Buenos Aires il Cavaliere fa applaudire Veltroni di Fabio Martini

Piace all'opposizione l'operazione di «marketing culturale» del vicepremier in Argentina Piace all'opposizione l'operazione di «marketing culturale» del vicepremier in Argentina Buenos Aires, il Cavaliere fa applaudire Veltroni Un manager Mediaset: apre la strada al nostro sbarco in Sud America BUENOS AIRES DAL NOSTRO INVIATO Cala la sera sul Mar del Piata, la nottambula Buenos Aires si sveglia e al cine-teatro Coliseo i notabili «boarensi» accorrono ad ascoltare il ministro italiano della Cultura, «eZ senor presidente Walter Veltroni». Ci sono imprenditori. Deputati. Qualche aspirante attrice. E c'è anche Gino Bogani, il «Valentino d'Argentina»: a loro Veltroni sta spiegando la sua missione di «promozione della cultura italiana» in America Latina. Ma in mezzo al pubblico, fra un tramezzino e una tartina, fa capolino anche un viso che Veltroni conosce bene. E' Alessio Gorla, un manager di Mediaset. Che ci farà mai da queste parti? Mentre Veltroni parla, Gorla sottovoce chiosa: «Ottima davvero l'idea di Veltroni di venire qui in America Latina». Già, un top manager di Berlusconi che si spella le mani per il «nemico» Veltroni: un'apparente bizzarria che si scioglie non appena Gorla rivela: «Mediaset ha deciso di entrare in America Latina. Cominceremo dall'Argentina, ma siamo pronti a muoverci su tutto il continente, Brasile compreso...». Che curiosa coincidenza: Walter Veltroni da due giorni è impegnato nella più massiccia azione di «marketing» della cultura italiana in America Latina, proprio mentre Mediaset sta per trasformare quest'area nella sua «nuova frontiera». Il progetto Sud America sarà consacrato dal¬ la convention settembrina di Montecarlo, ma intanto Gorla anticipa: «Io mi sono trasferito qui già da due anni e penso che ci resterò per altri 5 o 6 perché i progetti di Mediaset sono molto seri: pensiamo ad entrare in una delle 4 reti argentine, ma anche di produrre telenovelas, programmi di intrattenimento, talk-show. In fatto di tv da queste parti non hanno l'anello al naso, ma certo la qualità lascia un po' a desiderare...». E nei prossimi giorni, assieme ai manager della Rai, della Cecchi Gori, dell'Ente cinema, dell'Eti, degli enti lirici, anche l'uomo di Berlusconi se-, guirà Veltroni a Montevideo e Santiago del Cile, le prossime tappe del viaggio sudamericano del vice-presidente del Consiglio. Missione innovativa quella voluta da Veltroni. Proprio come Prodi che è diventato il primo ambasciatore italiano all'estero, portandosi al seguito centinaia di imprenditori nelle missioni in Cina, Medio Oriente ed Est Europa - così Veltroni si è fatto accompagnare qui dal gotha manageriale della cultura italiana. «Stiamo cercando di sperimentare un nuovo modello», spiega Veltroni, quello di sbarcare in forze in un'area geografica e avviare un'azione di penetrazione culturale a tutto campo: film, teatro, mostre, scambi, televisione, sull'onda del rilancio di Rai International, che sotto la guida di Roberto Morrione (anche lui al seguito di Veltroni) è passata da 2 a 24 ore di trasmissione. Certo, per ora ci si deve contentare di aprire la porta: per consentire la proiezione nei cinema argentini di 12 film nell'arco di due anni è stato addirittura sottoscritto un accordo tra governi. E quanto alle iniziative già messe in cantiere, Veltroni ha annunciato concerti con Muti e con Ughi, uno spettacolo di Lina Sastri, le letture dantesche di Vittorio Sermonti, una mostra su Calvino a Buenos Aires e una su Borges a Roma, un corso di restauro per i giovani argentini, il tentativo di rendere obbligatorio l'insegnamento della lingua italiana in un Paese nel quale, ricorda Veltroni, «il 50 per cento della popolazione è di origine italiana». Soltanto dei segni di vita? «Negli ultimi mesi - dice ancora Gorla - qui in Argentina sono venuti Kohl, Chirac, Aznar e presto sarà qui Clinton con 750 imprenditori. Visto che gh altri si presentano in forze, è stata una buona idea quella di proporsi come missione squisitamente culturale». E qui hanno mostrato di gradire: Veltroni è stato ricevuto con simpatia dal presidente Carlos Menem e soprattutto da alcuni dei più famosi intellettuali argentini. Nel tavolo all'ambasciata italiana, si sono seduti personaggi come il premio Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel, il regista Hector Solanas, l'affascinante vedova Borges («Veltroni? Un uomo intelligente, molto aperto»), Ernesto Sabato: «Gli italiani sono i comunisti più intelligenti, gli altri sono idioti...». Fabio Martini