Argentina, assalto di film italiani di F. Mar.
Argentina, assalto di film italiani Per la prima volta i tre avversari di casa nostra verso un unico cartello Argentina, assalto di film italiani Veltroni benedice il patto Rai-Cecchi Gori-Mediaset BUENOS AIRES DAL NOSTRO INVIATO In onore di Walter Veltroni, l'ambasciata italiana in Argentina ha fatto preparare una bizzarra insalata tricolore (per il verde c'è il basilico, per il bianco le mozzarelline, per il rosso i pomodorini), ma Alessio Gorla - uomo di Berlusconi in America Latina - si lecca i baffi. E non tanto per l'insalatina patriottica, quanto per l'offerta che Mediaset si è sentita fare da uno dei magnati della televisione sudamericana: «Alejandro Romay, il patron di Canale 9, una delle grandi tv argentine - racconta Gorla durante il buffet - ci ha fatto un'offerta allettante: vorrebbe creare una tv via cavo di soli film italiani e ha chiesto a noi, a Cecchi Gori e alla Rai di poter acquistare un pacchetto di ben 500 pellicole». E si lecca i baffi anche Walter Veltroni, in visita in Argentina per promuovere la cultura italiana in quest'area: «Se l'accordo si perfe¬ zionerà - dice il ministro della Cultura -, beh, sarebbe un evento assai significativo: Mediaset, Rai e Cecchi Gori - che si fanno la guerra in Italia -, quando vanno all'estero possono avere successo se si presentano uniti». In un Paese nel quale quasi la metà della popolazione è di orìgine italiana, sono bastate poche ore dall'arrivo di Veltroni per far lievitare curiosità ed interessi molto concreti: se dovesse andare in porto, l'accordo Romay-Rai-Mediaset-Cecchi Gori costituirebbe infatti un evento senza precedenti. Per la prima volta i tre nemici di casa nostra si metterebbero insieme in un cartello e per la prima volta una televisione non italiana trasmetterebbe soltanto film italiani, con tutte le conseguenze immaginabili sul mercato del cinema sudamericano, dominato anche qui dalle pellicole statunitensi. Ma nelle poche ore seguite all'arrivo a Buenos Aires di Veltroni non si è fatto vivo soltanto il vulcanico Romay, un ex radiocronista, oggi ottantenne che anni fa «(importava» in Argentina il Festival di Sanremo. «Anche le altre reti private argentine - racconta Gorla - hanno chiesto di poter acquistare film italiani. Vedremo...». Una valanga di richieste per i nostri film, ma anche l'offerta (è sempre Romay a farla) di realizzare a Buenos Aires alcune multisale per i film italiani, assieme a Mediaset e Cecchi Gori, che attraverso Marco Bianchi, al seguito di Veltroni, ha già dato la «disponibilità del gruppo». E in questo inatteso clima euforico per il cinema italiano, tutti ronzano attorno a Gillo Pontecorvo, il big della delegazione. Chi sa della sua fama di dongiovanni, lo prende un po' in giro ogni volta che Pontecorvo si accosta ad una donna (e lui più tardi ripete sempre: «Io ci starei...»), mentre Veltroni ha scherzato con il regista non appena ha visto la grande foto in posa di Pontecorvo pubblicata dal Clarini «Sembra una foto di Luxardo...». [f. mar.]
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