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Giulietta e Romeo nell'Ulster GRAN BRETAGNA L'esecuzione - quattro colpi alla testa - mentre dormiva in casa di lui Giulietta e Romeo nell'Ulster Cattolica uccisa perché amava un protestante LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ora ne parlano come di una «Giulietta» irlandese, che per amore del suo «Romeo» - lei cattolica, lui protestante - ha sfidato l'odio settario che da 28 anni insanguina l'Ulster. E' morta martedì sera, dodici ore dopo essersi presa quattro pallottole in testa mentre dormiva a casa del fidanzato. La polizia, che nelle ultime ore ha arrestato due uomini, è convinta che Bernadette Martin, 18 anni, sia stata uccisa soltanto perché era cattolica e dormiva in casa di una famiglia protestante in una zona dove i cattolici sono odiati come la peste. E anche se la Loyalist Volunteer Force, una formazione armata dell'estremismo protestante, nega di avere partecipato «in qualsiasi modo» a quella barbara esecuzione, precisando che quel tipo di azione «non rientra nei nostri programmi», la polizia insiste nel definire l'assassinio con quell'aggettivo che racchiude il dramma del Nord Irlanda: «sectarian». Il Montecchi di questa vicenda si chiama Gordon Greene. Un ragazzo tranquillo, che con la famiglia abita nel villaggio di Aghalee, nella contea di Armagh. Aveva conosciuto la sua Capuleti, che abitava con i genitori, quattro fratelli e una sorella nel vicino villaggio di Craigavon, sul posto di lavoro: una piccola azienda di Lurgan che inscatola carne. Dicono gli amici che «s'innamorarono di colpo», all'annuale festa organizzata in fabbrica. Di lui, un ragazzo tranquillo e con la testa a posto, dicono che «è adorabile»; e soprattutto che adorava lei. «La trattava come un gioiello», raccontano gli amici. Gli stessi che avevano messo in guardia i due ragazzi sui rischi che avrebbero corso, in quel Paese insanguinato e prigioniero di un odio mortale. Invano. Da un anno, ormai, i due erano inseparabili. Prima o poi avrebbero finito per sposarsi. E questo, a qualcuno, non è piaciuto. Lunedì sera i due ragazzi erano usciti con alcuni amici, spostandosi fra Aghalee e Craigavon. Quando si è fatto tardi, lei ha deciso di pernottare in casa di lui. Non era la prima volta, i genitori di Gordon Greene non avevano nulla in contrario. Il dramma all'alba. L'assassino è entrato in casa attraverso la porticina che dà sul retro e ha raggiunto la cameretta dove dormiva Bernadette. Quattro colpi a bruciapelo. Quando Gordon e i genitori, svegliati dalla sparatoria, hanno trovato la ragazza nel letto insanguinato il killer era ormai scomparso. Inutili i soccorsi, prima all'ospedale di Craigavon, poi al Royal Victoria di Belfast. Dopo 12 ore Bernadette è morta. E nasceva in quel momento il mito di quella «Giulietta» dell'Ulster. «Non voglio vendette», ripeteva ieri il padre della ragazza. Addolorato ma lucido, dice di «non provare odio» per l'assassino della figlia ma soltanto «pietà», di sperare che la morte della figlia «possa essere l'ultima», che «serva a qualcosa», che sia magari il viatico a «vivere in pace». Non sarà facile. Il dramma irlandese non sembra disposto a farsi cancellare da una vicenda d'amore. Proprio ieri, mentre i protestanti negavano e la polizia insisteva di «presumere che l'assassinio sia stato settario», un gruppo di unionisti ha abbandonato il negoziato di pace per non avere avuto dal governo «chiarimenti» su altri «chiarimenti»; e cioè su quello che Londra ha preci¬ sato al Sinn Féin (e quindi all'Ira) in merito alla questione del disanno in parallelo alle trattative di settembre. I lealisti protestanti si sentono minacciati dal semplice sospetto che i nazionalisti cattolici dialoghino proficuamente con il governo. Basta a impedire che la tensione ceda, figurarsi se il dramma di una «Giulietta» d'Ulster può incidere più di tanto. Fabio Galvano Una coppia a Belfast alla festa del 12 luglio che ricorda la battaglia del Boyne