Parenti: intercettato il mio telefono

La parlamentare di FI accusa i magistrati di Genova: «Senza autorizzazione dalla Camera» La parlamentare di FI accusa i magistrati di Genova: «Senza autorizzazione dalla Camera» Parenti; intercettato il mio telefono La procura: «No, era quello del maresciallo Pìccolo» ROMA.Ha preso carta e penna il ministro di Grazia e Giustizia, Giovanni Maria Flick. Ha scritto il presidente della Camera, Luciano Violante. Ha alzato il telefono il vicepresidente del Csm, Carlo Federico Grosso. Molte le interpellanze allarmatissime. Esplode così il caso di Tiziana Parenti, la deputata di Forza Italia che denuncia: «I magistrati di Genova hanno intercettato il mio telefono privato. Credo proprio che dovrebbero essere intercettazioni autorizzate dalla Camera. Non credo che farò esposti, per quel che valgono...». Risponde la Procura di Genova, a stretto giro: «Non sono state disposte - dice il procuratore capo, Vito Monetti - intercettazioni che riguardassero parlamentari». E in serata il giallo si focalizza sui tabulati. Se non è stata intercettata l'utenza della parlamentare, intercettazione mai concessa dalla Camera, è possibile che sia stato ricostruito il traffico telefonico della stessa parlamentare con i tabulati della Telecom? Il magistrato ha spiegato che ad essere intercettato era il telefono del maresciallo dei carabinieri Angelo Piccolo. Il quale hanno scritto i giudici genovesi «aveva una relazione sentimentale» con la parlamentare. Se poi è finito agli atti il numero della Parenti, è colpa di alcune telefonate che lui ha fatto alla moglie nei giorni 21, 22 e 23 maggio scorsi. Monetti ha spiegato anche di aver inviato prontamente una nota al ministro e al Csm. «Ho voluto farlo di mia iniziativa perché ritengo che su accuse tanto gravi rivolte al mio ufficio, e quindi a me stesso, venga subito fatta chiarezza nelle sedi istituzionali competenti». Da notare che il procuratore Mo¬ netti non cita la Camera dei deputati. Come che sia, insomma, un ennesimo terremoto scuote il Parlamento. Al centro delle accuse ci sono i magistrati genovesi accusati dalla Parenti di aver violato le norme costituzionali. Per tutto il giorno, dalle parti di Forza Italia, insorta a difesa del¬ la Parenti, è stato un tambureggiare di guerra. Ma si sono sentiti anche i riconoscimenti a Luciano Violante, che, come dice il capogruppo Giuseppe Pisanu, ha «raccolto le mie preoccupate sollecitazioni». Scrive infatti Violante a Monetti: «Gentile procuratore, da alcune agenzie di stampa ap¬ prendo notizie in base alle quali sarebbe stata sottoposta ad intercettazioni l'utenza telefonica del deputato Tiziana Parenti. La prego di valutare l'opportunità di fornirmi un chiarimento al riguardo». Nelle stesse ore, il ministro Flick chiede anche lui informazioni «su intercettazioni riguardanti parlamentari ovve¬ ro documenti sul traffico telefonico di utenze che riguardano gli stessi parlamentari». Flick fa chiaramente intendere che il problema non si chiude al capitolo-intercettazioni. Anche il capitolo-tabulati è grave. «E ci mancherebbe», dice la combattiva Parenti. Ma Ignazio La Russa, an, che è il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere, e che dovrebbe essere il primo ad essere informato di intercettazioni su parlamentari, getta acqua sul fuoco. Ritiene che, allo stato, non vi siano prove di comportamenti illegittimi. «So che il presidente della Camera sta facendo una più approfondita verifica sulla base della quale deciderà il da farsi. Dal canto mio, non ho trovato alcun elemento che confermi che le intercettazioni volute dalla magistratura siano state effettuate sull'utenza della Parenti. Rimane in piedi il problema dell'utilizzo di intercettazioni che joinvolgano parlamentari. Noi riteniamo che sia necessaria l'autorizzazione del Parlamento. Questo è un problema che può portare a un conflitto di attribuzione tra magistrati e Parlamento. Ma non ho trovato riscontri nemmeno a questa ipotesi secondaria». In un mare di reazioni sconcertate e di solidarietà alla Parenti, «se si verificasse che effettivamente le hanno intercettato il telefono», si fa notare l'opinione controcorrente di Giuseppe Scozzali (Rete), amico personale di Di Pietro: «E' increscioso che un parlamentare, forte della sua immunità, offra protezione a un latitante, sottraendolo per di più alle misure cautelari disposte a suo carico». Scozzali annuncia che anche Di Pietro dirà prossimanente la sua. [fra. gri.] I magistrati: il carabiniere latitante aveva una relazione sentimentale con la deputata, il cui numero è finito agli atti per le telefonate che lui ha fatto alla moglie La parlamentare di Forza Italia Tiziana Parenti A destra: il presidente della Camera Luciano Violante

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