Immigrati emergenza senza legge
Le nuove norme non sono ancora state approvate in Parlamento, però sott'accusa sono gli educatori Le nuove norme non sono ancora state approvate in Parlamento, però sott'accusa sono gli educatori Immigrati, emergenza senza legge Ipolitici: ma la convivenza civile è spezzata ROMA. Va bene la legge sull'immigrazione, ma non basta: il problema ormai va oltre la politica. L'ultimo omicidio di Torino, il ragazzo marocchino spinto in acqua e «affondato» in un tragico tiro al bersaglio da un altro giovane, un ragazzobene ricco e appena diplomato, sia pure ubriaco, al di là di della denuncia di carenze politiche locali e nazionali suscita, tra i politici, una riflessione insolitamente comune: a questo punto non si tratta più soltanto di illegalità o di razzismo, ma di una convivenza civile spezzata, di un degradarsi della società urbana intollerabile, di una superficialità e di un vuoto che chiamano in causa gli individui, per primi gli educatori. Certo, c'è chi punta il dito sulla città e sulle sue amministrazioni di centro-sinistra. Il leghista torinese Mario Borghezio, per esempio, arriva ad addossare la «responsabilità morale» del¬ l'accaduto alle giunte, accusate di non aver deciso «come più volte richiesto, la chiusura dei Murazzi lungo il Po: zone fortemente degradate». La senatrice di An Maria Grazia Siliquini, mentre ricorda che Torino «è la città che più ha risentito dell'immigrazione clandestina», allarga le accuse alla politica nazionale: «la somma delle carenze amministrative e di quelle legislative sono la causa principale del clima di illegalità che regna da tempo a Torino», dice. E invita «ad approvare con rapidità leggi serie che diano gli strumenti e le regole per interrompere queste violenze». Ma Raffaele Costa, leader dell'unione CentroForza Italia, già candidato azzurro nelle ultime amministrative, pur sottolineando che «è difficile sfuggire al fatto incontrovertibile che quel che è accaduto è accaduto a Torino, e ancora una volta ai Murazzi», evita di polemizzare, e parla di «una tragedia frutto di una sorta di incoscienza collettiva». Incoscienza politica, evidentemente, ma anche sociale. Gianni Alemanno, dell'ala «sociale» di An, dilata il discorso e parla di «vuoto esistenziale» generato da una «società consumista sempre più omologata ai valori di un liberismo privo di spirito solidale». «Stiamo asssistendo a un crescendo di violenze gratuite, i cui obiettivi non sono solo extracomunitari, ma bambini, donne, e tutte le categorie più deboli ed emarginate», denuncia. Anche se, proponendo di «lanciare un'offensiva culturale fra le giovani generazioni», finisce per buttarla in politica con l'accusa al governo di «non aver fatto nulla per educare le nuove generazioni». «Come se fosse un problema che si risolve in un anno», ribatte il presidente delle Acli, deputato del ppi, Giovanni Bianchi, che pur ne condivide l'analisi. «La legge sull'immigrazione c'è: nel senso che l'abbiamo definita, è al Senato in discussione. Certo, l'Italia ha il vizio di muoversi sempre sull'onda emotiva delle emergenze. La produttività del Parlamento è bassa, per via dei regolamenti da cambiare, e l'opposizione che critica, spesso è in prima fila a fare ostruzionismo e non dà certo una mano. Detto questo però - aggiunge Bianchi - quel che ormai fa più impressione è la gratuità di questi gesti, sempre più frequenti nelle città. E' il problema culturale che sottintendono e che rimanda alle agenzie educative: alle famiglie, agli insegnanti, ai comunicatori. Perché la politica può arrivare a un certo punto, e non è che si può sempre cavarsela ributtando la palla a un'istanza superiore», [m. g. b.]
Persone citate: Gianni Alemanno, Giovanni Bianchi, Maria Grazia Siliquini, Mario Borghezio, Raffaele Costa
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