Giallo di Ponza, è davvero un assassinio
Giallo di Ponza, è davvero un assassinio Oggi sarà sentita una nuova coppia di turisti, ma gli investigatori sono pessimisti: perso troppo tempo Giallo di Ponza, è davvero un assassinio La perizia: tagliata da una lama la corda che reggeva l'operaio ROMA. E' omicidio volontario: la corda è stata tagliata. Qualcuno dunque ha voluto uccidere Claudio Fortunati, 36 anni, l'operaio dell'Alpi Deco precipitato lo scorso 7 luglio a Ponza, mentre lavorava al consolidamento della falesia di Chiaia di Luna A stabilirlo con certezza, dopo due giorni di lavoro nel Centro nazionale di speleologia di Costacciaro, in Umbria, è stato Francesco Salvatori, il perito nominato dal pm Gregorio Capasso. Ora l'accusa di omicidio, ha detto un investigatore, si muove su basi certe. La corda di nylon, costruita dalla ditta tedesca Ederlit per sopportare un peso di 2800 chili, è stata troncata di netto da una lama. O da un coltellaccio da cucina, secondo quanto si è appreso da ambienti vicini al centro di speleologia, di quelli usati per tagliare la car¬ ne. Remotissima l'ipotesi che il taglio possa essere stato causato da una roccia particolarmente tagliente, anche se non si può ancora escludere del tutto l'incidente. Le indagini sono proseguite anche ieri. Il pm Capasso è rimasto tutto il giorno nel suo ufficio al primo piano del tribunale, rileggendo, mentre attendeva la conferma definitiva dal tecnico di Costacciaro, tutti gli atti dell'inchiesta cominciata dal pretore Chiné e le dichiarazioni dei testimoni. Intanto a Ponza i carabinieri stanno ricostruendo punto per punto la vicenda e riordinando il dossier con una scheda completa dei dati anagrafici e dello stato di famiglia di tutti i dipendenti dell'Alpi Deco, la ditta di Belluno arrivata un anno fa sull'isola per mettere a posto il grande costone di roccia che sovrasta la baia più bella e famosa di Ponza. Il magistrato arriverà sull'isola questa mattina per un sopralluogo. Subito dopo magistrato e investigatori andranno ad ascoltare due testimoni che non sono stati mai sentiti: un ragazzo e una ragazza, che il mattino del 7 luglio, quando l'incidente era appena avvenuto, hanno visto dalla finestra della loro casa un uomo in piedi sul punto più alto della falesia. Gli operai della ditta in quel momento erano tutti sulla spiaggia per soccorrere Fortunati o in strada per cercare aiuto. La loro testimonianza, insieme a quella dell'altra coppia che dieci minuti prima dell'incidente ha visto un giovane in pantaloncini e canottiera salire in cima allo strapiombo, potrebbe essere importantissima per le nuove indagini. [c. p.l
Persone citate: Capasso, Chiaia, Fortunati, Francesco Salvatori, Gregorio Capasso
Luoghi citati: Belluno, Costacciaro, Ponza, Roma, Umbria
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