Aglieri, prima volta in aula

Aglieri, prima volta in aula Aglieri, prima volta in aula L'erede di Riina tace ai giudici Mutolo accusa Contrada e Signorino CALTANISSETTA. Pietro Aglieri per la prima volta in un'aula di giustizia, dopo la cattura, non ha voluto rispondere ai giudici e farsi fotografare e riprendere dalle tivù. In una pausa si è scusato per questo con i giornalisti, standosene sempre dietro ai carabinieri e agli agenti della polizia penitenziaria. Aglieri è l'unico dei diciotto imputati a entrare ieri nell'aula-bunker del carcare Malaspina a Caltanissetta; gli altri, a cominciare da Totò Runa, hanno disertato l'udienza del processo-stralcio per la strage di via D'Amelio a Palermo, della quale proprio ieri, con varie manifestazioni, è stato ricordato il quinto anniversario. In videoconferenza, collegato in una località segreta dov'è protetto dalla Dia, Gaspare Mutolo ha confermato che nel dicembre 1991 decise di collaborare con la giustizia avendo appreso che le cosche di Catania lo volevano morto. Mutolo, ha detto che il 1° luglio 1992, cioè diciotto giorni prima della strage di via D'Amelio, riferì a Paolo Borsellino i suoi sospetti su Contrada e sul giudice Domenico Signorino che, chiamato in causa dal pentito, si uccise sparandosi in testa. [a. r.] Pietro Aglieri

Luoghi citati: Caltanissetta, Catania, Contrada, Palermo