Balbetta il re del racket Così chiede il pizzo cantando di N. S.
Balbetta il re del racket Così chiede il pizzo cantando Catania, il telefonista ieri è stato arrestato Balbetta il re del racket Così chiede il pizzo cantando CATANIA. I capi del clan gli avevano affidato, incautamente, l'incarico di chiedere il «pizzo» ai commercianti con una serie di telefonate. E lui, balbuziente, nonostante l'evidente difetto di pronuncia eseguiva il compito con scrupolosità. Solo che al momento di chiedere il «pizzo» per superare l'handicap cantava anziché parlare. Una cantilena inconfondibile che se da un lato gli ha agevolato il lavoro, dall'altro ha rappresentato una sorta di firma dietro ogni richiesta di denaro. All'altro capo del telefono - situazione tragica e comica al tempo stesso - le vittime non sapevano se credere alle minacce o rispondere «paraponzi ponzi po» al ritornello del balbuziente. Le richieste di «pizzo», sia chiaro, erano vere e portavano la firma del clan Morabito-StimoliFiorellc, una temibile organizzazione mafiosa che assieme a quella rivale, denominata Santa Barbara, gestisce gli affari criminali a Paterno, un grosso Comune in provin¬ cia di Catania. Il telefonista balbuziente, Francesco Fallica, 50 anni, è stato arrestato ieri assieme ad altre tre persone con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'estorsione. Assieme a lui sono finiti in carcere Giuseppe Arcidiacono, Pietro Puglisi e Luigi Castelli. Le indagini degli investigatori hanno preso le mosse da una serie di denunce presentate da alcuni commercianti della cittadina catanese presi di mira dal racket delle estorsioni. La maggior parte dei racconti fatti da piccoli e medi imprenditori aveva in comune il particolare della richiesta estorsiva fatta al telefono «da un tizio che anziché parlare canta». Accertato subito che non si trattava di uno scherzo i carabinieri sono arrivati all'identificazione del telefonista proprio sulla base di queU'meliminabile «contrassegno» che lo costringe a cantare tutte le volte che vuol farsi comprendere dal suo interlocutore. [n. s.]
Persone citate: Francesco Fallica, Giuseppe Arcidiacono, Luigi Castelli, Morabito, Pietro Puglisi
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