«Dal cavalcavia hanno ucciso per noia»

«Omicidio volontario aggravato da futili motivi»: i ragazzi di Tortona rischiano l'ergastolo «Omicidio volontario aggravato da futili motivi»: i ragazzi di Tortona rischiano l'ergastolo «Dal cavalcavia hanno ucciso per noia» Dieci richieste di rinvio a giudizio per la banda dei sassi TORTONA. «E' lui l'assassino. Ha gridato: "Ho fatto centro". Ha vinto la scommessa». In settantanove pagine c'è la richiesta di rinvio a giudizio per i dieci della banda dei sassi. L'accusa: omicidio volontario, tentato omicidio e danneggiamento. Sono accusati di aver ucciso Letizia Berdini, 32 anni, con una pietra lanciata dal cavalcavia della Cavallosa sulla Torino-Piacenza (viaggiava col marito): il sasso sfondò il parabrezza e la colpì alla testa. Centrarono altre cinque auto. Li accusa il procuratore di Tortona Aldo Cuva, alla fine di sette mesi di indagini ieri mattina la richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata assieme al sostituto Michela Fenucci. GII ACCUSATI. Innanzitutto i fratelli Furlan Franco, 30 anni, Gabriele 28, Paolo 26, Sandro 24, e Sergio che ha compiuto 18 anni il 28 dicembre. Il cugino dei Furlan, Paolo Bertocco, 25 anni, la fidanzata di Sandro, Loredana Vezzaro, 20 anni, gli amici: Roberto Siringo, 28, Francesco Lauria, 25, muratore di Casei Gerola (Pavia) e compagno di lavoro di Gianni Mastarone. Con loro Claudio Montagner, 40 anni, definito da alcuni indagati come «quello che faceva paura». LA RICOSTRUZIONE. Tre gruppi in altrettante auto, quelli sulla «Tipo» di Sandro Furlan, e sulla «Y10» di Bertocco si incontrarono nel piazzale del Mercatone Zeta, un supermercato fuori Tortona. In quel parcheggio presero le pietre. Sul ponte c'era già Lauria con la «Peugeot 306». I ruoli, come lanciatori: Mastarone, Paolo Furlan e Bertocco. Bertocco, Sandro Furlan e Francesco Lauria autisti con il bagagliaio pieno di sassi. Siringo era l'avvistatore, Franco e Gabriele i «pali». Montagner e Lauria avevano il compito di prendere le pietre dalle auto. Le confessioni e gli stralci degli interrogatori si incrociano su alcuni punti fondamentali: il numero dei «partecipanti», quello delle auto, l'aver concordato l'appuntamento il giorno prima, l'incontro di alcuni nel centro città un paio d'ore prima del delitto, e la sosta nel piazzale del supermercato. Alle 19,45 il gruppo sta per raggiungere la Cavallosa. Alle 20,05 un colpo, rumore di vetri rotti. In due gridano. Prima Mastarone «ho fatto centro». Poi Bossini, corre sull'autostrada impazzito di orrore e dolore. La moglie ha la testa fracassata. LOREDANA CONFESSA. La sera tra il 14 e il 15 gennaio polizia e carabinieri arrestano tre dei fratelli Furlan, Sandro, Paolo e Sergio, con il cugino Bertocco (questo verrà poi rilasciato e rimesso in cella dopo le prime confessioni). Dopo una settimana finisce in cella anche Loredana, all'una di notte del 20 gennaio crolla: «Sì, è vero, c'ero anch'io sul cavalcavia». Racconta i particolari: lavorava in un negozio di calzature, lì alle 18 la sera del delitto era andato Sandro. Insieme sulla «Tipo» raggiungono il centro di Tortona, incontrano Bertocco, Siringo, gli altri Furlan e «uno col pizzetto» identificato come Gianni Mastarone. Il muratore respinge le accuse, così come non hanno mai ammesso di essere su quel ponte: Franco e Paolo Furlan, Francesco Lauria, e Claudio Montagner. LA RITRATTAZIONE. Cinque ammettono di essere stati sul ponte quella sera: Loredana, Paolo Bertocco, Roberto Siringo.. Sandro e Gabriele Furlan. Bertocco ha confessato alle 17,30 del 20 gennaio, coinvolgendo Mastarone. Racconta del cappellino