il segretario del Si, ha commentato: «fi volto umano del nuovo partito di cui parla Ruffolo non sarà quello di Di Pietro, che rappresenta l'esatto contrario dei principi del riformismo italiano ed europeo?». Un altro ex di via del Corso, Fabrizio Cicchitto, si dice sicuro che «l'elettorato socialista italiano non andrà alla Cosa 2». E anche Ottaviano Del Turco ostenta uno scetticismo antico: «Il pds vuole annettersi quel che resta del psi. Non ci riusciranno: alla fine, si ritroveranno con gli stessi voti che aveva Enrico Berlinguer». Antonella Rampino 4% Il segretario del pds Massimo D'Alema
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Morto a 75 anni Amerigo Dumini uno dogli uccisori di Matteotti
- Morire a Canelli a 25 anni
- Ancora nessuna notizia certa sul numero dei morti e dei contaminati in Ucraina. Scatta nella notte l'allarme in Cannila: radioattività aumentata di Ire volle. Invilo a tenere i bambini in luoghi chiusi
- Nascita di Marconi
- A casa gli albanesi il governo li espelle
- Siamo tutti in pericolo
- ALDO MORO
- Juve, l'Europa se ne va dopo la grande illusione
- E' tornato il calcio giovane
- Bergamo: guerriglia tra "tifosi,, durante la partita con il Torino
- Grazie Juve, grazie Brady
- Morto a 75 anni Amerigo Dumini uno dogli uccisori di Matteotti
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- Nascita di Marconi
- Tre domande a Capanna
- un po'di fantascienza
- Internet, istruzioni per l'uso
- FRA MAGIA E STREGONERIA
- Ticino, la minaccia è svizzera
- Non bastano pelliccia e permanente per fare d'un ex uomo una donna vera
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- La tragedia della transessuale Richards
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Grazie Juve, grazie Brady
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy