Ergastolo addio primo sì di Maria Grazia Bruzzone

Sarà di trentadue anni il periodo massimo di detenzione. Il Polo accusa: scelta demagogica Sarà di trentadue anni il periodo massimo di detenzione. Il Polo accusa: scelta demagogica Ergastolo addio, primo sì 77 Senato cancella il carcere a vita ROMA. Niente più ergastolo, ma pene massime di 32 anni. Per ora è soltanto il primo sì, dato dalla commissione Giustizia del Senato a un disegno di legge che, esaurita oggi la discussione, dovrebbe passare in aula prima di arrivare alla Camera. Ma in ogni caso, è un'affermazione di principio ardita, che fa già discutere. Ersilia Salvato, senatrice di Rifondazione comunista autrice della proposta esulta. «E' un primo passo verso un traguardo di civiltà che può consentire la piena rispondenza del diritto penale alla finalità rieducativa della pena iscritta nella Costituzione». Ma dall'opposizione arrivano attacchi pesanti. «L'Ulivo e Rifondazione aboliscono l'ergastolo nonostante il voto popolare del 1982 e le perplessità tecniche e politiche condivise da esponenti della maggioranza», sostiene il Polo. Che accusa esplicitamente gli avversari: «Ancora una volta la demagogia e le frange estremiste della maggioranza prevalgono sul buon senso e la moderazione, che avrebbero richiesto una riflessione più approfondita ed estesa di tutto il sistema penale». Di più. «Ma sul serio - si chiede il presidente dei Senatori di Forza Italia Enrico La Loggia, - qualcuno ritiene che le emergenze criminali siano cessate?». Mentre il capogruppo degli azzurri alla commissione Antimafia Roberto Centaro arriva a domandarsi cosa penseranno i procuratori impegnati nella lotta contro la mafia: «Sarà interessante verificare la reazione dei vari Caselli, che alzano i toni nei confronti del paventato calo di tensione, e ritengono l'ergastolo una delle cause di pentimento dei criminali più pericolosi». In realtà la proposta iniziale della Salvato prevedeva di riscrivere tutto l'impianto della pena e chiedeva che gli anni di carcere comminabili non fossero 32 ma 28. Dopo un lungo dibattito, la commissione ha deciso. Per non mettere mano all'intero codice penale, una modifica più che altro di principio. Proponendo semplicemente che, laddove il codice penale parla di «ergastolo» venga sostituita la parola con «reclusione speciale», che comunque continuerebbe a distinguere le pene per i reati più gravi, rispetto alla «reclusione» semplice. E, comunque, stabilendo il limite massimo di 32 anni. Le differenze riguardano il cosiddetto «trattamento carcerario» che varia dall'«arresto», ai due tipi di reclusione. La legge vigente, nota come «legge Gozzini» prevede infatti che dopo un certo numero di anni passati in carcere, il detenuto possa chiedere non solo una serie di sconti, ma anche di passare a pene alternative, che prevedono il lavoro interno, fino alle condizioni di se¬ milibertà. Sconti e riduzioni che oggi si verificano anche per gli ergastolani. Mentre obiettvo della nuova legge è invece di considerare più rigidamente le «aggravanti», facendo sì che «detenuti speciali» non possano per davvero goderne. Insomma, la nuova legge pur abolendo l'ergastolo come «pena infinita», finirebbe dunque per rendere molto più rigida e dura quella, effettivamente scontata, sia pure fissata in un certo numero di anni e non più a vita. Ersilia Salvato replica alle critiche di Forza Italia e An, giudicando «sorprendente e infondato lo scandalo menato da Forza Italia». «Trenta, trentadue anni di carcere duro, secondo il regime del 41 bis e con la espressa esclusione di accedere alle misure alternative al carcere già previste sono più che sufficienti a tagliare fuori dal circuito criminale qualsiasi detenuto percoloso per i fatti di mafia. Il resto è pura propaganda. Quanto all'estremismo e alle perplessità tecniche sull'abolizione dell'ergastolo, va detto che sono più di 20 anni che la Corte Costituzionale giudica legittimo l'ergastolo solo nella misura in cui può essere scontato effettivamente». Maria Grazia Bruzzone Da sinistra Ersilia Salvato, di rifondazione comunista Daria Bonfietti senatrice della sinistra democratica e un'immagine di carcere

Persone citate: Caselli, Daria Bonfietti, Enrico La Loggia, Ersilia Salvato, Gozzini, Roberto Centaro

Luoghi citati: Roma