acquistato al Mercatone Zeta da Siringo. Gabriele e Sandro Furlan (l'ultimo interrogatorio il 15 aprile) con Bertocco ritrattano"; «Ho confessato perché pensavo di essere Ubero subito. Se quello che ho raccontato sono i fatti ci ho azzeccato» dirà Sandro. Ritrattazione non considerata valida: «L'ammissione del 22 gennaio concordava con quella della Vezzaro di due giorni prima, e con quella di altri imputati. Non potevano essersi parlati perché in cella». Antonella Marietti Loredana VEZZARO, 20 anni, arrestata il 19 gennaio, confessa la notte successiva. Otterrà gli arresti domiciliari il 17 febbraio. Il tribunale 1 della Libertà emetterà l'ordinanza di scarcerazione il 27 giugno. E' solo sospesa dal posto di commessa, tornerà a lavorare «quando la gente non mi guarderà più mentre cammino per strada» Paolo BERTOCCO, 25 anni, operaio in una vetreria, cugino dei fratelli Furlan. Arrestato il 14 gennaio, poi scarcerato e rimesso in cella il 19, ha ammesso e poi negato: è in carcere a Pavia. Da un'intercettazione telefonica alla famiglia Bertocco scattano le manette per i ragazzi accusati di essere i «killer dei sassi» n r.J . I E Franco FURLAN, * 30 anni, il fratello maggiore, fermato il 20 gennaio, secondo le deposizioni avrebbe fatto il palo, è in carcere ad Asti. Prima dell'arresto faceva parte di un gruppo di musicisti, ha sempre dichiarato di essere stato con quel gruppo a suonare la sera del delitto. Gabriele FURLAN, 27 anni, manovale, fermato il 19 gennaio, alterna confessioni a ritrattazioni; probabilmente faceva il palo; è in carcere a Novara. Insieme a un'ex fidanzato di Paolo accusa i fratelli i primi giorni di gennaio, poi ammette di essere stato anche lui sul ponte. LA BANDA PEI SASSI Roberto SIRINGO, 28 anni, amico di Bertocco, fermato nella notte tra il 19 e il 20 gennaio. Ammette: faceva il ; segnalatore, per lui i il procuratore ha chiesto la perizia psichiatrica. Dichiarato «soggetto suggestionabile» è agli arresti domiciliari in una comunità ad Alessandria. L7 i Gianni MASTARONE, 26 anni, muratore di Viguzzolo, fermato il 24 gennaio, in cella nella Casa circondariale di Genova. Da quelli che hanno confessato è indicato come l'autore del lancio assassino, quello che ha gridato «Ho fatto centro!». Era muratore nella stessa ditta di Lauria. Paolo FURLAN, 26 anni, imbianchino aveva una piccola società con un tortonese. In carcere dal 14 gennaio, è accusato di essere : uno dei lanciatori, ■■ in cella nella casa circondariale di Milano. E' considerato un «duro», dichiara di essere andato in palestra la sera del delitto. Ma il suo socio prima conferma l'alibi poi ritratta tutto. Francesco LAURIA, 26 anni, muratore di Casei Gerola (Pavia), fermato il 27 gennaio. E' il proprietario della «Peugeot 306», una delle auto sulla Cavallosa, amico e collega di Mastarone e Michele Faiella (indagato poi prosciolto). E' in carcere ad Alessandria, a fine aprile si diffonde la notizia di un suo tentato suicidio, confermata dal procuratore, smentita dal suo avvocato. Sandro FURLAN, 23 anni, disoccupato, detenuta nella casa circondariale di Torino. Fidanzato di Loredana, con lei uno dei primi a confessare. Arrestato la notte del 14 gennaio, ho confessato solo dopo aver saputo che Loredana aveva «parlato». Sostiene insieme alla ormai ex fidanzata la presenza di una mente della banda, uno più grande che fa paura. Claudio MONTAGNER, 40 anni, magazziniere del Monopoli dello Stato di Tortona, fermato il 27 i gennaio, scarcerato s sabato 15 febbraio dal tribunale della Libertà. Indicato da Loredana, Sandro e Gabriele come uno di quelli sul cavalcavia, ha presentato tre alibi.