L'ultimo mistero delle Bermude di Fabio Galvano

Scomparso un anno fa: nessuna traccia dell'equipaggio, a bordo tutto intatto Scomparso un anno fa: nessuna traccia dell'equipaggio, a bordo tutto intatto L'ultimo mistero delle Bermude Trovato uno yacht fantasma LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un vascello fantasma, nel notorio «Triangolo delle Bermude»: come il «Marie Celeste», il leggendario brigantino che un'unità militare britannica trovò nel 1872 senza nessuno a bordo, ma con il rancio pronto e alcune tazze di tè ancora calde. Perché il caso del «Ruth», un ketch di 15 metri trovato la scorsa settimana dalla fregata «London» in quella stessa zona di mare, è non meno misterioso: «L'abbiamo avvistato a circa 300 miglia da Bermuda, sui bordi del triangolo - ha raccontato il comandante Iain Greenlees, capitano della fregata -. E' subito parso strano. Era senza vele e le cime d'ormeggio pendevano dalle fiancate, quindi abbiamo deciso di dare un saluto. Quando non abbiamo avuto risposta, abbiamo mandato alcuni marinai a indagare». La barca era in perfette condizioni, gli indumenti nelle cabine, tutti gli oggetti personali al loro posto, persino un libro aperto su una delle cuccette. «Come se l'equipaggio - ha detto il comandante Greenlees fosse scomparso cinque minuti prima, con ogni intenzione di tornare». Non era, purtroppo, il caso del «Ruth». «La prima indicazione che lo yacht era stato abbandonato molto tempo prima l'abbiamo avuta quando un membro del mio equipaggio ha aperto il frigorifero ed è stato investito dalla puzza di cibo putrefatto». Ma che cosa poteva essere accaduto? I marinai del «London» non hanno tardato a ricostruire la vicenda della barca fantasma. Dai documenti hanno scoperto che il ketch apparteneva a Ralf Schilling, un tedesco sui trentanni, e a sua moglie. Avevano venduto la casa per comperare quella barca di seconda mano e attuare il loro sogno: quello di andare alla ventura attorno al mondo. Ma il mistero s'infittisce, perché il libro di bordo registra minuziosamente il passaggio, l'anno scorso, attraverso la Baia di Biscaglia fino alla Spagna e poi alle Canarie (nel settembre scorso). Poi non più una parola. Come era arrivata al «Triangolo delle Bermude»? E' possibile che l'incidente risalga a 10 mesi fa, e che da allora la barca abbia vagato sull'Atlantico, superando indenne burrasche e uragani? Ma soprattutto: che fine hanno fatto i coniugi Schilling? Assaliti da pirati? Protagonisti di un tragico patto suicida? Vittime di un incidente? E' impossibile dire con certezza, anche se le cime lungo le fiancate potrebbero indicare che i due naviganti erano in mare quando è accaduto l'imprevisto: forse per una riparazione o una nuotata, ancorati a quelle cime ma poi strappati da un'onda anomala o dall'attacco di uno squalo. E' toccato a un gruppo di volontari del «London», una ciurma di cui è stata nominata skipper l'ufficiale medico Suzanne Porter, 26 anni, portare in salvo la «Ruth». Ripulita e dopo le necessarie riparazioni al timone e alle vele, la barca ha fatto rotta per Porto Rico. Ma la maledizione del «Triangolo» era in agguato: improvvisamente c'è stata un'avaria alla strumentazione (prima la posizione del vento, poi il Gps) e al motore. «In quel momento - ha detto la Porter - ci siamo domandati se quella fosse davvero una barca maledetta e se non fosse pericoloso navigare in quel tratto di mare. Ma eravamo su di morale e alla fine l'abbiamo spuntata». Usciti dal «Triangolo», strumenti e motore hanno ripreso a funzionare; e domenica il ketch è arrivato, con tutti i suoi misteri, a Porto Rico. Fabio Galvano Non si spiega come la barca abbia per mesi superato indenne le tempeste dell'Atlantico ISOLE BERMUDE PORTO RICO sa HAITI

Persone citate: Iain Greenlees, Marie Celeste, Porto Rico, Ralf Schilling, Schilling, Suzanne Porter

Luoghi citati: Haiti, Londra, Porto Rico, Spagna