«Resterà in Italia una parte degli albanesi» di Maurizio Molinari
«Resterà in Italia una parie degli albanesi» OPERAZIONE ALBA Gaspara (An): «Viva la sincerità, ma sui numeri il governo mente». Vertice ieri a Palazzo Chigi «Resterà in Italia una parie degli albanesi» Fassino: ma non rinunciamo a convincerli a tornare in patria ROMA. «Una parte dei 13.500 albanesi arrivati negli ultimi mesi potrebbe fermarsi in Italia grazie a un regolare permesso di lavoro». Questo ha dichiarato il sottosegretario agli Esteri, Piero Fassino, a margine del suo intervento di ieri alla commissione Affari Costituzionali del Senato sul decreto per la programmazione dei flussi di ingresso. «Ci stiamo impegnando per far rientrare in patria il maggior numero di albanesi - ha spiegato Fassino - sia con incentivi che con altre strategie di persuasione, quelli che resteranno potranno rientrare nel numero di ventimila extracomunitari previsti dal decreto. Non è prevedibile sapere in questo momento quanti saranno ma noi speriamo il minor numero possibile». Il governo sembra così intenzionato ad affiancare alle pressioni in favore dei rimpatri la possibilità per chi scegliesse di rimanere di essere regolarizzato con un normale permesso di lavoro. Le dichiarazioni di Fassino sono state accolte con una certa perplessità ieri pomeriggio al Viminale mentre da Palazzo Chigi giungeva la spiegazione: «Fassino faceva riferimento al decreto che consentirà la concessione di permessi di lavoro agli extracomunitari, e quindi anche agli albanesi». Resta tuttavia da chiarire se il riferimento è solo agli albanesi ospitati nei campi di raccolta oppure anche a coloro che hanno scelto la clandestinità. Fra le file dell'opposizione Maurizio Gasparri (An) sceglie il sarcasmo per commentare le frasi del sottosegretario agli Esteri: «Fassino traduce, chiarisce quello che pensa realmente il governo, meriterebbe un premio-sincerità. Il suo unico torto è fare la stima per difetto, infatti gli albanesi sono assai di più dei 13 mila di cui si parla e che non comprendono i numerosi arrivi, in piccoli gruppi, registrati quotidianamente negli ultimi mesi». «La verità - aggiunge - è che oltre il 90 per cento degli albanesi sbarcati lungo le nostre coste non ripartirà: una vera e propria vergogna». Il numero degli arrivati continua comunque a restare incerto: a fronte dei 13.500 di cui ieri ha parlato Fassino, il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano, intervenendo al «Maurizio Costanzo Show», lo ha portato a «16.700». Il decreto illustrato da Fassino a Palazzo Madama affronta la questione dei clandestini nell'ambito della legge Martelli, prevedendo per il 1997 l'entrata di ventimila extracomunitari con permessi di lavoro a tempo determinato ed indeterminato. In particolare, il decreto parla di «lavoro stagionale», ovvero della possibilità di ricorrere agli extracomunitari in determinati periodi. «La legge Martelli - aggiunge Fassino - prevede la possibilità di accordi su sottoquote di permessi da negoziare con singoli Paesi e non è escluso che si possa seguire questa strada con Tirana». La questione albanese è stata discussa ieri a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio, Romano Prodi, con i ministri Napolitano, Dini, Andreatta e Visco. Il ritiro inizierà una volta formato il nuovo governo albanese guidato dal socialista Fatos Nano ma, dopo la fine dei rientri entro il 12 agosto, lascerà comunque sul territorio un contingente della forza di pace. D'altra parte Rexhep Mejdani, indicato da molti come successore di Sali Berisha alla presidenza, si è detto favorevole al «mantenimento di una presenza italiana fino a quando non saranno risolti i nostri problemi». «Io penso - ha specificato Mejdani - ad una missione di specialisti, civili e militari». Alla Farnesina invece il direttore degli Affari politici, Amedeo De Francois, ha illustrato al comitato di direzione della forza multinazionale un rapporto sulla preparazione della conferenza sull'Albania che si svolgerà a Roma il 31 luglio per aprire la strada alla «fase due» dell'operazione «Alba». Quella dedicata all'impegno per la riorganizzazione e la ricostruzione del Paese delle Aquile. Per quell'occasione sono attesi alla Farnesina i ministri del nuovo governo di Tirana e l'inviato speciale dell'Osce, Franz Vranitzky. Maurizio Molinari Il sottosegretario agli Esteri, Piero Fassino
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