La Cosa 2, partito o coalizione

La Cosa 2, partito o coalizione Il dibattito è aperto. I prodiani dell'Ulivo e Veltroni: «Passaggio, non approdo» La Cosa 2, partito o coalizione La Quercia è per una moderna socialdemocrazia STATI GENERALI DELLA SINISTRA AROMA PRE Giorgio Ruffolo, chiude Massimo D'Alema: stamattina riparte il progetto della Cosa 2. «Il pds ha dato finalmente un segnale chiaro e ufficiale della volontà di far partire la nuova forza», dice Valdo Spini. Dopo due mesi di forum preparatori, questa riunione dovrebbe portare a convocare gli Stati Generali della Sinistra entro l'autunno. «O adesso o mai più», avevano detto Spini e Ruffolo. E così è stato. Non si riuscirà ad arrivare col nuovo simbolo alle amministrative di novembre, ma subito dopo l'operazione potrebbe partire. Il condizionale è d'obbligo, perché sulla riunione della sinistra italiana, socialisti, comunisti, più i cattolici e i liberali che nella tradizione della sinistra si riconoscono, c'è ancora molto dibattito. Scalpitano, da sempre, i prodiani dell'Ulivo, e anzitutto il vicepremier Valter Veltroni, che teme che la Cosa 2 affossi la coalizione che ha vinto le ultime elezioni: «La Cosa 2 è un passaggio importante, ma non un punto d'approdo», aveva dichiarato nei giorni scorsi. Scalpitano perché, da sempre, l'idea di D'Alema è di formare un grande partito di moderna socialdemocrazia. Scalpitano perché, oltretutto, alla base c'è proprio questo interrogativo: se, nel bipolarismo italiano che si va costruendo tassello per tassello, con l'architettura delle alleanze politiche e l'ingegneria delle riforme istituzionali, si debbano formare partiti o piuttosto coalizioni. Ed è evidente che, se l'Ulivo è una coalizione, la Cosa 2 sarebbe un partito. E in entrambi, comunque, resterebbe la centralità e l'egemonia del pds. Il nocciolo duro della Cosa 2, e anche il punto di maggior attrito interno, è comunque costituito dal ricongiungimento storico delle due tradizionali forze della sinistra italiana: il vecchio pei ha avuto la storica evoluzione in pds, il psi invece è scomparso, dando luogo a una vera e propria diaspora. Nella coalizione dell'Ulivo, attualmente, ci sono i laboristi di Valdo Spini, tra i protagonisti della Cosa 2, e il Si di Boselli e Villetti, che invece la vedono come il fumo negli occhi. «La candidatura di Di Pietro nel Mugello al posto di Pino Arlacchi è il funerale della Cosa 2», aveva dichiarato nei giorni scorsi Boselli, lanciando anche un appello all'unità di tutti i socialisti. Gli ha risposto Ugo Intini, l'ex braccio destro di Craxi, consigliando però che quell'unità venga perseguita non stando nell'Ulivo, «ma lavorando per la scomposizione dei due Poli». Al centro della discussione di oggi al Residence Ripetta ci sono i temi del presente, lo Stato sociale, la disoccupazione, i diritti di cittadinan- za, il ruolo della sinistra italiana nell'Europa. Si discuterà di una vera e propria carta di identità politica, per dare al nuovo partito una piattaforma politica adegua¬ ta alle sfide della modernità. Alla riunione di oggi interverranno Bogi, Camiti, Cofferati, Crucianelli, Epifani, Larizza e Spini. Si discuterà sulla forma politica della Cosa 2, e sul programma che dovrà avere. Si parlerà dell'attuale disarticolazione dello Stato democratico, della crisi della tradizionale forma-partito, delle trasformazioni dell'economia e degli Stati-nazione. Processi che secondo i promotori della Cosa 2 non possono essere governati dalla destra, e che richiedono un nuovo tipo di partito, federale e pluralista. Qualcosa di molto simile, ma di molto più compatto che non una coalizione, [ant. ram.j Ma il nuovo simbolo non ci sarà ancora al voto di novembre Due esponenti socialisti che si sono espressi in modo contrastante sulla «Cosa 2» Da sinistra: Valdo Spini (laburisti) ed Enrico Boselli (Si)

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