« Donatella continuerà i successi» di Antonella Amapane

« « Donatella continuerà i successi» «Ha talento, Gianni ascoltava i suoi consigli» IL DIRETTORE DI VOGUE ITALIA ROMA DAL NOSTRO INVIATO «Un vulcano di creatività. Così era Gianni. Ha avuto il grande merito di coniugare un nuovo linguaggio nella moda. Il suo». Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, guru del settore e esperta d'immagine, parla di come lo stilista ha rivoluzionato in vent'anni il fashion system. Ma anche del futuro della maison. «L'unica difficoltà che incontrerà Donatella, raccogliendo l'eredità spirituale del fratello, sarà di tipo psicologico, umano. Perché i due si adoravano. Professionalmente non ha nulla da temere. Donatella ha talento, lavora 24 ore su 24 e soprattutto cammina da tempo sulle sue gambe. Disegna da sola "Istante" e "Versus". Ha creato il profumo "Blonde", che è uno dei più venduti, in totale libertà. E da anni, nella prima linea, aiutava Gianni. Lui l'ascoltava moltissimo. I tre fratelli sono sempre stati sinergici. Insieme hanno costruito la Versace. E' questo il punto forte della griffe: si regge su una famiglia, non su un singolo. Il marchio da Gianni Versace diventerà Versace, esattamente come lo è oggi Cnanel. Lo dico perché conosco la solida struttura che c'è dietro alla Versace, uno staff di primissima qualità». Quindi secondo lei non sarà necessario, come accade in certe maison, cercare un nuovo stilista? «Se vorrà Donatella potrà anche farsi affiancare da qualcuno, ma non ne ha bisogno. Lei è riuscita a imporsi in questo mondo, non in quanto sorella di Gianni, ma per sé stessa». Prima parlava del nuovo linguaggio estetico inventato da Gianni Versace, ci può spiegare meglio? «Gianni è partito da un suo ideale di donna, ricco di glamour, se- duttivo. Insomma una femmina che deve piacere agli uomini. Su queste basi ha creato un suo stile personale, oltre ogni schema, fregandosene dei trend. Andava oltre le mode». Il Times parla di una combinazione perfetta fra bellezza e volgarità, che cosa significa? «Il massimo dello chic attuale deve possedere una punta di volgarità. L'eleganza piatta è noiosissima, banale. Ma in questo caso la volgarità non è sinonimo di un atteggiamento contrario all'estetica o alla morale. Significa trovare il tocco inaspettato, il guizzo che rende speciale un insieme». Che importanza ha avuto la comunicazione nella moda di Versace? «Un altro suo punto di forza è sempre stato quello di gridare i messaggi, di esasperarli. Gianni in questo modo ha cambiato con un'evoluzione rapida e continua il costume. Negli Anni Settanta, quando ancora non c'erano le top esagerava l'immagine delle star - vedi Brooke Sbields - attraverso le fotografie di Avedon. E' stato lui a trasformare le attrici in testimonial e quindi in modelle. Dieci anni dopo quando era "in auge" la tracotanza, lui abbondava offrendo gruppi di indossatrici strepitose. E nacque il fenomeno delle top model. Riusciva a rendere particolari e interessanti, giuste per quel momento, anche quelle che non piacevano. A questo aggiungeva la contaminazione di due mondi che lo affascinavano, l'arte e la musica. Ha vestito tutte le rockstar. Negli Anni Novanta capì che la comunicazione sonora batteva quella cinematografica. La sua è infatti una donna da palcoscenico, prepotente, aggressiva, proprio come una rockstar». Quali sono i segni indelebili che rendono questa griffe immortale? «Il logo della medusa è come il bottone con la doppia C di Cnanel. Basta metterlo su un abito nero ed è subito Versace. Lo stesso dicasi della greca neoclassica. La sua zampata inconfondibile consisteva anche nel prendere spunti dal quotidiano, dalla realtà della strada, elaborarla e poi buttarla fuori a modo suo, con risultati totalmente imprevedibili. Il grunge alla Versace per esempio, è stato addirit- tura superiore, più potente del trend stesso importato da Seattle». Quanto incide una griffe come Versace nel panorama del made in Italy? «E' fondamentale, quanto quella di Armani. Poi ci sono tante altre firme che fanno vestiti. Ma queste due sono le più conosciute, portano in giro per-tutto il mondo la bandiera italiana». Antonella Amapane Franca Sozzani direttore di Vogue Italia e grande esperca d'immagine: «Versace inventò un nuovo linguaggio nella moda»

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