Algeria libero il fondatore del Fis

Ma la guerra continua: a Medea 21 sgozzati e 24 condanne a morte per terrorismo Ma la guerra continua: a Medea 21 sgozzati e 24 condanne a morte per terrorismo Algeria, libero il fondatore del Fis Scarcerato Madani, forse un negoziato segreto ALGERI. Con un provvedimento a sorpresa, le autorità algerine hanno liberato il leader del disciolto Fronte islamico di salvezza (Fis) Abassi Madani, 66 anni, abbonandogli sette dei dodici anni di carcere cui era stato condannato da un tribunale militare. Nella stessa giornata di ieri si è avuta notizia di un ennesimo massacro perpetrato dagli estremisti islamici: altre 21 persone sgozzate o decapitate nella regione di Medea, a 90 chilometri a Sud di Algeri, mentre è salito a 29 il numero dei morti per l'esplosione avvenuta l'altroieri nel mercato di Baraki, un quartiere alla periferia Est di Algeri. Il leader del Fis, che ha ottenuto la libertà vigilata, lascia dunque il carcere mentre l'Algeria vive un'altra ferocissima ondata di terrorismo, prima delle elezioni locali da cui dovranno uscire, secondo la nuova costituzione, anche i nomi dei senatori (scelti con elezione indiretta dai municipi). Liberare in un momento così delicato il massimo responsabile della formazione politica da cui, cinque anni fa, nacque il terrorismo islamico, ha suscitato in Algeria alcune perplessità. «Sembra una mossa contraddittoria delle autorità che combattono con ogni mezzo i gruppi armati - commentano fonti diplomatiche ad Algeri -. In realtà, non sappiamo che cosa è stato negoziato tra le mura del carcere. Madani potrebbe anche lanciare un appello contro la violenza». La liberazione è stata salutata dall'esecutivo del Fis, in esilio in Germania, come un reale contributo al ristabilimento della pace in Algeria. La decisione è stata ben accolta anche da «Ennahda», un partito islamico legale, che ha chiesto un'amnistia generale per tutti i prigionieri politici. ni realtà, le autorità algerine si sono incamminate su questa strada da tempo. Alla fine dello scorso anno, sono stati chiusi i campi del Sahara dove veniva inviata gran parte delle persone arrestate nella lotta contro il terrorismo; una settimana fa è stato liberato il numero tre del Fis, Abdelkader Hachari, e ora il governo, formato dopo le elezioni del 5 giugno, prospetta una prossima revoca dello stato di emergenza. Con le recenti consultazioni, che hanno portato al governo gli islamici moderati, 0 Fis è stato definitivamente messo fuori dal gioco politico e non rappresenta quindi più una minaccia alla stabilità del Paese. «In effetti - dicono ancora gli osservatori - i dirigenti del Fis oggi potrebbero essere associati alla ricerca di una soluzione pacifica della crisi. Per esempio - aggiungono - l'Esercito islamico di salvezza, braccio armato della formazione, potrebbe cessare definitivamente la sua attività». Con gli atti di clemenza, le autorità algerine tentano di prosciugare, almeno in parte, «l'acqua in cui nuota il pesce terrorista». L'obiettivo è quello di isolare il Gruppo islamico armato (Già) che, pur considerevolmente ridotto, riesce tuttora ad agire grazie ad una rete di informatori e di fiancheggiatori. In carcere, resta il numero due del Fis Ali Belhadj, detenuto in un luogo segreto e considerato vicino alle formazioni terroristiche più radicali. A riprova del fatto che la lotta al terrore non si ferma, ieri 24 persone riconosciute colpevoli di terrorismo sono state condannate a morte dal tribunale di Medea. I giudici hanno anche comminato un ergastolo mentre diverse persone sono state condannate a 20 anni di prigione. [Ansa] «Avevamo ragione noi Non esiste soluzione militare Ora si torna alla politica» II leader del Fronte islamico di salvezza e (sopra) il presidente algerino Zeroual (FOTO ANSA)

Persone citate: Abassi Madani, Abdelkader Hachari, Madani, Zeroual