Cella della morte per Joseph O'Dell

E gli avvocati tentano l'estremo ricorso USA E gli avvocati tentano l'estremo ricorso Cella della morte per Joseph O'Dell NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Da ieri Joseph O'Dell si trova nell'«anticamera della morte». Ieri mattina è stato portato nel penitenziario di Greensville, l'unico della Virginia «attrezzato» per le esecuzioni, e piazzato nell'«Unità L», dove c'è la cella con i sifoni e le siringhe in cui è destinato a entrare mercoledì sera ed altre tre celle di due metri e mezzo per tre. E' in una di quelle che adesso si trova, da solo perché le altre due sono per il momento disabitate. Lì trascorrerà i suoi ultimi tre giorni di vita e lì potrà incontrarsi con i familiari, i legali e l'assistente spirituale, cioè la suora Helen Prejean resa famosa dal film «Dead Man Walking». Ma su tutto questo programma, la cosa che incomberà costantemente sarà la «pratica» per il provvedimento di clemenza che si trova nelle mani del governatore della Virginia George Alien. Sabato è stata inoltrata al suo ufficio la richiesta formale, un documento di 14 pagine, e oggi è previsto un incontro in cui gli avvocati di O'Dell avranno modo di illustrarlo ad Alien in persona. C'è una novità, in quel documento, che al momento nessuno sa se si rivelerà sufficiente a salvare la vita di quest'uomo. E la novità sta nel fatto che la difesa - vista l'ormai esaurita praticabilità della richiesta di un nuovo esame del Dna dello sperma trovato sul corpo della vittima Helen Shartner, cosa che secondo O'Dell avrebbe dimostrato la sua innocenza - ha deciso di puntare sulle condizioni di «disonestà e ingiustizia» in cui si svolse il processo del 1986 che si concluse con la Joseph O' Dell condanna a morte di Joseph O'Dell. In pratica, non si tratta più di rivendicare la sua innocenza ma di contestare la pena stabilita per la sua colpevolezza, la morte appunto. Rifacendosi alla campagna elettorale di Alien, che quattro anni fa ottenne la maggioranza dei voti promettendo lotta dura al crimine e assoluta affidabilità dei tribunali, gli avvocati dicono nel loro documento: «Se volete essere coerente con le vostre promesse agli elettori dovete concedere clemenza a Joseph O'Dell, evitando che un uomo venga messo a morte per una sentenza decisa da una giuria che non conosceva la verità». La verità, infatti, è che se la giuria avesse decretato per O'Dell l'ergastolo, lui non sarebbe mai uscito di prigione per via dei numerosi altri reati commessi prima del processo per lo stupro e l'assassinio di Helen Shartner. Ma alla giuria questo non fu detto. Così i giurati si trovarono a decidere su una alternativa - o quell'uomo che loro avevano ritenuto colpevole lo si toglieva dalla circolazione giustiziandolo, o lo si condannava all'ergastolo con la certezza che dopo un certo numero di anni sarebbe tornato libero per i vari «sconti di pena» previsti (allora) dalla legge. Dall'Italia continuano ad arrivare messaggi sul tavolo di Alien (che ha già ricevuto una lettera di Oscar Luigi Scalfaro e una di Romano Prodi) e oggi, poco dopo avere incontrato gli avvocati di O'Dell, riceverà una delegazone di parlamentari italiani promossa da Leoluca Orlando. Franco Pantarelli Joseph O' Dell

Luoghi citati: Italia, New York, Virginia