«Ma non varrà per tutti»

«Ma non varrà per fatti» «Ma non varrà per fatti» «Aggravanti per i reati di strage» ROMA. La senatrice Daria Bonfietti della sinistra democratica, presidente dell'Associazione vittime della Strage di Ustica, ammette di aver avuto dei dubbi sull'abolizione dell'ergastolo. E di essersi convinta per «ragioni di civiltà» ma anche perché gli autori di stragi, omicidi plurimi o efferati non avranno lo stesso trattamento carcerario degli altri. Lei parla di civiltà, ma Totò Riina o gli stupratori di bambini non sono così civili. «Capisco che nelle vittime o nella stessa opinione pubblica possano prevalere rancori o sentimenti di vendetta, ma non possiamo farcene condizionare. Noi siamo legislatori e dobbiamo prevedere delle fattispecie di reato e delle pene. Ed eliminare la pena dell'ergastolo è il superamento di una forma di condanna che non è considerata più umana». Non la colpisce però che chi, diciamo così, si è limitato ad ammazzare la moglie possa avere la stessa pena di chi ha messo una bomba su un aereo? «Non è così. Bisogna tener conto delle aggravanti, che implicano condizioni di carcerazione diverse per gli uni o per gli altri. E anche questo ha la sua importanza». Vuol dire che avranno pene più alte di 32 anni? «Non dico questo. Il massimo della pena comminabile resterebbe quello indicato, an¬ che se la struttura delle pene la dobbiamo ancora rivedere. Il fatto è che la legge Gozzini permette già a chi riceve 30 anni di carcere di avere pene alternative, dopo un certo periodo. Mentre con le aggravanti potrebbe non essere più possibile». Ma chi si prende l'ergastolo però oggi resta in galera tutta la vita. O no? «Niente affatto. Dopo 24 anni si può uscire perché la legge lo prevede. La gente spesso non sa che gli ergastolani in Italia non sono più di qualche centinaio. Questa discussione in fondo è più teorica che altro». Resta l'impressione che i legislatori si preoccupino prima dei problemi umanitari di principio che di assicurare i colpevoli alla giustizia. «Era un dubbio che avevamo in mo'ti a sinistra, un anno fa, quando è cominciato il dibattito: che, con tante urgenze della giustizia e delle carceri, potesse non essere capita l'opportunità politica di questo provvedimento. Ma nel frattempo abbiamo fatto diverse altre cose: dal giudice unico all'abuso di ufficio, alla 513, alla depenalizzazione dei reati minori, ancora in discussione». [m. g. b.)

Persone citate: Daria Bonfietti, Gozzini, Totò Riina

Luoghi citati: Italia, Roma, Ustica