Le sentinelle degli obiettori

Una riforma del servizio, arma in più contro la criminalità Una riforma del servizio, arma in più contro la criminalità Le sentinelle degli obiettori Lt) Italia, rispetto ad altri Paesi, ha un numero di leggi enorme: non si sa neppure esattamente quante siano, se 100.000, 150.000 o ancora di più. Eppure, in quest'anomalia tutta italiana, a quanto pare c'è una legge che proprio non si vuole o non si riesce a fare: è la riforma dell'obiezione di coscienza. La prima normativa al riguardo fu introdotta nel 1972 grazie alle iniziative politiche, ai digiuni non violenti, al forte impegno morale e civile di autorevoli testimoni, come ad esempio don Lorenzo Milani, che subì per questo anche processi e denunce. Quella legge fu una grande conquista democratica, pur con tutti i Umiti, frutto di infinite mediazioni politiche, che già conteneva e che nel corso degli anni si sono accentuati. Nel 1973 le domande di obiezione erano state appena 200; sono poi via via cresciute sino ai giorni nostri: 28.910 nel 1993, 33.339 nel 1994,44.342 nel 1995,47.824 nel 1996. Le contraddizioni già contenu¬ te in quella legge, le mutate caratteristiche della realtà giovanile, le trasformazioni sociali e culturali intervenute, hanno spinto alcune forze politiche, sollecitate dalle stesse associazioni degli obiettori e dai movimenti del volontariato, a presentare una proposta di riforma il cui punto qualificante, oltre ai miglioramenti organizzativi, è quello di considerare l'obiezione un diritto soggettivo, non una concessione od un benefìcio sottoposto alla discrezionalità delle stesse autorità rnilitari. Tale proposta si trascina da ben quattro legislature; adesso, pur essendo già stata approvata dal Senato, sembra essersi arenata alla Camera, soprattutto per l'ostruzionismo di una parte politica che ha proposto 2000 emendamenti. Martedì scorso le associazioni hanno manifestato davanti a Montecitorio per sollecitare il varo della legge entro luglio; alcuni parlamentari hanno chiesto che, al limite, venga posta la fiducia da parte del governo. Queste lentezze e conflitti po- litici non penalizzano solo il diritto di migliaia di giovani ad avere una legge più moderna, giusta ed efficace, ma costituiscono un vero e proprio spreco di quella che è, e maggiormente può essere, una grande risorsa per il Paese, che pure va affinata sotto il profilo delle motivazioni e della formazione di chi sceglie il servizio civile; tale opportunità rappresenta non solo un di¬ ritto di libertà ma anche un prezioso servizio per la collettività, al pari seppure in forme diverse di chi invece svolge il servizio militare. Consentire in modo più adeguato a questi giovani di svolgere il servizio civile è, contemporaneamente, un'opportunità per loro di fare esperienze di impegno sociale e per il volontariato e gli enti locali di rafforzare e migliorare il proprio intervento sul territorio, la propria possibilità di fornire servizi ai cittadini. Un esempio, piccolo e con tutti i limiti dell'azione simbolica, ma tuttavia significativo della coscienza civile e dello spirito di servizio che anima molti di questi giovani, si avrà in questi giorni a Napoli. Da oggi e sino a giovedì, numerosi obiettori, utilizzando le proprie licenze e a proprie spese, si recheranno in quella città mettendosi a disposizione di associazioni, parrocchie e realtà locali che operano nel campo dell'assistenza e della prevenzione. Un modo, non polemico ma costruttivo, per dire: ci siamo anche noi, anche noi possiamo dare il nostro contributo in territori che vivono particolari difficoltà sociali e crisi di legalità, anche le iniziative di solidarietà e la cultura non violenta sono uno strumento per combattere le mafie. Certo, è un azione solo simbolica, perché per operare nel territorio occorre essere stabili e radicati, per impegnarsi nei servizi sociali e nella difesa della legalità occorre formazione, oltre che motivazione. Ma è un gesto di presenza e disponibilità che va raccolto, affinché si possa organizzarlo ed estenderlo nel prossimo futuro, integrandolo nel lavoro che la società civile e le associazioni impegnate contro la criminalità portano avanti in tutta Italia. Allo stesso tempo, l'iniziativa di Napoli, questi giovani che vogliono fare la propria parte contro le mafie, mandano un segno e una richiesta forte al Parlamento perché anch'esso faccia la propria, approvando finalmente la nuova legge sull'obiezione. Don Luigi Ciotti Don Luigi Ciotti

Persone citate: Don Luigi Ciotti, Lorenzo Milani

Luoghi citati: Italia, Napoli