Prodi: «Fermate il boia »
m Ciotti: una giustizia che teme la verità. Veglia di Amnesty Prodi: «Fermate il boia » Per Ditti «sipuò solo sperare in Dio» Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha detto ai giornalisti di avere «mandato un ultimo appello molto forte, molto pesante, molto accorato» in favore di Joseph O'Dell. L'Italia contraria alla pena di morte vive coi! angoscia il conto alla rovescia che separa ancora per poche ore il presunto innocente Joseph O'Dell dall'incontro con il boia. Il tam-tam dei «media», che hanno assunto il caso a emblema della perversione burocratica di un sistema legislativo che non ammette ripensamenti, ha amplificato l'interesse per la vicenda. E gli appelli si aggiungono agli appelli. Prodi ha osservato: «Noi, giuridicamente, non possiamo fare nulla», ma «dobbiamo far sentire che per l'Italia la pena di morte è qualcosa che non può stare insieme col nostro senso etico, con l'idea che noi abbiamo del ruolo di un governo, di un Paese, del ruolo delle istituzioni giuridiche». Dopo aver preso posizione nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri Lamberto Dini ritiene invece che per la sorte del condannato non ci sia più nulla da fare: «Possiamo solo aspettare un ripensamento dell'ultima ora, e sperare in Dio». Duro, durissimo il giudizio di don Luigi Ciotti: «Una giustizia che non sa essere ragionevole non è una vera giustizia. Una giustizia che condanna a morte un uomo ma che non fa tutto quanto è in suo potere e dovere per stabilire senza ombra di dubbio la colpevolezza o no dell'accusato, è una giustizia che fa paura». «Il test del Dna - ha aggiunto ancora il sacerdote - consentirebbe di sciogliere ogni dubbio. Il rifiuto da parte delle autorità di effettuarlo appare veramente irragionevole, privo di qualsiasi motivazione. In que¬ sto caso, evidentemente, è la giustizia della Virginia ad evere paura di una verità che porterebbe chiunque a riflettere sull'inciviltà della pena di morte». Frattanto Amnesty international ha organizzato per domani una veglia a Palermo, città simbolo della lotta in favore di O'Dell. Una manifestazione si è svolta ieri davanti all'ambasciata Usa. E una giornata contro la pena di morte è stata indetta dal partito popolare. Alle 18,30 di ieri don Piero Gelmini ha celebrato a Roma una messa nella chiesa dell'Ara Coeli. Alle 19,30 poi una fiaccolata nella piazza del Campidoglio. Presenti Franco Marini, Francesco Rutelli, Rosa Russo Jervolino, Leopoldo Elia, Don Gebnini, Massimo D'Alema e Matilde Cuomo, moglie dell'ex governatore di New York Mario Cuomo, che da anni lotta negli Stati Uniti per l'abolizione della pena di morte. La decisione del sindaco Leoluca Orlando - oggi negli Usa per essere vicino a O'Dell - e della giunta comunale di Palermo di conferire la cittadinanza onoraria della città a tutti i condannati a morte nel mondo, è stata contestata da Nino Privitera, consigliere comunale di Alleanza nazionale a Palermo. Una voce isolata tra le mille che si sono levate in queste settimane verso l'America. Salvatore Rotondo m Anche Romano Prodi e Lamberto Dini sono intervenuti per O'Dell
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