«Cera bollente sulla schiena degli ufficiali»

Morta la vedova di Valletta Donna energica e riservata rifiutò il ruolo dS first lady Milano, dopo la denuncia di un sottotenente. Ma il generale Romano: non sono riti di iniziazione «Cera bollente sulla schiena degli ufficiali» Richiesta di rinvio a giudizio per 9 carabinieri accusati di nonnismo TORINO. La scena, così come l'ha ricostruita la procura militare, è questa. Al battaglione Lombardia dei carabinieri di Milano è notte fonda. Nel circolo ufficiali, c'è l'iniziazione alla «Calotta». I sottotenenti, in fila indiana, fanno il passo del leopardo. Indosso hanno soltanto mutande e anfibi. Gli «anziani di calotta» disposti ai lati reggono candele accese. Al loro passaggio, fanno scendere sulle schiene dei colleghi più giovani gocce di cera bollente e acqua, e dicono: «Striscia, striscia, che non sei degno di far parte della Calotta». Al fondo del corridoio, c'è il «potentissimo» e «magnifico» capo-calotta, che ha in testa lo zuccotto con i colori dell'Arma. Al termine del tragitto carponi, il «magnifico» (il tenente più anziano, Ruben Ruggeri) ammette gli ufficiali nell'associazione, ponendo la spada sulle spalle e sul capo dell'«incalottando». Che alla fine è invitato a rialzarsi e baciato. Una scena che potrebbe costare. a nove ufficiali dell'Arma, un processo. Il capo della procura militare torinese Pier Paolo Rivello ha chiesto il loro rinvio a giudizio per violenza e ingiuria a un inferiore. Perché uno degli «incalottandi» non ha gradito il rito: prima di arrivare ah'investitura con la spada, se n'è andato dal circolo ufficiali, mandando tutti a quel paese. Si è precipitato al pronto soccorso e poi dà un avvocato, dove ha querelato i colleghi più anziani. Tutto vero? U sottotenente ha denunciato anche altri fatti più gravi legati alla notte tra il 19 e il 20 febbraio, sui quali però la procura torinese non ha trovato riscontri. Ma sugli insulti e il rito seminudi, gli indagati hanno ammesso quasi tutto. A loro avvocato, Claudio Polidori, spiega che la «Calotta» esiste da quando esiste l'esercito, tra i «subalterni» (tenenti e sottotenenti): «Nessuno è obbligato a farne parte. E' nata in età napoleonica per aumentare lo spirito di corpo: una cosa a metà tra la goliardia e il mutuo soccorso». E cioè: «Chi entra a farne parte, per esempio, può chiedere aiuto ai colleghi della Calotta per avere una sostituzione in un turno di servizio. E poi organizza feste e cene. Anche scherzi: ma mai pesanti, mai davvero umilianti». La Calotta emette anche «sanzioni»: punisce chi non saluta il superiore a dovere, o chi commette una scorrettezza troppo piccola per una sanzione disciplinare. «Ma solo - si affretta a dire Polidori "condannando" il reo a pagare, al massimo, una bottiglia». Ma gli insulti, la cera bollente, il denudarsi? Tra ufficiali dei carabinieri, per di più? Il generale di Brigata Franco Romano, comandante della Regione dei carabinieri Piemonte e Valle d'Aosta, non ha dubbi: «La Calotta è una bellissima istituzione, che alimenta la comunanza e lo spirito di corpo. Se c'è stato qualcuno che ha trasceso va punito, e allontanato da un'associazione di cui non è degno di far parte». Che i riti d'ingresso avvengano in tutti i Comandi d'istruzione e i battaglioni dei carabinieri (e degli altri corpi dell'esercito), è certo. Ma il generale e l'avvocato dicono che «in nessun caso si tratta di veri e propri riti. Si cena insieme. Tutt'al più, i giovani pagano da bere. Tutto qui». La procura, in questo caso, ha però trovato dei riscontri. E' un caso di nonnismo? «No e poi no sbotta Polidori -. Si tratta di semplice e antica goliardia militare. Il nonnismo è qualcosa che si deve subire. La Calotta no: si entra solo se lo si desidera. In questo caso, per l'accesso, è stato organizzato un rito burlesco. Il sottotenente che ha denunciato i colleghi poteva non partecipare, o andarsene, cosa che ha fatto. Poteva chiudere la cosa con una risata. Sono certo che davanti al giudice questo episodio sarà riportato alla sua giusta dimensione: una sciocchezza». Giovanna Favro

Persone citate: Claudio Polidori, Franco Romano, Giovanna Favro, Pier Paolo Rivello, Polidori, Ruben Ruggeri

Luoghi citati: Lombardia, Milano, Piemonte, Torino, Valle D'aosta