L'AUTUNNO DELLA MODERNITÀ

^167-341143 L'AUTUNNO DELLA MODERNITÀ' L PARIGI A srazione Mir, vecchio cargo arrugginirò, ammaccato, farcito di tecnologie vacillanti, pressurizzato, non pressurizzato, mezzo asfissiato, con cavi che si sfilacciano come volgari fili elertrici da 220 volts, latrine che si intasano, è il nostro avvenire. Un futuro di automobili siderali che si tamponano. La Mir era la modernità. La perfezione. Il grande veicolo che avrebbe rimpicciolito lo spazio. E' diventato una scatola di conserva che gira attorno alla Terra. La Mir è formidabile. Dice tutto sull'essenziale. Sui nostri Boeing che si disintegrano senza ragione apparente. Perché un missile li ha inavvertitamente urtati? Perché i serbatoi non erano abbastanza pieni? Perché micro-computer portatili hanno provocato un cortocircuito? La modernità entra piano piano nell'era degli incidenti. Dell'incidente in serie. La modernità diventa un secial killer. Sarebbe banale replicare che la tecnologia invecchia. Lo si sapeva già con l'Unione Sovietica, che aveva issato il sogno moderno al più alto livello. Al rango di culto: il primo uomo nello spazio fu, non dimentichiamolo, una prodezza della patria del Sol dell'Avvenire, e nulla è poi andato come si prevedeva. Né l'Impero, né il Rublo, né soprattutto il popolo russo, che continuava ad attendere per ore i suoi tram sotto la neve e senza pensiline alla fermata. Che non aveva più la forza di guardare le stelle. Attraverso la bruma. Che adocchiava già le mafie rosse e barbare e la fine del comunismo brezneviano grigio e positivista. Gagarin il pioniere è da tempo un angelo caduto. Una reliquia senza fiori né corona. Una statua di polvere ritornata polvere. Esplosa nel cielo in un banale incidente aereo. Siamo all'autunno della modernità. E' sicuro. Con la Mir, Guillaume Malaurie CONTINUA A MG. 8 PRIMA COLONNA

Persone citate: Gagarin, Guillaume Malaurie

Luoghi citati: Parigi, Unione Sovietica