Volevano uccidere il Re: 109 anni

Un basco trovato impiccato in cella, per i compagni «è un delitto di Stato» SPAGNA Un basco trovato impiccato in cella, per i compagni «è un delitto di Stato» Volevano uccider© il He: 109 anni Madrid, condannati tre terroristi di Età MADRID NOSTRO SERVIZIO I giudici del tribunale nazionale di Madrid hanno condannato a 109 anni di carcere i tre «etarras» che nell'agosto 1995 avevano progettato di sparare a re Juan Carlos mentre si trovava nel porto di Palma di Maiorca a bordo dello yacht «Fortuna». La mente, Juan Carlos Vidal, 55 anni, e il killer assoldato, José Garcia Sertucha, sono stati condannati a 37 anni ciascuno, il figlio di Vidal, Juan José Rego Vidal, a 35. L'Età ha compiuto ieri un attentato ad Oviedo, nelle Asturie. Ma il tentato massacro ha causato solo una ferita lieve. L'azione intendeva essere una rappresaglia contro la morte, alle 23,20 di domenica scorsa, di Juan Carlos Hernando, un militante incarcerato della organizzazione separatista basca trovato impiccato nella sua cella, nel carcere di Albacete. Un suicidio che il suo avvocato definisce «assassinio». Hernando, nome di battaglia «Eneko», 35 anni, sposato, condannato a 6 anni per collaborazione con banda armata, detenuto dal '94, era incarcerato nella prigione «La Torrecica» da due anni. «Eneko», un pesce piccolo dell'Età, è stato trovato appeso con una cordicella a un tubo della cisterna del gabinetto della sua cella, nel braccio numero 3 di una galera destinata ad «etarras» di piccolo calibro (ve ne sono altri tre) e delinquenza minore. Niente lasciava presagire un suicidio. Sabato scorso la moglie lo era andato a trovare e le era apparso normalissimo. D'altronde, la sua pena era lieve e il codice penale spagnolo, ipergarantista (pena massima prevista 30 anni di carcere, dopo averne scontato i tre quarti tutti hanno diritto alla semilibertà), gli avrebbe permesso di essere Ubero tra due anni. Come sempre, il braccio carcerario dell'Età, le «Gestoras pro-amnistia», ha subito accusato Madrid di «suicidio di Stato». Il giudice istruttore di Albacete che conduce le indagini sulla strana morte di Hernando ha precisato che il «suicida» «non era sottoposto ad alcun trattamento antidepressivo. Era un detenuto normale e per nulla aggressivo». Il ministro degli Interni Mayor Oreja crede che sia un suicidio ma ha messo le mani avanti sottolineando: «Penso che si sia impiccato ma è prematuro fare valutazioni che devono essere espresse con prudenza. E' il giudice che deve chiarire i fatti». L'Età ha risposto al quarto «suicidio» di un suo militante incarcerato (gli altri tre, rispettivamente nell'85, '88 e '97, sono avvenuti in carceri speciali: l'ultimo «impiccato», nel febbraio scorso, José Maria Aranzumendi «Katxo», aveva le mani legate) cercando di bombardare con granate, sparate da un lanciamissili, il commissariato della Policia Nacional di Oviedo. Due granate, mancando il bersaglio, sono piombate nella centralissima avenida de Galieia, provocando, per fortuna, solo lievi ferite a un orecchio di una passante (già dimessa). L'o¬ biettivo era il cortile interno della caserma, affollatissimo poco prima dell'ora del bombardamento, le 8. Di fronte alla caserma, in un prato della «plaza de toros», l'Età aveva piazzato in tutto 5 lanciamissili, fissati al terreno e dotati di timer, uno dei quali collegato ad una bomba-trappola disinnescata poi dagli artificieri. L'Età continua con la strategia di sempre, il terrore per forzare Madrid a trattare. Ieri, dalle colonne del suo giornale «Egin», J. Iratzar (uno pseudonimo della direzione strategica «etarra») minacciava: «La risoluzione del conflitto verrà dal dialogo con gli indipendentisti o non verrà. Al tempo». Ma Aznar non tratta. Gian Antonio Orighi li re di Spagna Juan Carlos Il Tribunale nazionale di Madrid ha condannato a 109 anni di carcere i tre «etarras» che nell'agosto 1995 progettarono di sparargli mentre si trovava sul suo yacht a Palma di Maiorca

Luoghi citati: Madrid, Maiorca, Spagna