Gastini scommette con Siena

Teloni d'autocarro dipinti e sogni impressi nel marmo Teloni d'autocarro dipinti e sogni impressi nel marmo Gastini scommette con Siena Un singolare confronto tra storia e modernità E' SIENA una febee eredità lasciata da Omar Calabrese, assessore alla Cultura del Comune di Siena, al suo successore questa Scommessa di Marco Gastini che fino al 15 settembre percorre con la sua poesia dipinta su consunti teloni d'autocarro, con i suoi sogni impressi nelle lastre di marmo intarsiato e negli strati di «lose» e di vetri, gli spazi carichi di storia e d'arte di questa città, fantastica e incomparabile quanto Venezia con i suoi colli-onde pietrificate di cotto e di porfido. Città che più di ogni altra è compattamente scandita dai suoi alti muri di cotto fra cui si spalancano vertiginosi cannocchiali e panoramiche sulla natura sottostante ed è nel contempo scenicamente «allestita» per un Palio senza fine, in cui la storia e l'oggi convivono con una naturalezza misteriosa di cui ci hanno narrato anni fa Frutterò e Lucentini. Questo è il succo della «scommessa» di Gastini di confrontare il suo immaginario, fortemente vissuto e materizzato nell'oggi, con questa concentratissima densità di storia e di storia dell'arte: dallo straordinario «spedale» di Santa Maria della Scala al loggiato posteriore del Palazzo Pubbhco, da Fontebranda al portico del Convitto Tolomei in piazza Sant'Agostino. Lo conferma l'artista stesso in un colloquio con Marina Romiti nel catalogo Allemandi: «Ho dovuto tenere conto di questo: della storia dell'arte, dell'arte che permea tutta la città... L'idea è questa, la storia che continua, che fa sì che questa attualità debba esistere anche nel lavoro eseguito da un artista oggi... Trovandomi a contatto con queste cose la scommessa è proprio questa: il lavoro in questa città non è soltanto in uno spazio chiuso, ma è a contatto, è questa la parola giusta, il dialogo e non il raffronto, con certe presenze. Ci sono i passi di Duccio di Boninsegna, so che è passato in queste strade, capisci...?». Il corteo processionale preceduto dal gonfalone con cui la magnifica comunità di Siena portò in Duomo la Maestà di Duccio è passato davanti alle finestre della Cappella del Manto in Santa Maria della Scala, attraverso le quab il riflesso di luce bianca e rosata dei marmi della gran facciata del Duomo si proietta e gioca su Levi tando tra gli echi dei segni, il «pa vimento» di lastre sovrapposte e sfalsate di marmo Fantastico Arni, intarsiato di graffiti rossi e ne¬ ri e sollevato da una griglia di sottib ferri tortili tinti di ruggine, come quelli di tante inferriate medievali, Solo Siena, _iel suo Duomo, anziché quadri e affreschi a parete porta a terra, a pavimento, le storie bibbehe ed evangebche e le simbologie esoteriche intarsiate di marmi bianchi, grigi e aranciati. «Ho pensato che bisognasse assolutamente rischiare e allora è nato il pavimento. E' un pavimento sospeso, lievitante perché appoggiato su di una grigba di ferro che non è altro che 5 tracciato, il mio tracciato che facevo sul muro intorno al 1971... La cattedrale è ricca di tarsie marmoree, un monumento straordinario, una summa di opere incredibih, come il pavimento». Nell'enorme, nuda corsia bianca di Santa Maria della Scala, ospedale-cattedrale gotica, spicca solo sulla parete un affresco quattrocentesco, fra Gotico e Rinascimento, in terretta verde. Gastini lo ha circondato, rivissuto, riverberato con le superfici ritmiche blu e verdi, dense di segni e di ombre pittoriche, dei suoi vecchi teloni di camion, sollevati dalla parete dalle stesse grigbe del «pavimento» e così metamorfizzate in drappi e gonfaloni araldici. Nella sala svetta libera, alta, comunale, la struttura-pittura della Torre. «E' una torre, una struttura molto alta, fasciata di tele, di quei teloni già usati in precedenza... teloni da camion già consumati dal lavoro, hanno viaggiato, trasportato ecc.». L'araldica antica e il vissuto attuale. E l'altro enorme telone nel loggiato sul retro del Palazzo Pubblico, pittura pura ed espansa di az- zurro di cielo e di mare, dalla costola di Monet, di Redon, di De Pisis. «E allora c'è questa idea del paesaggio, sei in alto, del dominio su Siena a contatto del cielo e dell'aria che entrano nel loggiato». Marco Rosei cscamsctA Le opere d'oggi dialogano con gli affreschi le chiese, i personaggi della città «Levitando tra gli echi dei segni» un'opera di Marco Gastini, esposta a Siena, nella Cappella del Manto, allo spedale di Santa Maria della Scala

Luoghi citati: Comune Di Siena, Siena, Venezia