Concetta Riina, esame sulla Patria
Concetta Rima, esame sulla Patria Palermo, la ragazza è stata interrogata da un insegnante di Rifondazione Concetta Rima, esame sulla Patria Italiano e storia per la maturità della figlia del boss PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ha risposto disinvolta sul senso della patria e sull'amara ironia di Pirandello. In complesso un esame orale senza scivoloni quello sostenuto ieri mattina da Maria Concetta Riina, ventiduenne, seconda dei quattro figli di Totò Riina, il capo di Cosa nostra catturato quattro anni fa e condannato finora sette volte all'ergastolo. I riflettori della cronaca tornano ad accendersi su questa ragazza che, secondo molti, avrebbe diritto a una vita regolare come tante altre sue coetanee. Maria Concetta si è presentata puntuale nel suo liceo scientifico di Corleone, il «Colletto», dove è stata interrogata di italiano e storia. Dall'altra parte del tavolo ha trovato fra i commissari d'esame il professor Giusto Catania, che è segretario provinciale di Rifondazione comunista e ha chiesto in tante occasioni la massima severità nei confronti dei boss, di Riina soprattutto. E c'è da supporre che lei lo sapesse benissimo, visto che di solito gli studenti prima degli esami si informano sui docenti chiamati a giudicarli, anche non necessariamente per cercare la classica raccomandazione. Così com'è certo che Catania sapesse perfettamente che davanti a lui c'era nientemeno che la figlia del boss dei boss. La prima domanda è stata centrata, appunto, sull'umorismo nei testi pirandelliani e la ragazza se l'è cavata con una certa proprietà di linguaggio. Quindi è stata invitata a discutere sul senso della patria in Manzoni, Foscolo e Leopardi, su cui si è dilungata, sia pure con qualche intoppo. Per la storia, le è stato chiesto di parlare di Giolitti e del suo tempo e ha risposto in marnerà sufficiente. Al termine lo stesso Giusto Catania ha osservato che Maria Concetta ha fatto un discorso adeguato, corretto. Due anni fa la giovane era stata eletta rappresentante di classe, scelta che aveva fatto rumore e suscitato qualche riserva. L'anno scorso non era stata rieletta. Durante la latitanza del padre, durata 23 anni, Maria Concetta era nata e vissuta in clandestinità con i genitori e i tre fratelli. Da bambini tutti e quattro studiarono con la madre Ninetta Bagarella, che è maestra elementare, sorella di Leoluca, anch'egli in prigione e già condannato all'ergastolo. Successivamente i ragazzi Riina (e i due minori continuano) hanno frequentato scuole private senza che risultasse evidente che erano figli di Totò Riina. Che cosa farà adesso Maria Concetta? Si iscriverà all'università o abbandonerà gli studi? Non si sa. La ricerca di una «vita normale» per i suoi figlioli è stata sollecitata tempo fa da Ninetta Bagarella, secondo la quale Maria Concetta non crede che il padre si sia macchiato dei delitti a lui contestati. La difesa filiale aveva suscitato l'irritata reazione di Ilda Boccassini, secondo la quale la ragazza aveva parlato a sproposito visto che suo padre è indifendibile. Antonio Ravidà Il docente: l'allieva ha risposto alle domande in maniera corretta
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