I boss agli ordini di Lady mafia
Palermo, il marito in carcere le aveva affidato la gestione dei traffici e le estorsioni Palermo, il marito in carcere le aveva affidato la gestione dei traffici e le estorsioni I boss agli ordini di lady mafia Arrestata, gestiva il clan PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La mafia in gonnella si fa sempre più strada. Mogli, madri e sorelle sfidano gli apparati antimafia e l'articolo 41 bis del regolamento carcerario, per dare una mano ai loro uomini arrestati, a volte sostituendoli. Che non sia un semplice sospetto lo dimostra l'arresto, ieri a Palermo, per concorso esterno in associazione mafiosa di Giuseppa Sansone, di 43 anni. E' la moglie di Francesco Tagliavia, detenuto in segregazione fra Rebibbia a Roma e qui all'Ucciardone. Il boss deve scontare 6 anni di reclusione e dopo il pronunciamento della Cassazione la sentenza è ormai definitiva. Un loro figlio, Antonino, ventiduenne, è finito in prigione mesi fa anche lui per mafia. E lei, «lady mafia» della cosca di corso dei Mille, il popolare rione di Palermo in cui Garibaldi entrò a passo di carica in città, adesso è in una cella d'isolamento. L'hanno arrestata i poliziotti della Criminalpol dopo indagini coordinate dal sostituto procuratore Alfonso Sabella della Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore Gian Carlo Caselli che ieri ha plaudito nuovamente all'impegno delle forze di polizia. Nella prima settimana di luglio, nell'ambito della stessa inchiesta, erano state arrestate una decina di persone imparentate con le famiglie Tagliavia e Sansone. Microspie a quanto pare hanno messo nei guai Giuseppa Sansone che, a sua insaputa, è stata filmata in più di un'occasione dagli investigatori che l'hanno pedinata con discrezione. Durante i colloqui con il marito all'Ucciardone, la donna avrebbe ricevuto da lui precise disposizioni per la continuazione degli affari illeciti del clan, lo stesso che nella «guerra di mafia» agli inizi degli Anni 80 si liberò di alcune vittime li- quefacendole nell'acido muriatico. L'insospettabile casalinga, tornando a casa, avrebbe impartito ordini ai «picciotti» sottomessi al marito proseguendo assieme a loro traffico di droga, estorsioni. Interrogata dal giudice per le indagini preliminari Bruno Fasciana, Giuseppa Sansone ha respinto tutte le accuse definendosi soltanto «moglie e madre di famiglia». Alfonso Sabella ha osservato che, se i mafio- si sono costretti a rivolgersi alle donne, sono davvero nei guai dopo arresti e pentimenti a catena. Giuseppa Sansone è la prima donna di Palermo ammanettata per associazione mafiosa e gli mquirenti prevedono che, visto l'andazzo, non sarà l'ultima. Presenze femminili nelle prime linee dei gruppi di mafia sono state scoperte da tempo a Catania, dove Maria Filippa Messina, moglie ventottenne del capoma¬ fia di Calatabiano Antonino Cinturino, è stata condannata a 13 anni di reclusione proprio per associazione mafiosa ed è la prima donna sottoposta alle restrizioni dell'articolo 41 bis. Non è soltanto indiziata di aver rimpiazzato il marito, ma pure di aver ordinato l'uccisione di quattro persone perché apparisse ben chiaro a tutti chi comanda nel paese etneo. Sempre a Catania una delle «famiglie» più sanguinarie di Cosa nostra, quella della Savasta, è stata così denominata da «zia Vasta», mamma di Antonino Puglisi che tempo fa ha assistito anche alrmcriminazione della moglie, Domenica Micci. Storie che dicono come «donne e mafia» non sia più un capitolo ristretto allo stereotipo delle protagoniste addolorate con gli immancabili lunghi veli neri sui luoghi dei delitti o durante i processi. Antonio Pavida Cresce il ruolo delle donne nella strategia d'assalto di Cosa nostra Giuseppa Sansone, 43 anni, arrestata a Palermo
Luoghi citati: Calatabiano, Catania, Palermo, Roma
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