«Monaco creata dai soldi nazisti»

Ma il giovane Ranieri si oppose alla politica fìlotedesca del nonno Ma il giovane Ranieri si oppose alla politica fìlotedesca del nonno «Monaco creata dai soldi nazisti» // «Nouvel Observateur»: ecco le prove PARIGI NOSTRO SERVIZIO Principato di Monaco, anno 1941 : la Rocca, il Palazzo e poco altro. I Grimaldi, famiglia regnante, hanno perduto da ormai otto anni il monopolio sui casinò, tradizionale fonte di risorse tramite la «Société des Bains de Mer». Fiorisce la concorrenza del gioco d'azzardo nelle sale da gioco di Nizza, Cannes, Juan-lesPins, e dal casinò monegasco le casse del Principato spremono a malapena la miseria di tre milioni di franchi l'anno. Principato di Monaco, anno 1944: «Il Tesoro monegasco, che nel 1937 era prosciugato, dispone di 188 milioni dì franchi e le spese si sono triplicate», firmato Montarnal, ispettore delle finanze francesi sotto il regime di Vichy. Il console di Francia parla di «prosperità finanziaria inaudita». Cosa successe al povero Principato tramutatosi in paradiso dei ricchi, strabordante di denaro, con banche e società fantasma che spuntano come funghi, proprio mentre nel mondo imperversa la guerra? Un incantesimo felice? Per una volta, le vicende del Principato di Monaco e della famiglia Grimaldi - quest'anno vengono con gran fasto celebrati i 700 anni di regno - non sono sulla copertina di un settimanale scandalistico, ma su quella di un grande periodico di informazione, il «Nouvel Observateur». L'inchiesta suU'arricchimento fulmineo - grazie a un fiume di denaro convagliato da uomini d'affari nazisti durante l'occupazione in Francia - si avvale di documenti finora inediti ritrovati in archivi svizzeri e francesi, carteggi, note diplomatiche, testimonianze. «Ero sconvolto, scioccato da quello che vedevo e ascoltavo nel palazzo di Monaco. Si parlava soltanto di denaro e di modi più o meno puliti di procurarselo», è la testimonianza del capitano Ardant, padre dell'attrice Fanny, e allora precettore del giovane Ranieri (che ieri ha rifiutato di commentare le rivelazioni), nipote del Principe regnante, Luigi n. n capitano abbandonò disgustato la corte e riferì tutto al console francese, che poi inviò una nota «confidenziale» a Vichy. Aveva visto troppo, il capitano, e non voleva più avere niente a che fare con i Grimaldi. Soltanto Ranieri e sua sorella Antoinette erano «puliti», si opponevano alla politica filo-tedesca del nonno, tanto che poco più tardi l'attuale Principe si arruolò nell'esercito francese. Aveva visto arrivare i fascisti italiani, che rimasero all'ombra della Rocca dal novembre 1942 al settembre 1943, ma soprattutto aveva visto arrivare subito dopo i tedeschi. Prima i dignitari nazisti e i trafficanti del Reich, che riversarono sulle roulettes del Principato somme immense, frutto di mercato nero, saccheggi e spoliazioni degli ebrei. Poi i primi finanzieri, che cominciarono a riciclare il denaro in modo sistematico, mettendo in piedi un'incredibile rete di società fittizie, banche fantasma dalle architetture giuridiche complesse. Chiunque, nel Principato, aveva un parente prestanome a capo di qualche ditta inesistente. In questa moltitudine di beneficiati, si staglia la figura inquietante di Mandel Szkonikoff, ebreo di origine russa, apolide, gran procacciatore di affari per i nazisti. Sbarca a Monaco e comincia ad investire la sua immensa fortuna e i miliardi che i tedeschi gli hanno affidato, compra gli hotel più lussuosi, il «Windson>, il «Louvre», il «Regina». Il Reich fu fulminato da un'idea: trasferire a Monaco tutte le ricchez¬ ze, farne la propria capitale finanziaria, irraggiungibile, intoccabile. E il progetto fu affidato ad un altro personaggio inquietante, tal Johannes Charles, finanziere senza scrupoli, abituato a lavorare nell'ombra. Luigi II sognava di far fortuna con i tedeschi fin da quando il Principato fu occupato dagli uomini del Duce: scrisse allora a Berlino per assicura¬ re che «il governo del Principato si è dedicato a stabilire una cooperazione sincera e senza reticenze con le autorità tedesche... gli industriali e commercianti della Germania sono ben accolti e il governo monegasco ha di recente concluso con il Reich un trattato per un'emittente radio». Si trattava, nientemeno, che di Radio Montecarlo, che cominciò le tra¬ smissioni il 17 luglio 1943, con un palinsesto all'insegna della propaganda. Il progetto di Johannes Charles di creare la «filiale occulta» della Reichsbank a Monaco sembrava cosa fatta a metà del 1944. Le autorità monegasche, nel dargli il benvenuto, gli avevano fornito seduta stante ogni autorizzazione. Poi venne la fine della guerra, la liberazione e il progetto (la «banca Charles») andò in fumo. Non evaporarono, però, le ricchezze, che la Francia depredata soltanto in parte riuscì a farsi restituire. A Luigi II, che non voleva scucire un franco, Parigi fu costretta a cedere, nel 1947, la fortuna di 37 miliardi di franchi. Tullio Giannotti PIL 12 MILA MILIARDI BANCHE 45 SOCIETÀ' FINANZIARIE 7 CAMERE D'ALBERGO 2500 ABITANTI 29.972 m2 DI FABBRICATI INDUSTRIALI 200.000 OPERATORI FINANZIARI 1473 Il principe Ranieri rifiuta di commentare le rivelazioni del giornale francese Sotto, veduta del Principato