«Tonino folgorato sulla via di D'Adamo» di Antonella Rampino

«Tonino folgorato sulla via di D'Adamo» «Tonino folgorato sulla via di D'Adamo» L'ira di Fini: perderà il consenso di chi lo credeva autonomo RIETI DAL NOSTRO INVIATO Dopo ventiquattr'ore di silenzio, «dovevo riflettere, e poi ero a Strasburgo», Gianfranco Fini dice la sua su Di Pietro. E sceglie Rieti, dove da oggi c'è la decima festa di partito. Un'occasione, insomma, perché ci si ricordi che anche il quotidiano della destra nuova ha la sua kermesse estiva. «Quest'anno avremo tre ministri» dice l'organizzatore Guglielmo Rositani sbagliando l'accento, secondo un vecchio vezzo missino, del cognome del ministro della Pubblica Istruzione. E aggiunge: ((Avremo anche la Berte, che ha litigato con Rifondazione Comunista, e sa bene che Alleanza Nazionale protegge la musica leggera». «Quante cose nuove si imparano, venendo a Rieti» gli ribatte ironico Fini. Intanto sfoglia il programma, e trova che la Festa del Secolo verrà inaugurata da una certa Gianfranca Fini, sì proprio Gianfranca, con la «a» finale. E a Fini, che una volta donna Assunta Almirante definì «l'ultimo dei veri uomini», prende un moto di rabbia. Rabbia fredda, tutta in un moto di mascella. La stessa che gli monta piano piano parlando dì Antonio Di Pietro. Già, Di Pietro che, il 27 luglio di appena un anno fa, lo stesso Fini aveva invitato proprio a Rieti, proprio a chiudere la Festa del Secolo. Comincia col sorriso sulle labbra, il presidente di An, a raccontare la sua riflessione in quel di Strasburgo sulla scesa in campo dell'ex amico. Quando ha lasciato la magistratura, è il ragionamento di Fini, Di Pietro ha detto di sentirsi un uomo di destra. Poi è entrato come ministro nel governo dell'Ulivo, ha testimoniato amicizia per D'Alema, e apprezzamento per il di lui lavoro in Bicamerale, continuando a professarsi presidenzialista, e vicino ad Antonio Segni. E poi, la stoccata data mentre la mascella si serra in un'ira fredda, che si dipinge piano piano sul volto di Fini pallido, lui che per tutto l'autunno-inverno è sempre stato così abbronzato, e che si staglia per giunta contro una cartellonistica da piscina: «Se ieri Di Pietro ha scelto di entrare come vassallo del Mugello alla corte dell'Ulivo le spiegazioni non sono politiche, ma di convenienza personale». In confronto a questa frase, quella che ripeterà più tardi, con aria smaliziata davanti alle telecamere, è assai più lieve: «Di Pietro non è stato folgorato sulla via di Damasco, ma su quella di D'Adamo». Sarebbe però incongruo credei re che la posizione di Fini sia solo un tardivo allineamento sulle stesse posizioni di Berlusconi. Fini, invece, ha la convinzione che «Di Pietro perderà il consenso di coloro che credevano sarebbe stato leader di uno schieramento autonomo. E D'Alema, che oggi canta vittoria, potrebbe aver fatto un passo falso: con l'arrivo di Di Pietro l'Ulivo non si è affatto rafforzato, si sono anzi acuite le tensioni nel pds, e tra pds, Verdi e Rifondazione». Ma se al presidente di An, che parla sotto uno striscione che inneggia alla vittoria del presidenzialismo in Italia, si chiede se, dopo lo schieramento a sinistra di Di Pietro, continuerà a volere forti i poteri del Capo dello Stato nella Seconda Repubblica, s'inalbera e non ri- sponde: «Noi siamo presidenzialisti dal 1955, un anno in cui chi fa questa domanda non era nemmeno nata». «Vorrei proprio fare un confronto con Di Pietro, ma un confronto politico», dice ancora. E insomma Fini sembra riservare al «traditore» Di Pietro lo stesso trattamento che riservò al «traditore» Dini, reo di aver contribuito alla caduta del governo Berlusconi: non andrà lontano, ha sbagliato campo d'azione, non accetta le regole della politica, e sarei felicissimo di spiegargliele io. «Di Pietro è un presuntuoso, e D'Alema, stavolta esattamente come quando ha chiesto a Bossi di rientrare in Bicamerale, ha proprio fatto imo sbaglio». Poi Fini si allontana dal capannone della conferenza stampa, e i poliziotti che sorvegliano la Festa del Secolo, chissà perché, gli battono i tacchi. Antonella Rampino

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