IDEA FOLLE E GENTILE

IDEA FOLLE E GENTILE IDEA FOLLE E GENTILE FORSE soltanto gli archivi dell'Atm potrebbero dirci con precisione da quanto tempo dura la pubblica deprecazione di questo pubblico servizio. De Amicis, un secolo fa, ne parlava bene, affettuosamente, al punto da scriverci sopra un libro, «La carrozza di tutti». E tra le due guerre ci pare di ricordare che le lamentele non fossero particolarmente clamorose. I tram (filobus e autobus a Torino vennero dopo), facevano fermate ravvicinatissime, andavano non molto più in fretta di quando erano trainati dai cavalli, conservavano un'aria di colorato giocattolo, di oggetto casalingo, come ma¬ cinini da caffè. E alla domanda «cosa vuoi fare da grande?» un bambino su due rispondeva «il tranviere». Durante la guerra, nell'assenza totale di automobili, i tram erano addirittura amati, li si vedeva arrivare tra il polverio delle macerie con un senso di gratitudine e ammirazione: ecco la normalità attraversare scampanellando il disastro. Il «manovratore» era un amico e un eroe. Tutto finì con la nascita della Seicento, fatale vetturetta che Carlo Frutterò Franco Lucentlnl CONTINUA A PAG. 10 SESTA COLONNA

Persone citate: De Amicis

Luoghi citati: Torino