Ruffolo: si chiamerà psds di Antonella RampinoGiorgio Ruffolo
Ruffolo: si chiamerà psds Ruffolo: si chiamerà psds ■E ci sarà anche la parola socialista» « ROMA. «E chi lo ha detto, che nel nuovo simbolo della Cosa 2 non ci sarà la parola socialista?». Giorgio Ruffolo pratica l'ironia come una fede, un po' come faceva Micromega che, prima di diventare la testata di una rivista da lui stesso fondata, era ed è anzitutto un personaggio di Voltaire. Ma poi aggiunge: «Noi socialisti non accetteremo di fare i rifugiati politici: non ne abbiamo né bisogno, né voglia». D'Alema non vuole la parola «socialista» per non regalare altri voti a Rifondazione. E Miranti ha rincarato la dose: l'obiettivo è superare la soglia del 21 per cento dei consensi. Come reagirete? «La Cosa 2 sarà chiamata il Partito della Sinistra Democratica e Socialista. D'Alema può aver espresso un'opinione. Io mi ricordo che quando si tolsero falce e martello dal simbolo dell'ex pei molti strepitarono: così si regalano milioni di voti agli altri. E' stato vero, è nata Rifondazione comunista. Ma si è anche salvato un grande partito della sinistra, rinnovandolo. E' stata un'operazione di grande coraggio. D'Alema sa che la leadership richiede visione. E questo è un momento storico». Un cronista malizioso a questo punto le chiederebbe: consiglia a D'Alema il coraggio che fu di Occhetto? «Ma D'Alema il coraggio l'ha già avuto, riconoscendo i meriti di Occhetto. Adesso l'importante è andare avanti, e non subire contemporaneamente i contraccolpi della frenata e dell'accelerazione. Quest'operazione non è solo l'aggregazione di nomenklature grandi e piccole. E questo, glielo assicuro, lo pensa anche D'Alema». Non negherà che il punto è trovare una soluzione al problema del 21 per cento... «In Italia c'è una sinistra anomala. Come mai tutti gli altri gruppi della sinistra europea si attestato su quote molto più importanti del 21 per cento? Pensi a Blair, a Jospin, alla socialdemocrazia tedesca, austriaca...». Lei cita Paesi che hanno già conquistato il bipolarismo e l'alternanza... «Ebbene, questo è uno scopo nobile da perseguire, e la Cosa 2 è lo strumento adeguato. Che accada a Roma come è già a Strasburgo, dove il gruppo del centrosinistra si chiama socialista. Un disegno assolutamente a portata di mano. Ma l'anomalia italiana è anche che la sinistra è stata rappresentata dal pei, e che poi proprio nel momento in cui il Muro di Berlino crollava, facendo venir meno le ragioni del comunismo, e facendo emergere le vittoriose ragioni del socialismo democratico, il psi è sparito. E non per colpa di un destino cinico e baro: per colpa di un disegno di megalomania finito con un accordo politico meschino, prima ancora che per la corruzione. Il psi era la punta vistosa di un sistema di malaffare generalizzato. E poi c'è una colpa del pei: ci hanno criminalizzato, regalando milioni di voti alla destra». Spunta qualche ruggine sulla strada della Cosa 2? «Noi siamo febeissimi che il pei sia diventato pds: ma allora si deve chiamare così a Roma come a Bruxelles. E non accettiamo che la tradizione, il mondo, l'elettorato di quello che è stato il terzo partito italiano non contribuisca in modo determinante alla costruzione di una sinistra che è democratica e socialista in tutta Europa». Si tratta di allargare il pds, facendo confluire con gli ex comunisti anche i socialisti? «Niente affatto. Si tratta di far confluire, come dice D'Alema stesso, le tradizioni della sinistra italiana che sono sempre state separate e in conflitto. Esse sono almeno quattro: quella comunista e quella socialista. Noi non veniamo dal 1980, ma dal 1880. Quando non lo si riconosce, è perché ci sono motivi di rancore e di vendetta. Poi c'è la tradizione laica: Ugo La Malfa non avrebbe mai accettato di reggere la coda del pds, come non rha accettato con il pei. E poi ci sono i cattolici liberali: in Francia si sono ritrovati con Jacques Delors nel partito sociali- sta. Perché non dovrebbe essere così anche in Italia?». Dunque nella lista degli invitati alla Cosa 2 ci sono anche Marini e Bertinotti? «Non bisogna mettere limiti alla Divina Provvidenza, di cui Marini è molto più competente di me. Quanto a Rifondazione, se Bertinotti dovesse accorgersi che non c'è nessun comunismo da rifondare, ma che l'unica cosa seria e concreta è il socialismo europeo, beh, porte aperte anche a loro». Antonella Rampino Giorgio Ruffolo: «D'Alema sa che la leadership richiede visione»
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