« Dalla moda lacrime false »

Rassicurazione « Dalla moda lacrime false » Polemica dopo l'inserzione delle Fendi ROMA. «Accattonaggio mediatico per rubare la scena al protagonista», «miseria intellettuale», «mancanza di cultura e di valori», «il peggiore spettacolo che il mondo della moda poteva dare di sé»: i giudizi al vetriolo sulle reazioni degli stilisti in lutto per la morte di Gianni Versace sono di Adriana Mulassano, giornalista e capo dell'ufficio stampa di Armani. In una lettera su «Repubblica» ha sferrato un pesantissimo attacco ai nomi del «Made in Italy», parlando di «interviste bugiarde», «pagine pubblicitarie per manifestare un dolore che se fosse vero sarebbe riservato», assalti al «carro del vincitore per prendersi ciascuno i suoi due minuti di gloria». E conclude che «gli stilisti non si amano». Indignate le reazioni dei creatori di moda. I pr di Rocco Barocco non hanno peli sulla lingua: «Parla proprio lei che ha lavorato con lo star system! La Mulassano non può assumere questo tono. Se cominciasse a stare zitta e a non dare giudizi sarebbe meglio per tutti. E questa lettera ci sembra proprio un modo per prendersi, anche lei, i suoi due minuti di gloria». «Ma non ha pianto anche il "capo" della Mulassano, alias Giorgio Armani? Che fa la Mulassano? Ritiene strumentale il cordoglio espresso dagli stilisti alla ricerca di due minuti di gloria grazie alle telecamere? Tutto falso? Allora anche il cordoglio espresso dal suo capo Armani, per il quale clirige l'ufficio stampa, è falso!». E' duris- simo il commento di Stefano Dominella, stilista per Gattinoni. «Che schifo - aggiunge -: il caldo di questi giorni le avrà giocato un brutto scherzo». «Troviamo che la lettera della signora Mulassano, almeno per la parte che fa riferimento a Fendi, esprima un'interpretazione dei fatti assolutamente personale. La pagine di Fendi sui giornali nascono non certo per manifestare un dolore che è, e rimane riservato, ma per rendere un ultimo, sincero omaggio a Versace. A quello che lui ha rappresentato e rappresenterà sempre nel mondo della moda». Così le sorelle Fendi hanno risposto alle affermazioni di Adriana Mulassano. «Ed è proprio per evitare - aggiungono le stiliste - qualsiasi interpretazione pubblicitaria che il messaggio non è stato firmato, se non con dei nomi propri. Se poi qualcuno li ha facilmente riconosciuti, sono solo le persone del mondo della moda certamente non interessate ad un messaggio pub- blicitario». E alle critiche risponde Adriana Mulassano: «E' vero, le Fendi conoscevano bene Versace e sicuramente, come Valentino, Ferrè, Gigli e Armani, non sono contente che se ne sia andato un validissimo stilista, che sia morto un concorrente serio. Già, perché la vita dei creatori di moda è fatta di competizione. Ma lo scivolone della pagina dei giornali non lo dovevano fare». E aggiunge: «Se si è così tanto amici, per quale assurdo motivo si deve andare a comprare mio spazio pubblicitario quando sarebbe stato più opportuno limitarsi ad un necrologio o a scrivere due righe a Santo e Donatella? Non si ricorre alla stampa come ai tubi della posta pneumatica». «La verità - ha aggiunto - è che, fra loro, gli stilisti non si vogliono tutto questo bene che vogliono far credere». «Strettamente personale»: così la società Giorgio Armani ha definito l'iniziativa di Adriana Mulassano. [r. cri.] Le sorelle Fendi e lo stilista Rocco Barocco L'accusa: «Accattonaggio per rubare la scena» La difesa: «Le pagine sui giornali sono un ultimo omaggio al grande sarto»

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