Pale l'esercito scarica il presidente
La «repubblica» serba di Bosnia è di fatto nelle mani dei fedelissimi di Karadzic, ex leader ora ricercato La «repubblica» serba di Bosnia è di fatto nelle mani dei fedelissimi di Karadzic, ex leader ora ricercato Pale, l'esercito scarica il presidente «I militari non obbediranno più alla Plavsic» ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO La polizia e l'esercito della Republika Srpska, l'entità serba di Bosnia, non obbediscono più a Biljana Plavsic. Dopo essere stata espulsa dal Sds, il partito democratico serbo al potere, la presidente serbo-bosniaca ha definitivamente perso il controllo sulle forze dell'ordine e sui militari. In una riunione tenutasi domenica notte a Bijeljina i vertici della polizia e dell'esercito hanno infatti annunciato di non essere più disposti a seguire i suoi ordini perché «minacciano l'ordinamento costituzionale della Republika Srpska». La televisione di Pale ha mostrato le immagini dell'incontro a cui erano presenti i massimi ufficiali serbo-bosniaci, confermando così che polizia e esercito si sono schierati con l'Sds, ovvero con l'ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic. Nella dura lotta per il potere che da alcune settimane vede scontrarsi la Plavsic e il suo predecessore, accusato di crimini di guerra dal tribunale internazionale dell'Aia, quest'ultimo continua a godere dell'appoggio delle massime autorità serbo-bosniache, mentre la presidente, sempre più isolata, può contare soltanto sulla comunità internazionale. «Non abbiamo ancora prove che la catena del sistema di comando nella Republika Srpska si sia spezzata» ha dichiarato il portavoce dalla Sfor, le forze dell'Orni e della Nato stazionate in Bosnia, Chris Riley. Ma dopo la decisione dei vertici militari di non obbedire più alla Plavsic rimane da vedere chi detiene veramente il potere. «Oggi abbiamo avuto disposizioni di non incontrare più il ministro degli Interni Dragan Kijac che la presidente ha destituito» ha dichiarato il portavoce delle forze internazionali di polizia a Sarajevo Aleksander Iwanko. «D'ora in poi contatteremo soltanto i comandanti locali della polizia serbo-bosniaca». In realtà sono le autorità serbo-bosniache ad aver deciso di interrompere le relazioni con i rappresentanti della comunità internazionale in seguito all'arresto dei due criminali di guerra serbo-bosniaci a Prijedor. L'ultimo esempio risale a ieri quando nella capitale bosniaca è arrivato l'ambasciatore americano all'Orni Bill Richardson. L'alto funzionario Usa ha incontrato il presidente bosniaco Izetbegovic e il rappresentante croato nella presidenza collegiale Zubac, ma l'esponente serbo, Momcilo Krajisnik, si è rifiutato di partecipare alla riunione senza fornire alcuna spiegazione per la sua assenza. «Vorrei ricordare ai funzionari della Republika Srpska che la loro mancata partecipazione nel lavoro delle istituzioni governative e il rifiuto di consegnare i criminali di guerra avrà un effetto negativo sugli aiuti internazionali e la ripartizione dei fondi destinati alla Bosnia» ha detto Richardson che nel pomeriggio doveva incontrare Biljana Plavsic. La presidente serbo-bosniaca è intervenuta domenica sera al raduno di Doboj organizzato da alcune migliaia di suoi sostenitori. «E' giunto il momento di creare uno Stato serbo democratico basato sulla legalità, perché noi appartenevamo e di nuovo apparterremo all'Europa» ha dichiarato la Plavsic aggiungendo che se l'aspettava di essere espulsa dal Sds. «Adesso respiro a pieni polmoni perché non devo più seguire la disciplina del partito. Vi sono entrata piena di grandi ideali e illusioni, ma poi mi sono sentita sacrificata, costretta. Era come se calzassi un paio di scarpe di due numeri più piccole del mio». Il discorso della lady di ferro di Banja Luka è stato di totale rottura con Karadzic e i suoi seguaci che la presidente accusa di corruzione e di essersi arricchiti con il contrabbando. «Privano lo Stato degli aiuti internazionali, continuando a isolare la Republika Srpska e a boicottare Dayton». La notte scorsa a Pale altri due veicoli della polizia internazionale dell'Orni sono stati danneggiati. Alle due automobili sono state tagliate le gomme con un coltello e sono stati frantumati i vetri. L'episodio viene a sommarsi alla serie di attentati contro i rappresentan¬ ti della comunità internazionale che hanno avuto luogo nelle ultime due settimane, dopo l'operazione compiuta a Prijedor dalle unità speciali britanniche che hanno arrestato due criminali di guerra serbo-bosniaci, uccidendone uno. Ingrid Badurina La Nato rompe i contatti con il ministro degli Interni che la Lady di ferro aveva destituito Il Capo dello Stato sempre più isolato continua a accusare i falchi del suo ex partito: corrotti e contrabbandieri Il presidente Biljana Plavsic A destra, una strada di Pale con i manifesti di Karadzic
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Il ritorno del «mostro», incubo nella notte di Bargagli
- Cede il tetto, muore operaio
- Indagini delia poiixia nei mondo dei vizio
- Il raccolto in Germania
- Unica trama per le stragi
- SAVOIA - CARIGNANO !
- «Troppi i cantieri alla Roquette»
- 200 parole su i discorsi della Corona
- Il giallo Bargagli in tv
- Tommaso di Savoia Carignano commemorato dal prof. Romolo Quazza
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Bimbo avvolto dal fuoco è salvato dalla nonna
- Il Governo inizia la propaganda per il prestito
- SETTIMANA BIANCA 1974
- Roma/A 24 ore dalla sparatoria in cui Ú morto il neofascista
- La propaganda pel Prestito Nazionale
- Ma Ciano non ascoltò il suo ambasciatore
- La centrale di Montalto sarà chiusa per due mesi
- Stamane di scena la Juventus
- La Juventus prova
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- La tragedia della transessuale Richards
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Iniziato il processo per i «balletti verdi»
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Alberto Talegalli e due amici uccisi nell'auto che si schianta contro la spalletta d'un ponte
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy