E adesso il popolo dei Bot torna a puntare sul listino

E adesso il popolo dei Bot torna a puntare sul listino E adesso il popolo dei Bot torna a puntare sul listino IL RITORNO DEGLI ANNI ORA si può finalmente cominciare a parlare di euforia in Borsa. E a temerne le conseguenze. L'avvicinarsi della soglia del 35% di incremento del Mib storico di Piazza Affari dall'inizio dell'anno, infatti, sta funzionando da richiamo per quella gran massa di risparmiatori che è stata, finora, alla finestra. La spinta all'insù di questi primi sei mesi ha diverse spiegazioni, ma in ordine di importanza l'affollarsi del cosiddetto parco-buoi ai recinti telematici di banche e sùn, le società di intermediazione mobiliare che stanno vivendo la loro prima fase di superlavoro da quando sono state create 5 anni fa, è buona ultima. Prima viene la riscoperta dell'Italia da parte degli investitori esteri istituzionali, cioè i.fondi pensione e i fondi di investimento americani, inglesi o giapponesi. Lontani per lunghissimi periodi da Fiat e Generali negli 11 anni che ci separano dal precedente massimo del 1986, dalla fine dell'anno passato molti money manager hanno deciso di reinserire l'Italia nei loro portafogli, riconoscendo come validi gli sforzi del governo Prodi per il raggiungimento dei parametri di Maastricht nella prospettiva della moneta unica. In buona sostanza, i mercati hanno registrato, e ovviamente cavalcato, il clima da «circolo virtuoso» che si respira da quando è apparsa sempre più probabile la riuscita dell'iscrizione al primo gruppo di fondatori dell'Euro: i tassi calano, gli interessi da pagare su Bot e Cct diminuiscono, la quota di risparmio che si libera per impieghi produttivi cresce. Ma la Borsa non vola solo per questo. Le performance più clamorose, per esempio, sono state messe a segno dai titoli delle banche e delle telecomunicazioni. E non si tratta, almeno per ora, di rialzi nati per la sola atmosfera positiva generale: hanno, invece, motivazioni più importanti in fattori strutturali, come il processo di concentrazione e di privatizzazione avviato (ormai senza ritorno) che porta con sé la conseguenza, si pensi alle banche, del riordino dei conti, del miglioramento dell'efficienza e della crescita dei margini di redditività. In un settore che promette più utili in futuro, dunque, si può capire bene la crescente, e oltremodo benefica per le quotazioni dei titoli, corsa all'accaparramento di azioni che presunùbilmente saranno sempre più oggetto di scalate in un'ottica di riassetto almeno europeo dei colossi bancari. Certo, il calo brusco dei rendimenti dei titoli pubblici negli ultimi mesi ha spinto le famiglie a chiedersi se, e come, sia possibile andare «oltre i Bot» alla ricerca di guadagni che sono ormai un ricordo. E una parte significativa di es- se, lo evidenziano l'ottima riuscita dei recenti collocamenti di azioni della Banca Sanpaolo e della terza tranche dell'Eni, nonché la lievitazione del dato di raccolta dei fondi comuni specializzati in azioni, si è già data la risposta: puntare su Piazza Affari. Ma la parola d'ordine non è ancora dilagata oltre i confini di un'elite, sia pure importante, di operatori e dì risparmiatori d'avanguardia. Perché questo accada manca il vero elemento che da solo, e da sempre, costituisce il vero innesco prima del boom: la performance. Ora c'è: il 34,8% del Mib in sei mesi è garanzia di successo del prodotto. Miglior marketing per la Borsa e per i fondi comuni di un risultato eccellente già realizzato non c'è mai stato (anche se non vi è alcuna certezza che si ripeterà). Si attendano, dunque, promotori finanziari e bancari allo sportello l'assalto in piena regola da parte di chi, fino a oggi, ha fatto della prudenza e della sicurezza una regola rigida e che è finalmente pronto a tradirla per la morbosa fede del guadagno rapido. Come li accoglieranno? C'è da sperare che sappiano mettere a frutto i «programmi di qualità» e i «piani per la soddisfazione del cliente» che sono la regola di quei corsi di formazione nei quali le più serie tra aziende di credito e sim investono già da qualche anno. Da quando, per intendersi, dopo aver sfruttato senza scrupoli le ondate emotive dei precedenti rialzi si sono ritrovate sommerse dalle richieste di riscatto e travolte dalla fuga disordinata da tutto, azioni o gestioni patrimoniali o fondi comuni che fossero. Azionari o obbligazionari. Italiani o esteri. Ora, non possono fallire l'appuntamento. Tanto più che proprio i servizi e il risparmio gestito (fondi e gestioni) sono destinati a diventare il vero affare delle banche in futuro. Che cosa dicono questi «piani»? Ogni società avrà magari un'originale strategia commerciale, ma 5 comandamenti dovrebbero essere presenti in tutte e guidare il comportamento di chi ha la delicata funzione di maneggiare i soldi de¬ gli altri. 1) Sii un buon consulente: cioè parti dalla situazione personale del cliente, dai suoi bisogni e obiettivi e non dal tuo interesse a piazzare questo o quel titolo. 2) Sii un buon pianificatore: considera l'intera ricchezza Imobiliare e immobiliare) del cliente e attua un'equilibrata diversificazione del suo portafoglio. 3) Su previdente: non sottovalutare le esigenze di protezione del capitale e di previdenza del cliente e della sua famiglia. 4) Su psicologo: tieni conto della maturità psicologica del diente, della sua capacità di affrontare i rischi finanziari. 5) Sii trasparente: non nascondere nulla dei costi delle operazioni, dei rischi, delle eventuali alternative di mercato più favorevoli. E infine, soprattutto, non improvvisarti gestore o analista: se non ne hai la competenza, perché vuoi portarne, domani, la responsabilità? Glauco Maggi Il calo dei tassi e il successo delle privatizzazioni alimentano il boom K fi fi ( fi <: fi t < i i: t fi\ Ecco il raffronto tra andamento di alcuni titoli di guida di Piazza Affari, inizio dell'anno alla chiusura di ieri e rendimento dei Titoli di Stato emessi dal Tesoro, nelle ultime aste di fine giugjjò e metà Jll luglio. PI 1,7% Tlf OLI DI STATO BOT 3 MESI BOT 6 MÉSI ! BOT 12 MESI CTZ 18 MESI CTZ24 MESI 5,75% 5,64% 5y«f% 5,21% 5,15% BTP 3 ANNI BTP 5 ANNI ! BTI* 10 ANNI BTP 30 ANNI CCT 7 ANNI 5,14% 5,20% S,*l% 6,36% 6,06% Ecco il raffronto tra andamento di alcuni titoli di guida di Piazza Affari, inizio dell'anno alla chiusura di ieri e rendimento dei Titoli di Stato emessi dal Tesoro, nelle ultime aste di fine giugjjò e metà Jll luglio.

Persone citate: Glauco Maggi

Luoghi citati: Italia