« Accuse inverosimili alla Boccassini »

I pm genovesi dell'antimafia durissimi contro l'esposto della Parenti I pm genovesi dell'antimafia durissimi contro l'esposto della Parenti « Accuse inverosimili alla Boccassini » Arresti domiciliari per il colonnello Riccio GENOVA. Veleni fra giudici, cocaina e divani letto negli uffici di magistrati, pentiti che accusano e ritrattano, colonnelli e marescialli della Dia arrestati per traffico di stupefacenti. Raccontano tutto questo le 14 pagine scritte dai pm genovesi dell'antimafia per spiegare come sono giunti alla conclusione di richiedere l'archiviazione dell'esposto che l'onorevole di Forza Italia Tiziana Parenti aveva presentato alla procura di Brescia e che era passato poi per competenza a quella del capoluogo ligure, contro la sua ex collega del pool milanese di Mani pulite Ilda Boccassini e nei confronti del pentito Angelo Veronese. Quest'ultimo è il collaboratore di giustizia attorno a cui ruota l'inchiesta che ha portato in carcere il colonnello Michele Riccio, ex responsabile della Dia ligure, e cinque sottufficiali con le accuse di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga e detenzione di stupefacenti. Al colonnello Riccio sono stati concessi ieri sera dal giudice delle indagini preliminari Roberto Braccialini gli arresti domiciliari su istanza del suo difensore, avvocato Emanuele Lamberti. A causa, però, di questioni procedurali l'ufficiale potrà tornare nella sua casa di Varazze soltanto lunedì prossimo. Sono due gli episodi che hanno preso in esame i magistrati di Genova nella richiesta di archiviazione, firmata dal procuratore capo Vito Monetti e dai sostituti Anna Canepa, Francesca Nanni e Pio Macchiavello, per dare maggiore forza alla loro decisione. Si parla, dunque, delle pressioni che sarebbero state esercitate su Veronese per screditare la parlamentare forzista, la vicenda del mezzo miliardo che gli sarebbe stato offerto dalla Boccassini, e il racconto del pentito a proposito di un sacchetto di coca che il collaboratore di giusti¬ zia afferma di avere visto nell'ufficio della Parenti, quando «Titti la rossa» lavorava come pubblico ministero a Savona. Alla fine delle 14 pagine i magistrati scrivono: «La Boccassini non risulta avere offerto o promesso a Veronese compenso alcuno. In verità l'ipotesi più che inverosimile è ai limiti dell'impossibile. Il magistrato disponeva di una simile cifra? E soprattutto l'avrebbe così generosamente devoluta a un soggetto per lei quasi sconosciuto? Oppure esisteva qualche organo dello Stato che avrebbe potuto corrispondere un siffatto compenso in cambio di un'accusa penalmente irrilevante?». L'accusa «penalmente irrilevante» è il racconto del pentito che afferma di avere visto il sacchetto di coca nell'ufficio della Parenti. Vere 0 false che siano le parole di Veronese è irrilevante perché, spiegano 1 magistrati, la legge non prevede come reato il consumo personale di droga. I pubblici ministeri lanciano poi una frecciata contro <;Titti la rossa». Dicono: «E' pertanto talmente assurdo sostenere la tesi della dazione di ben mezzo miliardo che sorge spontaneo chiedersi se in realtà esistesse l'interesse a perseguire finalità diverse da quelle che si vuol fare apparire». Quali? Non vengono dette. Sulla droga e sul divano letto che Veronese racconta avere visto sempre nell'ufficio della Parenti i pm annotano: «Il possesso di cocaina a uso personale e, soprattutto, l'utilizzazione intima o comunque privata di un sofà sito in un uf- ficio pubblico è comportamento che potrebbe violare norme deontologiche, ma certamente non costituiscono nessuno dei due, un reato». Dalla richiesta di archiviazione emerge infine un altro dettaglio medito. La Parenti aveva una «relazione sentimentale» con uno dei sottufficiali arrestati nell'inchiesta Riccio. «Precedentemente all'arresto cui si è sottratto per diverso tempo - scrivono i pm - il maresciallo ha effettuato telefonate alla moglie che da accertamenti risultano essere partite anche in orario notturno dall'abitazione romana dell'ex magistrato». Attilio Lugli %;4::.:|^: Tiziana Parenti e Ilda Boccassini

Luoghi citati: Brescia, Genova, Savona, Varazze