«Eltsin, non bandire i cattolici » di Marco Tosatti

Ma replica il patriarca Alessio II: giusto favorirci per la stabilità morale della Russia Ma replica il patriarca Alessio II: giusto favorirci per la stabilità morale della Russia «Eltsinf non bandire i cattolici » Dura lettera del Papa contro la legge discriminatoria ROMA. Il Papa scrive a Eltsin; non dal suo rifugio valdostano di vacanza, a Les Combes, ma da Roma, per protestare contro il nuovo muro che la Duma, il Parlamento russo, ha innalzato nel campo delle libertà religiose, e che attende solo una firma di Boris per diventare realtà, e limitare pesantemente la vita delle confessioni «non protette», cattolici compresi. Ma anche il Patriarca di Mosca Alessio II ha scritto al Presidente russo, affermando invece che la nuova legge sarebbe necessaria «per evitare la destabilizzazione morale del Paese». La Duma ha approvato una legge che prevede che soltanto le religioni tradizionalmente presenti sul territorio russo possano godere di una serie di privilegi, anche economici, e siano completamente esenti da controlli e limitazioni. Cristiani ortodossi, musulmani, israeliti, e buddisti erano salvi; gli altri, compresi i cattolici, sia quelli di rito latino che di rito greco, restavano fuori al fréddo. Il testo, preentato da deputati nazionalisti e comunisti, è pesantemente protezionistico; è una reazione all'«invasione» delle sette e dei movimenti cristiani di ogni tipo, che si sono riversati in Russia dopo l'89; e d'altra parte appare come un sintomo di paura e di fragilità della Chiesa ortodossa. Ma ci vuole il sigillo di Eltsin, la Duma non basta. Il 23 il Parlamento ha votato la seconda «lettura», il giorno seguente Giovanni Paolo II scriveva all'uomo del Cremlino che «il ricordo dei nostri cordiali incontri mi incita a esprimere in totale fiducia la grave preoccupazione». Cordiale il ricordo, ma non cordiale la lettera, che nella sua diplomaticissima civiltà appare molto secca e dura. Il Papa ricorda a Eltsin che il nuovo testo appare «molto restrittivo» rispetto alla legge sulle Confessioni religiose del 1990 (ma allora c'era Gorbaciov), e se fosse adot- tato «costituirebbe per la Chiesa cattolica in Russia una reale minaccia per lo svolgimento normale delle sue attività pastorali, e addirittura per la sua vita». La Santa Sede ha osservato «con rammarico» che la nuova legge non cita alcune «religioni tradizionali, fra le quali il cattolicesimo ha sempre figurato, e che la Chiesa cattolica non vi è citata nemmeno una volta». Non è difficile vedere, dietro il testo, e in particolare a questo proposito, la mano del Patriarcato di Mosca. Il Sinodo accusa continuamente di «proselitismo» i cattolici in Russia, come se temesse la concorrenza nel suo territorio di caccia alle anime e l'attrazione che il carisma di un Papa slavo potrebbe avere sul suo gregge. Ma continua la lettera: il testo afferma il principio della libertà religiosa, in generale, per ridurne poi «considerevolmente la portata» con altre disposizioni minuziose. E in particolare tutto fa pensare che «le autorità civili russe desiderino assimilare la Chiesa cattolica a una comunità straniera, senza alcuna considerazione per la sua presenza e la sua azione secolari in Russia, e neanche per la sua organizzazione gerarchica specifica». E' un vero e proprio appello personale, quello che Giovanni Paolo li rivolge a Eltsin, «sono sicuro che Ella saprà essere vigilante, e prendere le decisioni opportune al momento giusto», affinché nessun ostacolo «legale o amministrativo giunga a ostacolare la vita religiosa» dì un buon numero di suoi concittadini. E poi ci sono gli obblighi internazionali: la Russia ha firmato, ricorda il Papa, il testo della Conferenza (CSCE) di Vienna, il 19 gennaio 1989, in cui gli stati partecipanti si impegnano a rispettare il diritto delle comunità religiose «a organizzarsi secondo le loro strutture gerarchiche» e amministrative. I di- ritti legittimi dei credenti devono essere assicurati, ribadisce Papa Wojtyla, e conclude suggerendo «una nuova redazione del testo che sia garante della pace religiosa della grande nazione russa». Di tutt'altro parere il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie: in una lettera firmata con altri 49 alti prelati, Alessio II ha scritto a Eltsin: «Siamo convinti che una mancata firma della legge condurrà a un'ulteriore destabilizzazione morale della Russia. La norma è destinata a rafforzare la pace e la concordia nella nostra patria di cui voi, signor Presidente, instancabilmente parlate». Marco Tosatti Il Papa con Eltsin in una foto di repertorio in occasione della visita in Vaticano Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II