«I militari non sono polizziotti» di Fra. Gri.
«Napolitano ci ho preso in giro» «I i non sono poliziotti» Brutti: sono soltanto un aiuto Servono indagini specializzate SROMA OTTO SEGRETARIO Massimo1 Brutti, a Napoli e dintorni si registrano quattro nuovi morti. Nonostante i militari, l'escalation criminale non si arresta. C'è una certa delusione, sa? «Capisco. Ma il governo aveva detto che l'intervento dei militari di leva non sarebbe stato risolutivo. L'invio dei soldati è un aiuto alla città. Se vediamo gli episodi, dobbiamo dire che due sono gli omicidi tipici di camorra, quello di Napoli e quello di Casal di Principe. Dimostrano quale sia, di nuovo, la capacità di fuoco dei gruppi camorristici. Si vive in una fase di transizione. E la selezione dei clan passa attraverso la violenza. Si acquista potere attraverso la violenza. Che poi colpisce, inevitabilmente, persone inermi». Ma, sottosegretario, lo Stato non può fare nulla per interrompere queste faide? «Abbiamo bisogno di indagini specializzate di polizia. E dobbiamo tenere fermi i militari intorno a obiettivi fissi. Solo così garantiscono isole di sicurezza in certi luoghi delle città e intanto liberano subito certe forze di polizia». Lei risponde forse alla richiesta di utilizzare i militari in maniera più estensiva? «No, non mi risulta. Ma comunque sia chiaro che noi intendiamo.tenere fermi i militari intorno agli obiettivi fissi. Devono fare quello che avevamo detto: dare una mano alla città. Chiaro che dobbiamo fare di più, anche liberando le forze di polizia dalle incombenze burocratiche. E poi accrescere i numeri. Penso agli ausiliari, ad esempio. Un ausiliario costa 10 milioni in più di un soldato di leva, ma con un addestramento specifico alla sicurezza e all'ordine pubblico che il soldato non ha». C'è stata anche molta ironia, intorno all'arrivo di questi soldati. I soldati sono inutili? «Ironie ingiustificate. 1 militari di leva vanno con una preparazione che gli consente di attuare una funzione di vigilanza e di controllo intorno a obiettivi sensibili. Non a piccoli gruppi, ma in gruppi consistenti intorno a obiettivi importanti». Anche il procuratore capo, Agostino Cordova, lamenta una carenza di organici. «E ha ragione. Il problema di certi uffici giudiziari del Sud, sguarniti, va affrontato di pari passo. C'è molto da fare per spezzare il processo della riorganizzazione dei clan prima che si compia. Se fanno gli accordi, diventa tutto più difficile. Magari sparano meno, ma il dominio sul territorio e sulla popolazione diventa stabile». [fra. gri.]
Persone citate: Agostino Cordova
Luoghi citati: Casal Di Principe, Napoli
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