Vottani alla Farnesina E' la vittoria di Dini
Così il ministro ha convinto Prodi e il pds DIPLOMAZIA Così il ministro ha convinto Prodi e il pds Voltali alla Farnesina ¥ la vittoria di Dini Umberto VattaROMA. L'ambasciatore Umberto Vattani, 59 anni, è il nuovo segretario generale della Farnesina. La sua nomina rafforza Lamberto Dini ed apre le porte alla tanto sospirata riforma del ministero degli Esteri. Il risultato di Dini sta nella nomina-lampo del suo capo di gabinetto a dispetto dei dissensi serpeggiati in una ristrettissima area della maggioranza. Nel primo consiglio dei rninistri dopo le dimissioni di Boris Biancheri, Dini si è presentato ieri mattina con il nome già pronto per la poltrona più ambita dalle feluche, dopo aver fatto presente a Romano Prodi che non avrebbe accettato patteggiamenti. E la candidatura di Vattani è passata subito e all'unanimità. La settimana era iniziata infatti con alcuni malumori nei gruppi parlamentari del Pds e continuata poi con una offensiva di Rifondazione contro i due candidati (l'ambasciatore presso l'Ue Luigi Guidobono Cavalchini oltre a Vattani), per i trascorsi de e alcune marginali vicende della cooperazione. Il tentativo era quello di spingere Prodi a chiedere a Dini un rinvio, tantopiù che Biancheri resta in carica fino al 31 agosto, prendere tempo e quindi cercare un compromesso su un nome meno noto, come l'ambasciatore a Parigi Sergio Vento, quello a Londra Paolo Galli o il direttore degli Affari Economici Federico Di Roberto. A dovuta distanza è rimasto invece Giovanni Iannuzzi, ambasciatore alla Nato, considerato da molti il vero candidato mancato di Palazzo Chigi. Ma l'operazione anti-Vattani è fallita, per due motivi. Primo: Dini ha tenuto duro, difendendo il diritto a designare il segretario generale nonché spiegando in più sedi che le accuse al proprio candidato relative alla cooperazione (caso-Zaire) erano state archiviate da tempo. Secondo: i vertici del Pds non hanno sposato la crociata anti-Vattani dei cespugli a sinistra dell'Ulivo, per non creare un difficile caso nella maggioranza che, fra l'altro, avrebbe messo a rischio il tandem Dini-Fassino. Nella Quercia è passata, per bocca del responsabile Esteri Umberto Ranieri, la scelta di vincolare il via libera a Vattani all'impegno per la riforma. La candè pasuball'una datura sata o e nimità Opinione condivisa a Palazzo Chigi, dove il consigliere diplomatico è Roberto Nigido, veterano del sindacato. Sarà dunque la riforma il primo, e più difficile, esame per 0 36° successore di Domenico Carutti di Cantogno, che affiancò Camillo Benso conte di Cavour quando il ministero aveva sede in Piazza Castello, a Torino. E la riforma è un ostacolo che, da almeno un quarto di secolo, è una costante alla Farnesina. La legge vigente è vecchia ed inadeguata: abbiamo tante ambasciate quante ne ha la Francia ma quasi la metà dei suoi diplomatici; personale e sedi all'estero sono da riorganizzare in forza dei nuovi equilibri internazionali; il trattamento economico deve essere adeguato a quello degli altri ministeri. Per non parlare del bilancio: siamo quasi il fanalino di coda dell'Ue, dedicando agli Esteri una percentuale del pil inferiore anche a quella dell'Olanda. Non sarà facile venirne a capo neanche per Umberto Vattani, «il tedesco» capace di ritmi di lavoro che fecero epoca pure a Bonn. C'è una forte pressione da parte di sindacati (dal Sindmae dei diplomatici alla Cgil-Esteri) e Parlamento per trascinare il progetto di riforma fuori dalle secche del Consiglio di Stato. Il testo su cui si lavora deve molto a quello presentato dall'allora ministro degli Esteri Susanna Agnelli negli ultimi giorni del governo Dini: direzioni generali suddivise per aree geografiche, nuovi criteri sui bilanci, rafforzamento degli organici, re distribuzione di ambasciate e consolati. Insomma, la Farnesina «modello 2000». La prima scelta sarà se premere sul Consiglio di Stato oppure ricorrere alla scorciatoia di una riorganizzazione interna in forza della legge Bassanini. In entrambi i casi è prevedibile che il Pds faccia sentire la sua voce grazie ai detenninati presidenti delle commissioni Esteri: Migone al Senato e Cicchetto alla Camera. Vattani si insedierà solo a settembre ma la battaglia sulla riforma è già iniziata. Maurizio Mulinari Umberto Vattani La candidatura è passata subito e all'unanimità
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